Due volte a distanza di pochissimo tempo. Due chiamate da parte di coach Pianigiani che significano maglia azzurra e Nazionale italiana, che a loro volta significano un crescente di rendimento e di attenzioni nei confronti di un giocatore che con la maglia bianconera ha trovato finalmente la possibilità di incamminarsi sul sentiero del professionismo ad alto livello, ma soprattutto di affiancare a quest’ultimo quello che è il sogno di ogni sportivo, rappresentare il proprio paese, indossare quella canotta o semplici magliette da allenamento con su scritto ed impresso il nome: Italia. Sicuramente non la prima volta in assoluto che l’esterno bolognese porta sulle spalle i colori del BelPaese, considerando che è stato uno dei protagonisti dell’argento di Bilbao negli Europei di categoria Under20 che videro l’Italia di Sacripanti soccombere solo ed esclusivamente al cospetto della Spagna. «Dal punto di vista personale una grandissima soddisfazione – ha commentato a riguardo lo stesso Michele Vitali in diretta dal raduno azzurro di Ancona -. Non può essere altrimenti, considerando che ricevere la convocazione della propria Nazionale è il sogno di ogni giocatore di pallacanestro, ma in generale anche di ogni sportivo. Un sogno che è diventato realtà a livello senior, proprio da quando sono arrivato qui a Caserta. Ed è con questa maglia che giorno dopo giorno ho potuto giocarmi le mie possibilità non solo nel massimo campionato italiano, ma anche quella di essere preso in considerazione da parte del Commissario Tecnico Pianigiani. Se dall’inizio della stagione sono migliorato tanto e ho fatto tanti passi in avanti è anche merito della Juve e di coach Molin che hanno creduto in me e quindi questo risultato e questa mia grande soddisfazione è anche merito loro».
Quindi se dovesse finire ora il tutto ti senti soddisfatto sia dal punto di vista personale che di squadra?
«E’ logico che non ci si può mai sentire arrivati. Tutto questo che sto vivendo è solo un punto di partenza e voglio continuare a migliorarmi e a crescere visto che c’è ancora tanta strada da fare. Per quanto riguarda la squadra, anche in questo caso non possiamo non essere contenti soprattutto se pensiamo a quello che era il nostro obiettivo stagionale, se pensiamo a come abbiamo iniziato, a come siamo incappati in quel periodo tremendo di cinque sconfitte consecutive e a come abbiamo saputo reagire mettendo in cassaforte non solo la salvezza anticipata, ma regalandoci anche la possibilità di giocarci il sogno dei playoff, non possiamo che ritenerci soddisfatti. Anche in questo caso, però, non possiamo ritenerci appagati, abbiamo la possibilità di fare un altro passo in avanti e di conquistare un qualcosa di importante e ci vogliamo provare fino alla fine. Non vogliamo mollare, ci sono ancora delle possibilità e le sfrutteremo».
Cosa manca a Caserta per vincere in trasferta?
«Non si va molto lontano da quella che è l’estensione su tutti i quaranta minuti di quello che riusciamo a fare a volte nella parte iniziale delle partite e a volte, come a Varese, quando riusciamo a piazzare un break importante che potrebbe condurci alla vittoria. Quello che dobbiamo riuscire a fare è controllare l’aggressività delle squadre casalinghe che inevitabilmente aumentano la loro pericolosità, cosi come facciamo anche noi quando giochiamo al Palamaggiò, ma allo stesso tempo tenere alta la nostra evitando quei momenti di cali che hanno condizionato le partite sia contro Varese che contro Bologna. Paura di vincere o perdere? Sincero non ho avvertito questo tipo di sensazione nemmeno nella squadra, ma sicuramente una vittoria potrebbe cambiare il volto di tante cose, le vittorie migliorano sempre le cose».
A prescindere dall’avversario, la prossima in casa è una tappa fondamentale per i playoff…
«E’ una delle quattro finali che ci attendono da qui alla fine. In casa abbiamo una spinta in più dei nostri tifosi e proveremo ad essere quelli capaci di compiere imprese e grandi vittorie come contro Avellino e Cantù. In questa settimana, proveremo a ricaricare anche le batterie per presentarci al massimo e pronti per le ultime battaglie».