«Un breve bilancio di quello che abbiamo fatto quest’anno, perché quello che conta non sono gli ultimi secondi dell’ultima azione, non la classifica avulsa di una sola partita o tempo perso. Rivivendo il campionato che abbiamo fatto, non posso essere contento di quello che abbiamo fatto. Personalmente non sono una persona che crede nella sfortuna, ma ci andiamo vicino visto che i playoff possiamo anche dire che ce li saremmo guadagnati sul campo e dai quali siamo fuori per questione di numeri». Ha esordito cosi nella sua lunga conferenza stampa di fine anno il Giemme Marco Atripaldi a poco dalla cocente sconfitta a Pistoia che ha escluso la Juve dalla post season.
Quindi il tutto parte dall’ultima partita…
«I playoff non li abbiamo persi nell’ultima azione, non li abbiamo persi sulla tripla di Meini, oppure sul flopping fischiato a Roberts oppure al fallo e canestro non fischiato sempre a Chris. Ma forse li abbiamo persi all’andata contro Reggio o contro Pistoia o sulla base di tutta una serie di circostanze che non ci hanno dato una mano. Lo accettiamo, ma non ci toglie nulla di quello che abbiamo fatto, non ci toglie delle tante cose buone che abbiamo fatto durante tutto l’anno. Ovviamente ci dobbiamo ricordare da dove siamo partiti, ma anche da dove sono partito ovvero da una comunità come quella di Caserta con storia, emozione, attaccamento e tanti tifosi che ci sono, ci sono stati e che ci saranno. Con questo voglio dire che sono realmente dispiaciuto per quello che è successo, perché ci tenevo di regalare a questa città un regalo come i playoff. L’amarezza per il mancato traguardo della post season, però, passerà e da quel giorno in poi si inizierà a pensare alla prossima stagione, dalla presenza in A, migliorare tutto l’ambiente sul parquet e lo staff per puntare ad una stagione migliore. Quando si vince tutti sono bravi a fare la ola, ma è quando si perde che conta essere tutti uniti. Cosi come lo è stato per noi nel momento peggiore della stagione e cioè quello delle cinque sconfitte. Abbiamo lasciato alle nostre spalle squadre con grandi budget e grandi giocatori. Noi abbiamo fatto quello che potevamo, quando potevamo e secondo le nostre esigenze. Quindi il merito è di tutti nessuno escluso, specie per la professionalità e l’impegno che ci hanno messo». Una volta varcata la soglia della professionalità Marco Atripaldi non poteva non parlare del timoniere casertano: «Lele ha accettato per la prima volta nella sua carriera di fare l’head coach dopo tanti anni di assistentato. Ha fatto degli errori, ma chi non sbaglia. Ci sono state delle critiche a volte anche eccessive. La sua scelta è arrivata perché la Juve aveva bisogno di un coach che accettasse i limiti di questa società, che riuscisse a migliorare i giocatori che la società era in grado di mettergli a disposizione e di farli giocare al meglio e credo che tutti sono migliorati». Poi il giemme bianconero ha continuato guardando avanti: «Se potevamo fare meglio? Si. Possiamo fare meglio il prossimo anno? Assolutamente. Garantisco io. Partiamo da una base importante e cioè Vitali e Scott hanno contratto pluriennale. Moore credo si sia meritato in campo la sua riconferma. I veterani hanno contratto e lo ha anche Tommasini la cui assenza ha pesato, ma non ne abbiamo mai fatto un peso. Tanti nomi e una base da cui poter partire e quindi una programmazione concreta che ci fa ben sperare anche dal punto di vista giovanile e non solo senior. La società con grande sforzo ha eliminato le situazioni debitorie delle ultime due stagioni per le quali anche io ho lavorato per trovare delle soluzioni».
Nel piano futuro si vedrà ancora Brooks?
«Brooks proveremo a trattenerlo cosi come abbiamo fatto negli ultimi tre mesi, ma non credo che ci riusciremo ma per un semplice motivo ovvero che ha fatto un campionato che al momento è superiore al nostro. Il suo posto al momento attuale è di un campionato superiore. Roberts? Non credo che farà parte della Juvecaserta il prossimo anno. Quella di mordente, invece, è stata una stagione difficile e a tratti complicata. E’ stato determinante per la carica che dava e spirito di sacrificio che ha sempre messo nonostante una situazione personale non facile».
In corso d’opera si è tanto parlato di Esposito. Ora che siamo qui a tirare la linea cosa ci puoi dire?
«Le cose prima si fanno poi si dicono. Sarebbe stato bello vederlo giocare con questa maglia e non è stato possibile e di questo mi dispiace. E’ un personaggio e rappresenta la Juvecaserta e lavorerà con noi il prossimo anno, ma per i dettagli avremo tempo».
Parlando di futuro la Pasta Reggia sarà ancora al fianco della Juve?
«Ci hanno dato fiducia e un esempio positivo di questo territorio e da quello che mi hanno detto e sono pronti a continuare e quindi è un discorso pienamente aperto».