Casertana: non è tempo di esperimenti e domenica bisogna interrompere il digiuno



Cruciani in azione contro il Messina
Cruciani in azione contro il Messina (FOTO GIUSEPPE SCIALLA)

Tre punti in sei gare. L’ultimo successo è datato 16 febbraio 0-1 a Castel Rigone. I numeri sono lo specchio del momento che attraversa la Casertana. Un momento non certo fortunato, figlio, evidentemente, di un appagamento e di un eccessivo dispendio di energie mentali. A Messina ci si attendeva un’altra Casertana. E’ innegabile che chi ha assistito all’incontro ma si sarebbe immaginato di poter vedere Fumagalli battuto dopo quindici minuti! Peloritani molto più affamati, determinati, decisi a vincere. Qualità che da oltre un mese mancano ai rossoblù. Evidentemente si sono messi a ‘dieta’, ma è tempo di interromperla. Il problema è puramente mentale perchè nella ripresa, con i dovuti accorgimenti tattici, la musica è cambiata.In superiorità numerica si è rivista la Casertana di inizio 2014. Lucida, ispirata, volitiva, poco cinica è vero, ma questo è un problema vecchio come il mondo poichè sin da inizio anno si è deciso di non ingaggiare una prima punta affidandosi all’estro e alla velocità degli attaccanti attualmente in rosa. Per quanto concerne poi il discorso tattico, quel 4-3-1-2 proprio non ha convinto. Al di là degli interpreti (Cruciani non è certo un trequartista per non parlare dell’inedita coppia Varriale-Mancino), che motivo c’era di sperimentare in una partita così delicata? Si sapeva che il Messina avrebbe attaccato sin dalle primissime battute. Provare a cambiare nonostante Grassadonia e i suoi avessero imparato a memoria il modulo avversario (cosa fatta anche dai rossoblù) non ha portato frutti sperati. Ugolotti se n’è reso conto assumendosi parte delle responsabilità. L’inserimento nella ripresa di Agodirin e Bacio Terracino tornado così all’antico, ha cambiato volto di una squadra fino a quel momento in crisi di identità. Proprio il grande secondo tempo ha evidenziato un aspetto che non tutti i colleghi siciliani non hanno percepito. La Casertana non è stanca fisicamente (come letto su alcune testate di sponda giallorossa), ma solo mentalmente. Si tratta di un appannamento psicologico perchè dopo aver ottenuto l’obiettivo, dopo aver fatto parlare e accendere i riflettori dell’Italia del calcio, c’era da aspettarsela una pausa mentale. Castel Rigone è stato l’apice della parabola che subito dopo ha iniziato a scendere. Il rimedio per restituire il sorriso ai tifosi? Molto semplice: tornare a vincere già domenica dimenticando queste amarezze a cui pubblico e addetti ai lavori non erano abituati da un bel po’ di mesi.




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