Da vero guerriero e gladiatore del parquet non poteva essere altrimenti: Andrea Michelori non sotterra l’ascia di guerra e si prepara alle ultime sfide di una battaglia che nel bene e nel male la Juve ha dimostrato di poter vincere e di poter portare a casa. Una battaglia che i bianconeri torneranno ad affrontare – quando il weekend delle stelle avrà fine e con i vari Roberts, Brooks e Vitali di ritorno dalle varie competizioni di Ancona dove avrà luogo la kermesse delle stelle – su un terreno a se congeniale, quello di Pezza delle Noci. Un terreno ed un campo di battaglia dove la Juve ha dimostrato di non temere il confronto con nessuno e che nonostante la differenza di roster, di nomi e di posizioni in classifica, i conti vanno fatti per bene e fino alla fine. Basta chiedere a tante formazioni che hanno dovuto lasciare sulla strada che porta all’impianto di Castel Morrone i due punti in palio e non ultime contendenti a quelle otto posizioni che ormai sono sempre più un sogno possibile per la truppa di coach Molin. Basta chiedere ad Avellino o per non andare troppo indietro nella memoria alla Cantù di Sacripanti, Oldoini e Gentile che proprio nel giorno del loro primo ritorno all’ombra della reggia da avversari dopo diversi anni da protagonisti (sei per Oldoini, quattro per Sacripanti ed uno appena per Gentile), si sono ritrovati di fronte una squadra che definire la bellissima copia di quanto in genere Brooks e compagni hanno dimostrato in trasferta, è un vero e proprio eufemismo. «Ad essere sincero prima di affrontare queste due trasferte – ha commentato Michelori nell’analizzare la doppia sconfitta nelle ultime due settimane contro Bologna prima e Varese poi – pensavamo di poter riuscire a presentarci a questa pausa e successivamente alla settimana di avvicinamento alla sfida con Siena, con almeno una vittoria in tasca. Avevamo di fronte due avversarie che potevano essere alla nostra portata e quindi un pizzico di rammarico c’è, specialmente guardando ai risultati che sono arrivati poi alle nostre spalle sia nella prima che nella seconda sconfitta».
Ti ha lasciato più amaro in bocca Bologna o Varese?
«Probabilmente Bologna, visto che personalmente ritengo che anche dal punto di vista degli accoppiamenti personali in campo era molto più alla nostra portata. Varese da questo punto di vista, invece, aveva qualcosa in più che ha sfruttato, cosi come ha sfruttato i nostri cali e la serata al tiro dei loro esterni. Purtroppo noi non siamo stati capaci di replicare e alla fine il risultato è stato quello che è stato».
Questa pausa, secondo te, serve a rigenerare più lo spirito che le gambe?
«Probabile che non avendo una immediata partita si possa avere quel pizzico di rilassatezza in più che ci potrà servire. Quello in cui non dobbiamo avere rilassatezza, però è la condizione fisica. Nonostante la pausa per l’All Star Game non solo non dobbiamo scendere di livello, ma addirittura aumentarlo. D’ora in poi ci saranno quattro finali da giocare ed è tutto ancora possibile».
La prima è contro una Siena che nonostante tutto non ha gettato la spugna…
«Se mettiamo da parte per un attimo l’elemento della soddisfazione per noi e per i tifosi, che si può avere nel vincere contro una squadra come Siena, quello su cui dobbiamo essere maggiormente concentrati è come dicevo in precedenza mantenere inviolato il Palamaggiò come nelle ultime settimane. Le ultime sconfitte hanno permesso alle altre di avvicinarsi e di creare un gruppone alle nostre spalle e dal quale dobbiamo difendere la nostra posizione».
Inatnato oggi pomeriggio la Pasta Reggia Caserta sosterrà uno scrimmage di allenamento con la Sidigas Avellino. L’allenamento avrà inizio alle ore 17.00 al Palamaggiò e, per accordo tra le società, sarà a porte chiuse e senza punteggio.