Mi ritorni in mente: Varese-Juvecaserta



Gentile marcato da Pittman nella finale di Coppa Italia '88
Gentile marcato da Pittman nella finale di Coppa Italia ’88

Domenica la Juvecaserta sarà di scena a Masnago per affrontare Varese. Nel terzo appuntamento con la rubrica ‘Mi ritorni in mente’ a cura di Lucio Bernardo, andiamo a ripercorrere i confronti con i lombardi. «Quando parliamo di Varese la prima cosa che torna alla mente è la vittoria della Coppa Italia 1988 a Bologna. Snaidero-Divarese fu un duello acceso, la spuntammo dopo un supplementare confermando una tradizione piuttosto positiva con loro. Era la Varese di Corny Thompson, Dino Boselli, il giovane Rusconi, Pittman, Ferraiuolo, Sacchetti, Caneva allenati da un indimenticabile Isaac che quando si presentava in sala stampa era uno spettacolo sentirlo parlare col suo italiano molto maccheronico. Varese-Caserta era il solito duello nord-sud con loro che avevano le canotte piene zeppe di sponsor e noi che al massimo riuscivamo ad averne uno. A tal proposito non dimenticherò mai un episodio curioso che accadde nel 1983. Giocavamo in casa e il loro responsabile della comunicazione si presentò con una cartella  stampa con le statistiche delle due squadre, i profili dei giocatori, cose mai viste fino a quel momento. Solo anni dopo sarebbero state introdotte in ogni palazzetto. Epici i duelli degli anni ottanta. Quella Divarese ci soffriva parecchio. L’anno prima della conquista della Coppa Italia, li ritrovammo in semifinale di Coppa Korac. Perdemmo 84-71 a Varese e per accedere alla finale dovevamo batterli con almeno quattrodici punti id scarto. A meno di trenta secondi dalla fine eravamo 88-75, ci serviva un altro punto per raggiungere quello storico traguardo. Gentile, con uno dei suoi tiri impossibili, segnò la bomba del 91-75 mandando in estasi il Palamaggiò. Sacchetti provò a rispondere, ma vincemmo noi e ci fu una pacifica invasione di campo per festeggiare quel trionfo. Mentre stava tornando negli spogliatoio, Carraria venne alle mani con i tifosi e ci furono momenti di tensione. Ricordo perfettamente la telecronaca dell’indimenticato Mimmo Mingione che dalla sua postazione invitava le forze dell’ordine a fermare quel colosso: «Guardate quell’energumeno, fermate quell’energumeno» chiaro riferimento alla stazza fisica di Carraria che se le stava dando di santa ragione con alcuni casertani. A Varese abbiamo vinto solo cinque volte, ma loro ci soffrivano terribilmente. Sacchetti era il simbolo di quella squadra, la grande Varese, quella formazione che aveva scritto la storia del basket italiano. E c’era un duello sempre molto sentito tra Dell’Agnello e Vescovi. Entrambi di Livorno, non si risparmiavano in campo, mentre fuori ‘Sandrokan’ prendeva simpaticamente in giro il concittadino chiamandolo ‘Marisa’ avendo la mania di mettersi a posto la folta chioma. A Varese è legato anche un rimpianto, quello della stagione ’87-’88. Noi avevamo perso Georgi Glouchkov sostituendolo prima con Arlauckas e poi con Scheffler. Nei quarti di finale playoff incontrammo la Scavolini Pesaro, la qualificazione sembrava a portata di mano e invece perdemmo in casa la prima non riuscendo nell’impresa di vincere nelle Marche. Se fossimo andati in semifinale avremmo trovato quella Divarese già battuta in Coppa e sono convinto che saremmo andati a sfidare per l’ennesima volta Milano».  




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