La retrocessione del Gladiator è evidente nei numeri. Quelli che parlano chiaro e rendono perfettamente l’idea dell’agonia neroazzurra sono i dati statistici. In 32 gare di campionato (essendo un campionato di 18 squadre le giornate sarebbero dovute essere 34 ma vanno esclusi dal conteggio i confronti non disputati con il Nardò radiato), i neroazzurri hanno racimolato appena 25 punti, frutto di 7 vittorie, 6 pareggi e 19 sconfitte.
La beffa. Effettivamente i punti sono 27, ma bisogna togliere due punti di penalizzazione, sanzione della Lega Nazionale Dilettanti scaturita per il mancato pagamento di Carlo Temponi e Rosario Gaglione, vertenze che però non riguardano il Gladiator bensì la società che prima deteneva codesto titolo, la Nuvla San Felice. Ha un sapore di beffa il fatto che quei due punti in più avrebbero permesso al Gladiator di scavalcare il Grottaglie e, quindi, accedere ai play-out da affrontare contro il Real Vico Equense. Ma queste sono defaillance che l’entourage sammaritano già conosceva, quindi sin da subito si erano fatti i conti con una penalizzazione, la cui colpa spetta alla precedente gestione. Poi se ci aggiungiamo anche il fatto che 5 dei 25 punti sono stati vinti a tavolino, contro San Severo e Francavilla sul Sinni, s’intuisce quante carenze avesse l’organico.
Record negativi. Il tutto certificato nel computo delle reti siglate e subite. Appena 22 sono state le marcature messe a segno, di cui 6 a tavolino, che fanno del Gladiator il peggior attacco del raggruppamento. Record non invidiabile che i neroazzurri hanno rischiato di conquistare anche tra le reti subite, 53 totali (1 goal e mezzo a partita): hanno fatto peggio solo Grottaglie e Mariano Keller con 54 goal subiti. Se poi annotiamo che il miglior realizzatore della stagione è il promettente classe ’95 Gennaro Del Gaudio con appena 3 reti, ci si rende conto del perché il Gladiator sia retrocesso.