Un poker, forse troppo duro, quello rimediato dal Gladiator al ‘Progreditur’ al cospetto della nuova capolista Marcianise. D’altronde è lo specchio di una stagione nata male e proseguita peggio, in cui la squadra non riesce mai ad esprimersi al meglio con una difficoltà enorme a creare occasioni nitide sotto porta per andare in gol. Il Gladiator è in agonia e si deve fare qualcosa per salvarlo. Un enorme plauso va fatto alla società del Marcianise che si è mostrata solidale e rammaricata per quanto sta avvenendo ai ‘cugini’ nerazzurri, ma gli applausi e le pacche sulle spalle i colori di una città, Santa Maria Capua Vetere, 90 anni di calcio ininterrotti il marzo scorso, li dovrebbe meritare per il gioco espresso e per i risultati. E capita che in sala stampa, il timoniere di questa ciurma che si è ammutinata spesso per i motivi noti a tutti, alle domande dei giornalisti si commuova, mostrando di tenerci tanto, tantissimo ad una realtà che cola a picco e che vuole lui, assieme a pochissimi altri, salvare a tutti i costi (o quantomeno portare ai play-out). Il distacco sulle squadre che precedono si allunga ulteriormente e tra penalizzazioni, problemi societari, infortuni e squalifiche non si può lavorare in modo sereno. “E’ difficile far girare tutto per il meglio quando in settimana non ci si può allenare in maniera serena per problemi che esulano strettamente dal campo”, così Di Somma che rilancia un appello: “Rinnovo l’invito a chi voglia prendersi una responsabilità ben precisa: essere il nostro presidente. Uno che sappia cosa fare e far fare, perché da allenatore non posso cercare di aggiustare tutto con tutti. Voglio dare una speranza a chi crede ancora in questi colori gloriosi. I play-out? Ci voglio credere, perché non era a Marcianise che dovevamo vincere, ma dobbiamo avere la possibilità di esprimerci. Siamo in autogestione e almeno questo ce lo consentono, ma con una società assente e dopo che per 3 mesi questi ragazzi sono stati stuprati e portati a non fidarsi più di nessuno, è giunto il momento di vedere seriamente come risolvere il problema. Io la barca non la abbandono – prosegue Di Somma – perché sarebbe da vigliacchi e io forse non avrò vinto tanto in carriera, ma rappresento un punto fisso, anche per le scelte meritocratiche che metto in atto ogni domenica e per questo voglio provarci a salvare la squadra”. Sulla gara, invece, il mister afferma: “Mi aspettavo una prestazione come quella di Taranto, ma sapevo che sarebbe stata dura, volevamo onorare la maglia e non ci siamo riusciti del tutto, anche se abbiamo giocato la palla. Il passivo forse è pesante perché frutto di errori nostri, ma abbiamo concesso 3 o 4 occasioni da rete. Il Marcianise, che non è in testa per caso, le ha sfruttate al meglio. Spero solo che questa battuta di arresto per 4-0 non segni psicologicamente ulteriormente i ragazzi. Inizia una serie di partite fondamentali e se stiamo bene ce le possiamo giocare”.