Molin striglia la sua Juvecaserta



Coach Molin
Coach Molin

«Per l’ennesima volta in una partita non di grande pallacanestro, non siamo riusciti ad avere nei momenti cruciali un po’ di durezza sia mentale che fisica. Dall’altra parte la Virtus è stata brava ad approfittare di questa nostra mancanza e con la spinta del pubblico ha giocato un ultimo periodo mettendoci in grande difficoltà». Sospiro di sollievo e poi come al solito l’analisi più lucida e veritiera che ti potresti aspettare dopo una partita ed un’occasione persa come quella della Juve a Casalecchio contro la Virtus. Non che nella sala stampa della Unipol Arena sia arrivato per la prima volta un Lele Molin che lucidamente a caldo ispeziona i quaranta minuti da poco terminati sul parquet, ma dato quello che si è visto in campo e dato i risultati che erano arrivati dagli altri campi, il livello di arrabbiatura poteva essere tale da non avere tanta voglia di parlare. Ed invece Molin di parole ne dice tante e soprattutto non le nasconde. Parte in maniera soft per poi arrivare dritto al punto e cioè quello in cui la sua squadra deve fare un passo in avanti se vuole essere considerata bella in casa e in trasferta, ma soprattutto vuole essere considerata una delle prime otto squadre di questo campionato quando l’ultima palla a due della regular season sarà alzata. «L’unica cosa che mi sento di dire in questo momento alla mia squadra – ha continuato un sincero e a tratti arrabbiato timoniere bianconero – è che se vogliamo giocare i playoff, se vogliamo essere una protagonista della post season, dobbiamo crescere in trasferta. Dobbiamo vincere in trasferta anche senza giocare bene o splendidamente bene, ma dobbiamo essere in grado di essere duri, andare attraverso i contatti, vuol dire non sbagliare i tiri liberi nel momento in cui sono fondamentali, essere capaci di leggere il tempo della partita visto che in alcuni momenti siamo stati molto disordinati ed indisciplinati nel gestire il nostro gioco ed il nostro attacco. Peccato, perché abbiamo perso un’occasione per fare un passo in avanti, ma ormai non si guarda indietro».

Riesce a trovare, nonostante tutto, la possibilità di vedere questa sconfitta come un bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto?



«Il bicchiere mezzo pieno questa squadra l’ha sempre visto. Noi siamo andati a giocare a Brindisi e Roma e sempre nelle condizioni nell’ultimo quarto di fare la partita, ma sistematicamente non riusciamo a concretizzare. Quindi posso dire che è ormai da tempo che vediamo questo bicchiere mezzo pieno, mentre per quello mezzo vuoto e da riempire forse ci vuole ancora un po’ più di tempo».

Quindi dove bisogna intervenire maggiormente?

«Forse è un’esagerazione dire che non siamo pronti, ma siamo ancora li tutti nella corsa per andare alla post season. Ma come dicevo in precedenza per conquistarli e soprattutto per giocare una fase della stagione cosi cruciale come quella finale e la post season, dobbiamo essere più duri o altrimenti non siamo e non possiamo giocare la post season. Non basta dimostrare in alcuni momenti di essere belli, di essere bravi e di essere generosi, però non possiamo permetterci di prendere un lay up comodissimo dopo essere andati avanti di due punti, non possiamo permetterci di sprecare situazioni che ci capitano come quella del fallo intenzionale a nostro favore con 5 liberi da tirare e ne mettiamo solo tre. Ne abbiamo sbagliati altri in alcuni momenti importanti e fondamentali del match che ci potevano dare un vantaggio diverso, ed invece, niente. Ogni volta che siamo sotto pressione i nostri tiri girano sul ferro. Un’insieme che mi porta ad un’unica conclusione e cioè che ci dobbiamo dare da fare e dobbiamo cambiare modo di giocare in queste situazioni e dobbiamo adeguarci a questo livello fisico e lo dobbiamo fare anche in fretta, considerando che non credo che la Virtus in questo momento sia questa massima espressione della pallacanestro fisica». 


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