«Io credo che Chris nelle ultime partite, specialmente se ci soffermiamo alle sfide in casa, ci sta dando veramente molto. La sua serie di tiri da tre punti è stata quella che ci ha permesso di prendere un largo vantaggio che potremmo anche definirlo irreale e per un semplice motivo». Ha esordito in questo modo Lele Molin nella conferenza stampa immediatamente dopo il grande successo della sua Juve contro la Cantù degli ex Sacripanti, Oldoini e Gentile. Un Molin visibilmente soddisfatto e visibilmente contento del lavoro della sua truppa, ma soprattutto della forza mentale che Caserta ha dimostrato nel reagire quando l’attacco non era più stratosferico come nella prima parte e compensando il tutto con la difesa. «Nel momento in cui abbiamo abbassato le nostre percentuale – ha continuato lo stesso timoniere bianconero – e abbiamo commesso qualche errore, Cantù è stata brava a sporcarci il tema del gioco. Dopo di che il tutto è tornato sui binari della normalità e della prevedibilità ovvero di un match tirato e punto a punto».
Ma quella di domenica è stata la serata anche di un altro protagonista importante…
«Di sicuro è stata la partita di Moore. Di fronte Ronald aveva un giocatore come Ragland e quello che si è visto in campo è stato un giocatore che in attacco lo ha messo in difficoltà, che ha difeso forte limitandolo, ma soprattutto un giocatore che al di là del duello personale ha aiutato la squadra, l’ha messa in ritmo e questo è stato fondamentale. Quindi niente contro Roberts, se proprio dobbiamo dare una menzione particolare e personale all’interno di quella che assolutamente definisco la partita del gruppo con ognuno dei giocatori che sono stati pronti a dare il proprio contributo, Moore è quello che mi sento di menzionare. E’ arrivato in punta di piedi, non ha mai accelerato i tempi. Si è sempre messo a disposizione dei compagni e in una partita importante ha fatto il suo passo in avanti».
Gran parte delle volte in cui avete perso dell’inerzia della partita era dovuto ai cambi difensivi di Cantù. Li avete sofferti tanto?
«I cambi di difesa o quelle mescolate con alcuni passaggi a zona per poi passare a uomo, ci hanno un po’ tolto di ritmo e quindi una parte del merito va a questa scelta. Dall’altra parte, però, noi in qualche occasione non abbiamo avuto la pazienza di attaccare e cercando per lo più il fuoco d’artificio per chiudere il tutto perché eravamo in ritmo. Però come sempre siamo stati capaci di compensare un attacco non brillante, con un lavoro difensivo encomiabile e quindi penso che ce la siamo meritata questa vittoria».
Quindi a conti fatti, la difesa ha vinto sull’attacco…
«Abbiamo giocato una buona difesa contro un eccellente attacco, mettendo in campo quello che avevamo preparato e l’abbiamo fatto con disciplina e sforzo mentale e fisico».
Cosa hai pensato al momento dell’antisportivo a Brooks?
«Sincero non me ne sono reso conto. Chiaro che Jeff questa partita la viveva in maniera particolare. Un fallo tra due giocatori che più di tutti sentivano la sfida. Poteva essere decisivo per i 5 punti consecutivi, ma poi Jeff abbia reagito da campione».
Nella conferenza stampa di presentazione alla partita, si era messo in evidenza di come la Juve avesse giocato bene e vinto delle prime sei della classifica solo contro Siena. Il conto si allunga e la classifica si muove. La guarda ogni tanto?
«Direi che dopo tante occasioni, finalmente ci siamo riusciti. La classifica mi interessa poco. Abbiamo raggiunto il primo obiettivo matematico della stagione, la salvezza, ed ora guardiamo avanti e puntiamo alla conquista del secondo. La squadra è concentrata per affrontare questa ultima parte di stagione. Abbiamo un percorso complicato, ma ci proviamo, cosi come ci abbiamo provato contro Cantù dove non abbiamo mai fatto un passo indietro».