Non gioca tanto, non ne gioca tantissimi di minuti, ma quelli che gioca inesorabilmente cambiano il volto della partita. Di sicuro questo era l’apporto che coach Molin si aspettava da un veterano come Andrea Michelori, in un reparto dove di giocatori giovani ce ne sono e ce ne erano quando a calcare il parquet c’era anche il talento cristallino ma ancora acerbo nella carta di identità di Cameron Moore. Un apporto fatto di energia, fatto di concretezza, di presenza in mezzo all’area –specie quella di proprietà della Juve – rimbalzi e perché no, a volte anche di canestri importanti che possono decidere la partita. Un leader silenzioso, dunque, un nome ed una garanzia che va chiamata quando è necessario per ripristinare l’ordine o alzare il volume dell’intensità almeno fino a quando gli altri non si sintonizzano sulle proprie corde e frequenze. Un qualcosa che il gladiatore bianconero ha dimostrato anche nell’ultima sfida contro Cremona, in quella sfida che a tratti sembrava poter essere una sorta di remake del match di andata e che alla fine, invece, Caserta è riuscita a rovesciare e mettere in cassaforte. Un match dove come al solito l’entrata di Andrea Michelori ha apportato quella ventata d’aria fresca specialmente in difesa e su quel pick and roll che stava assolutamente facendo del male ai bianconeri (gioco sul quale ormai il marchio di fabbrica del lungo lombardo è quello dello sfondamento preso). Data la zampata e rimessi i compagni al proprio posto, il combattente milanese è tanto al suo, seduto ad incitare i compagni in attesa di sapere se il proprio contributo dovesse servire ancora – come in altre occasioni – oppure no. Per fortuna di coach Molin e della sua tattica spiegata in conferenza stampa dell’utilizzo dei lunghi mobili per aprire il campo in attacco e pressare il pick and roll in difesa, non ce ne è stato bisogno, visto che gli altri protagonisti hanno rimesso le cose a posto e portato a casa due punti che però al momento regalano solo una gioia a metà cosi come spiega lo stesso Andrea Michelori: «Purtroppo continuiamo a vincere, abbiamo portato a casa altri due punti, che non servono ancora a niente. Non possiamo festeggiare la post season ed allora proveremo a farlo tutto in quaranta minuti. Da un lato credo che faccia piacere a tutto il movimento, visto che vuol dire che il nostro campionato quest’anno è molto equilibrato, dall’altra un po’ di sfortuna c’è, considerando che nell’anno in cui ci possiamo giocare questa possibilità e arrivando a 30 punti, non ce’è la matematica partecipazione. Ma non ce ne facciamo un cruccio».
Prima di passare a Pistoia e agli ultimi quaranta minuti, che partita è stata con Cremona?
«una partita difficile dove di fronte c’era una squadra, noi, che avevamo tutto perdere e un’altra, loro, che invece giocava senza nessun pensiero. Questo per più di un tratto ha reso il nostro attacco molto più meccanico del solito mentre i loro tiri erano più fluidi e quindi entravano con continuità. Però la buona notizia è che dopo ogni canestro subito, non ci siamo mai disuniti e abbiamo sempre continuato a giocare fino a che non abbiamo trovato il nostro ritmo».
Paura di vincere?
«Ci può stare quando hai un obiettivo importante da raggiungere, ma la cosa importante è vincerla e noi l’abbiamo fatto».
E come dicevi prima, ora ci si gioca tutto a Pistoia…
«In un match difficile, contro una squadra carica, ma soprattutto un ambiente carico. Già normalmente il pubblico aveva dimostrato quest’0anno di seguire molto la squadra, ora lo farà ancor di più. Noi però non dobbiamo curarci di questa cosa. Dobbiamo scendere in campo e giocare la nostra pallacanestro, imporre il nostro gioco e non farci schiacciare dal loro pubblico».