Una mattinata diversa quella in casa Juve per tutto lo staff tecnico, squadre e società che in occasione dello scrimmage nel pomeriggio ad Avellino, hanno approfittato per trascorrere qualche ora all’interno degli edifici di coloro che sono gli unici e veri partner bianconeri la Pasta Reggia. Una sorta di visita guidata tra i vari passaggi e momenti della lavorazione della pasta fino ad arrivare all’impaccamento e l’imballaggio prima di essere spedita. Un tour che ha divertito e intrigato tantissimo gli stessi giocatori bianconeri che si sono lasciati andare anche a piccoli sketch a dimostrazione che il break dell’All Star Game ha rinfrancato il corpo, ma soprattutto la mente cosi come ha avuto modo di affermare anche Ronald Moore: «Questo tipo di break, questo tipo di sosta molto probabilmente è arrivato nel momento migliore di questo finale di stagione. Una pausa che ci ha permesso di staccare da un periodo di partite dure, da un periodo duro dal punto di vista mentale, ed avere giusto un paio di giorni per non pensare al basket ha fatto bene, perché ci siamo rilassati. Ora però siamo pronti e carichi sia fisicamente che mentalmente a riprendere la normale mole di lavoro quotidiano e pronti a scendere in campo per quella che sarà la prima di quattro finali per provare a portare a casa e realizzare insieme ai tifosi e tutta la società il sogno dei playoff».
Varese o Bologna, quale il rammarico più grande?
«Ovvio che il rammarico resta per ambo le partite per il semplice motivo che sapevamo sia prima di Bologna che prima di Varese di essere in grado, come squadra e come talento individuale, di portare a casa ciascuna delle due trasferte. Purtroppo abbiamo avuto dei momenti di calo nei momenti importanti della sfida sia con la Virtus che con la Cimberio e siamo tornati a casa a mani vuote. Questo però non ci deve assolutamente demoralizzare. La stagione non è finita, niente è ancora perduto e siamo ancora in ottava posizione. Quindi ci rimbocchiamo le maniche, riprendiamo il nostro duro lavoro settimanale e cercheremo di imparare dai nostri errori ei di mettere in pratica tutte le indicazioni che coach Molin e tutto lo staff ci daranno per evitare di commetterne ancora».
Ora però si gioca in casa e quando la Juve gioca in casa lo si sa è un’altra squadra…
«Assolutamente siamo una squadra differente e credo che la principale spiegazione derivi dall’energia che riusciamo a trarre dal calore del pubblico e dal fatto di sentirci molto più sicuri e molto più in fiducia in quello che facciamo in campo quando siamo al Palamaggiò, riusciamo a creare e riprodurre in basket di alto livello, tutta la positività e l’energia che arriva dagli spalti».
Per quanto ti riguarda, sembra che ora ti senta molto più a tuo agio in questa squadra…
«Il tempo passa in fretta e giorno dopo giorno sia dal lato del giocatore che da quello dello staff tecnico si fanno sempre dei passi in avanti in termini di conoscenza di quello che puoi fare come giocatore e quello che ti chiedono di fare. Una sinergia che sta crescendo di volta in volta ed ora mi sento molto più a mio agio con tutta la squadra e il basket che si vuole giocare. Speriamo di poter dare sempre una grande mano e conquistare i playoff».
Quale la chiave del prossimo impegno?
«Giocare una partita dura e di cuore. Non a caso quando abbiamo giocato in questo modo siamo riusciti non solo a competere, ma anche battere al Palamaggiò squadre importanti come Cantù o come Reggio Emilia che sono davanti a noi in classifica. Sappiamo che Siena appartiene al rango dei grandi team come quelli precedentemente indicati, ed ecco che dal punto di vista dell’energia dobbiamo giocare una partita simile alle altre».