«E’ stata una settimana importante dove abbiamo recuperato e curato tutti quelli che erano gli aspetti fisici e poi anche quelli mentali. All’appello dopo l’All Star Game mancano ancora i giocatori che hanno preso parte alla kermesse di Ancona, ma da domani (oggi ndr) tutto tornerà alla normalità e saremo pronti per iniziare a mille la preparazione ad una sfida importante come quella contro Siena di sabato pomeriggio». Esordisce cosi l’instancabile braccio destro di coach Lele Molin, Giacomo Baioni. Esordio nel commentare la fine dell’ultima prevista per questa stagione e l’ultimo break comune a tutte le partecipanti per quello che sarebbe dovuto essere lo spettacolo delle stelle e che invece ha lasciato, forse, un pizzico di amaro in bocca a tutti gli spettatori presenti e non al Pala Rossini, che si attendevano un match più sfavillante specialmente da parte della selezione straniera, che invece ha deluso un pochino con i suoi poco più di 50 punti finali.
Specialmente dal punto di vista mentale, la pausa dell’All Star Game, è arrivato in un momento giusto, considerate le due sconfitte in trasferta?
«Ci sono momenti della stagione come quello che abbiamo appena attraversato noi e fatto di due sconfitte consecutive, dove la squadra beneficia e come da un momento di break e quindi da un momento in cui allontanarsi dalla normale routine ti permette di svuotare la mente da tutti pensieri che ti avevano pervaso ed averla sgombra per un finale di stagione dove l’obiettivo è quello di tentare di aggiungere questo nuovo mattone ad un muro che avevamo già costruito con la conquista della salvezza».
L’unica nota negativa di questa pausa è il prolungamento dei tempi di recupero dell’infortunio d Tommasini…
«Un brutto colpo sia perché Claudio stava crescendo all’interno delle nostre rotazioni, sia perché è un giocatore dotato di un fisico che ci poteva essere molto utile. Ma ala di là della questione tecnica, sono molto dispiaciuto per lui come persona e spero che possa tornare quanto prima possibile».
Il tutto sempre nella parte finale dei vari gironi: Moore in quello di andata e Tommasini ora in quello di ritorno…
«Due momenti importanti non solo di squadra, ma anche dei singoli. Ma ogni volta che ci è capitato una situazione del genere o qualsiasi altro problema, abbiamo sempre trovato la forza di tenere duro e di fare un passo in avanti anche per chi non c’era. E sono convinto che anche questa volta sarà cosi».
Anche perché la prossima tappa avrà per voi un valore fondamentale nella corsa ai playoff, giusto?
«Siamo consci che quella che ci aspetta è una sorta di crocevia per la conquista dei playoff. Crocevia perché giochiamo contro una squadra come Siena che ha sempre il solito appeal e quindi la voglia di tutti di fare bene, ma soprattutto perché giochiamo in casa che fino a questo momento è stata la nostra roccaforte. Tutti abbiamo mille motivi per arrivare molto carichi ad una sfida cosi importante su diversi fronti».
Uno dei dati a vostro favore e che fanno passare per un attimo in secondo piano il fatto di giocare contro una squadra di tutto valore come quella toscana, è legato alle vittorie casalinghe che la Juve ha materializzato contro team sulla carta superiore come Avellino, Reggio Emilia o Cantù…
«E’ un dato di fatto che quel tipo di nostre prestazioni sono per noi un punto da cui partire. Un punto che deve restare ben fisso nel nostro inconscio per essere concentrati e da riproporre sabato per confermare quanto di buono abbiamo dimostrato di saper fare in casa da dicembre e sotto la spinta di un pubblico come quello del Palamaggiò che spero possa essere quello delle grandissime occasioni e quindi incandescente e pronto a spingerci oltre il nuovo ostacolo».
Come e dove si batte la Montepaschi Siena?
«Giocando una partita disciplinata e ordinata contro una squadra che ha delle gerarchie offensive ben precise e tutte basate sul perimetro da dove arrivano i maggiori pericoli. In difesa, poi, sono una squadra che fanno tante cose e se posso permettermi diverse da tutte le altre squadre di questo campionato. Nella nostra di metà campo,invece, dovremo tornare a ruggire e difendere come abbiamo sempre fatto in casa e mettere il tutto su un piano fisico, della fisicità e della energia che rappresentano le nostre chiavi più importanti da sfruttare insieme al calore del Palamaggiò».