Il sorriso è tornato nell’ambiente sammaritano. Emblematico è il volto di Nunzio Di Somma, l’ammiraglio neroazzurro che ha una voglia matta di condurre il Gladiator alla salvezza. Con tono dimesso, dopo aver urlato per oltre novantotto minuti di gioco effettivo, il trainer di Castellammare di Stabia si gode il ritorno alla vittoria di quella che ha sempre considerato la sua seconda casa calcistica. Se i neroazzurri hanno ritrovato un barlume di bel gioco e la voglia di imporsi, gran merito è del giovane tecnico campano che ha rimesso in sesto un organico allo sfascio, che appena un mese fa era dato per retrocesso. Egli dimostra di essere una grande persona, sin dal primo intervento, quando ricorda con onore una persona appena scomparsa: “Come voluto dall’intero entourage, voglio salutare Giovanni Fumo, uomo di calcio che ha fatto parte di questi colori e che ha dato tanto in ogni piazza calcistica in cui è stato. Un saluto alla famiglia da parte di una società che ha potuto conoscere la sua professionalità e competenza”.
La prestazione. Poi egli prosegue con l’analisi del match: “Forse qualcuno non sapeva che la gara con il Real Metapontino fosse molto complicata, più difficile delle sfide con Marcianise, Monospolis e Taranto. Anche si trattava di una compagine alla nostra portata, si è dimostrata un osso duro e ci ha dato del filo da torcere”. Anche contro gli ionici il punteggio è rimasto in bilico fino all’ultimo, dato su cui si sofferma Di Somma: “Altre volte c’è andata male, stavolta invece possiamo gioire. Comunque credo che non possiamo rischiare di pareggiare un match che avremmo potuto chiudere nel primo tempo. Nel finale è stato decisivo l’unico intervento di Cerreti che ha negato loro un pari immeritato. Se avessimo qualità diverse, staremmo fuori dai giochi. C’è qualche problema da migliorare come assetto di squadra, ma finché c’è attaccamento alla maglia, si può ancora sperare”.
Bagarre salvezza. Tre punti di vitale importanza per i neroazzurri, dato certificato dal tecnico: “Importante battere il Real Metapontino, in quanto andiamo a fare la corsa non solo su una sola squadra ma coinvolgiamo nella bagarre retrocessione anche il Grottaglie e poi proprio gli ionici. Il campionato conferma così di essere avvincente, non solo in vetta ma anche nelle zone basse. Rispetto alle nostre rivali, siamo più svantaggiati numericamente ma con la vittoria di ieri dimostriamo di essere ancora vivi”. Se di nota dolente si può parlare, ritorna sempre a galla il calo fisico della ripresa: “Era prevedibile una metamorfosi tra prima e seconda frazione. Per molto tempo ci sono stati degli alti e bassi, ed ora ne paghiamo le conseguenze. C’è da mettere in preventivo questa situazione. Più che una precarietà atletica, noto qualche complesso mentale. Esprimiamo molto sotto il profilo mentale, poi al primo avvertimento tendiamo a calare”.
Il ringraziamento. Infine l’ex allenatore della Libertas Stabia e della Viribus Unitis, a domanda fatta sui problemi economici che attanagliano da diversi mesi la compagine, recita testuali parole: “Posso non rispondere a questa domanda. Per una volta voglio rispondere di calcio. Negli ultimi venti giorni non si è fatto altro che parlare di altro; quello che è successo è alla luce del giorno. Mi farebbe piacere parlare di tutte quelle persone che ci hanno dato una mano in questi giorni. Il sindaco ci è vicino, l’addetto stampa, il segretario: a queste persone noi dobbiamo dargli qualcosa. Ognuno di questo entourage, dai dirigenti ai collaboratori fino ai calciatori ed allo staff tecnico e senza dimenticare i tifosi fedelissimi, ognuno toglie del proprio tempo con le famiglie per stare qui”. Quindi non può mancare la dedica di questo trionfo fondamentale: “Tre punti che, mi associo alla voce dello spogliatoio, sono dedicati agli addetti ai lavori. Un ringraziamento particolare ai tifosi che questa settimana ci sono stati più vicini del solito, facendoci sentire a casa nostra”.