«L’ultima partita in casa avevo fatto male». E’ stato questo l’incipit che Andrea Michelori si era prefissato prima durante e svelato dopo la sfida contro Montegranaro. Una sorta di imperativo che il lungo milanese trasforma in qualcosa di concreto dal moment che mette piede in campo la domenica. Non gli era piaciuta la propria prestazione casalinga contro Avellino (un solo punto in 12 minuti in campo). Non gli era piaciuta la propria prestazione all’interno di quella che è stata una sfida in cui la Juve ha dominato in lungo ed in largo i propri avversari e si era posto un obiettivo: fare meglio quando il tutto si sarebbe ri-spostato davanti ai propri tifosi. Eppure a Brindisi le cose non erano andate poi cosi male, anzi portando per una delle prime volte nelle ultime uscite coach Molin a cambiare quell’idea di quintetto del quarto periodo in cui il nome di Scott e di Brooks sono due comuni denominatori. Ed invece in Puglia le prove non certo brillanti della front line bianconera avevano fatto spazio a colui che quando entra nel ‘mode’ giusto della stagione cambia letteralmente il volto della propria squadra sia in termini di energia che di impatto su ambo i lati del campo. Ad onor del vero la stagione di Andrea Michelori è sicuramente una stagione diversa da quella di nemmeno un anno fa dove i tanti problemi fisici con i quali era tornato a Caserta ne avevano minato la preparazione ed il proprio rendimento fino ad un certo punto del campionato. Musica totalmente differente in questa. Fascite plantare ed altri problemi solo un lontano ricordo ed un giocatore al pari della tabella di marcia stilata per il re e per il durante del campionato da parte dello staff tecnico ed i risultati si vedono. Tante le occasioni in cui il suo ingresso ha dato la scossa decisiva o quella necessaria per avviare il motore casertano e incanalando il tutto sul binario giusto per poi consegnare il volante ai giovani rampanti per portarla a casa (non un caso che fino a questo momento il computo complessivo del valore plus/minus del lungo lombardo sia in attivo a quota 2,6 con il tutto accompagnato da una valutazione media di Lega di 8,6 in circa 15 minuti di utilizzo).
Quindi nonostante tutto non sei soddisfattissimo di quello che hai fatto o stai facendo?
«Diciamo che mi piacerebbe essere sicuramente molto più costante di quello sto facendo. Come ho avuto modo di dire nell’ultima partita in casa contro Avellino non avevo fatto benissimo e quindi ci tenevo a riscattarmi e dare di più. Sono fatto cosi, voglio sempre dare di più e mi piacerebbe fare sempre meglio domenica dopo domenica».
Quella con la Sutor non era una partita facile per voi…
«Partite del genere sono le più insidiose. In settimana sapevamo che non sarebbe stato poi cosi facile come tutti si aspettavano e la dimostrazione è stata proprio la vittoria a Varese di Montegranaro. Alla fine loro sono venuti al Palamaggiò senza nulla da perdere e con la mente sgombra da qualsiasi tipo di pressione e questo forse li ha aiutati nel recupero nella parte finale. Da parte nostra, però, siamo stati bravi a riprenderci in mano il match e portare a casa due punti fondamentali. Prima di chiudere con la partita, però, vorrei fare il mio personale in bocca al lupo a questa squadra per il prosieguo del campionato sperando che possano raggiungerla salvezza. In panchina hanno un allenatore che stimo tantissimo e che conosco bene per averlo avuto come coach in nazionale; e poi vedere una squadra con cosi tanti italiani raggiungere l’obiettivo della salvezza fa mai male, anzi èp sempre un piacere».
Tornando ai due punti di cui si parlava in precedenza, ormai hanno un sapore diverso o rendono quello della stagione, da questo momento in poi, diverso da quello a cui tutti erano abituati…
«D’ora in poi c’è profumo di playoff nell’aria. Ce la metteremo tutta».