I bianconeri danno un calcio al fantasma delle partite esterne (ultimo successo il 26 dicembre a Siena, un girone fa), alla maledizione del Serradimigni (non si vinceva da 8 anni ed era l’unico campo rimasto ‘nemico’ dal ritorno in Lega A), alla paura di vedersi appaiati a Pistoia. Tutto in un colpo: in 38’ di rara bellezza per grinta, abnegazione, astuzia e voglia di vincere. Sorvoliamo sugli ultimi 2’ così nessuno si prende collera, ma i primi 38’ sono da enciclopedia del basket. Sassari ha peccato di presunzione (l’hanno detto il presidente Sardara e coach Sacchetti), sapeva di vincerla, pensava di avere la strada asfaltata… si è presa una bella ‘asfaltata’. Sì, perché il +3 finale non rende giustizia alla Juve ed a quanto visto sul parquet. Un’orchestra diretta dal maestro Molin che ha suonato una musica sinfonica dove ogni strumento è andato a tempo con l’altro: dalla regia di Moore (che ha cancellato Marques Green e Travis Diener, mica ‘pizza e fichi’), alla mano caliente di Vitali e Roberts, alla solita leadership di Mordente, ai numeri entusiasmanti di Brooks, alla solidità di Scott e Michelori, all’energia di un buon Easley. In otto per spazzare via il fantasma Dinamo e tornare a sognare i playoff. Forse non solo l’ottava piazza.
BROOKS AND ROBERTS, CHE SHOW. Il primo periodo di Roberts si consegna tra le prove più devastanti di una guardia bianconera dai tempi di Kareem Townes. L’ho punzecchiato più volte, ho messo l’accento sulla sua scarsa predisposizione a prendersi responsabilità offensive, a farsi vedere quasi ‘0’ nel momento del bisogno. Da diversi mesi a questa parte il trend è cambiato ed il texano sta facendo le cose per bene. Brooks, difficile trovare altri termini per descriverlo. Devastante, immarcabile, impavido, straordinario: boh, fate voi. So solo che, quando c’è bisogno di mettere due punti sicuri, gira e gira, sempre da lui vai. E lui lo fa divinamente. Probabilmente non lo rivedremo più a Caserta: dispiacerà tanto perché è un gran giocatore ed un bravissimo ragazzo. Una cosa è certa: la Juve non sbaglia un ‘4’ da una vita ed, ormai, è facile immaginare che anche il prossimo, se ci sarà un cambio, sarà forte. Scommettiamo?
LA VITTORIA NEL PREGARA. Il successo di Pistoia a Viale Tiziano in Roma di sabato sera aveva gettato nello sconforto la stragrande maggioranza del popolo bianconero (salvo rari casi di gente che, ho visto coi miei occhi, ha piazzato anche soldi sul 2 dei bianconeri al Serradimigni). Subito dopo la vittoria in terra sarda tutti i tesserati casertani si sono affrettati a svelare il segreto dell’impresa sarda: la partita l’hanno vinta sabato sera dopo aver visto il risultato di Pistoia. Dopo lo scoramento iniziale, la squadra ha fatto quadrato (si dice che sia stato capitan Mordente ad accendere la miccia), si è compattata e si è detta: “Ora vinciamo anche noi”. Quando tutto parte dalla testa, anche le gambe ed il cuore ti seguono.
LO SCHERZO DEL DESTINO. La Juvecaserta è a 28 con due giornate ancora da disputare. Dato per assodato che i bianconeri batteranno Cremona (ok, fate gli scongiuri), si salirà a quota 30. Storicamente col 50% di successi, stacchi di diritto un posto nel grande ballo dei playoff. Paradossalmente potrebbe non bastare qualora Pistoia continuasse a vincere e si decida tutto nell’infuocata sfida, all’ultima giornata, in terra toscana (alzi la mano immediatamente chi avrebbe scommesso che, eventualmente, l’ultima giornata sarebbe stata decisiva per un posto playoff tra questi due team). E’ uno strano scherzo del destino, sperando di non doversi giocare tutto in 40’. Sarebbe, sportivamente, drammatico.
VERITA’. Caserta merita un posto nei playoff: è un mantra che sto ripetendo da non so quante settimane e lo credo fermamente. Lo merita la squadra capace di andare oltre ogni sorta di scetticismo e conquistarsi rispetto ovunque. Lo merita lo staff tecnico che ha preso la pesantissima eredità del duo Sacripanti-Oldoini, ha zittito gli scettici, ha lavorato sodo, duro, in perfetta coesione, con poche parole e tanti fatti. Lo merita la società perché, mai come in questa stagione, alleluja, abbiamo occupato gli spazi su giornali, tv, radio e siti internet per parlare solamente di basket e non di stipendi non pagati, giocatori in fuga, problemi ad arrivare alla prossima partita. Lo meritano quei 2000 fedeli, sì perché i tifosi della Juvecaserta sono 2000 circa, ci sarebbero ovunque, in qualsiasi categoria: non conta capirci qualcosa, ai tifosi non è richiesto. Conta esserci e ben vengano tutti sul carro. Caserta ha bisogno di tutti. Caserta merita i playoff.