Il 7 marzo 1924 nacque il Gladiator. A differenza dell’ultimo biennio vissuto sotto la presidenza Luce, questo non è un compleanno felice per lo storico club di calcio della città di Santa Maria Capua Vetere che naviga in acque pericolose. 90 anni di gloriosa carriera vengono contaminati da un’instabilità dirigenziale che ne mette a repentaglio il futuro. Mai nelle precedenti decadi si era arrivati a tanto, con la gestione scellerata di Vincenzo Vito che ha spinto nel baratro una società, già resa vulnerabile dalle limitate risorse economiche che hanno dato ossigeno fino ad inizio dicembre. Come accaduto a Ragusa, Vito ha polverizzato quel poco di buono che era rimasto nella città del Foro ed lo ha portato alla rovina. E non ci sarebbe stato nulla da fare se il personaggio di Capri non si fosse tirato indietro (per sua decisione o obbligato da altri, questo non è dato saperlo). Ora il caro vecchio Gladiator sta provando a reagire, con la speranza di regalare un lieto fine ad una delle annate più complesse della storia sammaritana. Non che i fallimenti e le diatribe siano mancate in passato. No, questo no. Però, mai si era letto di argomenti putridi legati al club, come ad esempio il comportamento ignobile tenuto nei confronti di certi tesserati costretti ad inventarsi giornalmente un luogo dove mangiare e dormire. Fortunatamente la conduzione Vito è alle spalle ma ora l’intero ambiente ne sta risentendo le conseguenze: inutile sottolineare l’ultimo posto in classifica che non fa onore. All’ammiraglio Di Somma il potere di far risalire la china e rinvigorire l’animo dei fidi sostenitori, i quali non aspettano altro che acclamare le gesta del sodalizio nato all’ombra dell’Anfiteatro nella celebrazione del suo novantennio. La rinascita non è impossibile ma bisogna crederci, anche se l’impresa appare proibitiva. D’altronde il nome dice tutto: gladiatore, colui che non molla mai e che non si perde d’animo neanche quando il sangue sgorga. Auguri Gladiator!