«Una vittoria importante e dal sapore particolare quella nel derby, per me che vivo di più gli umori della città avendo tanti amici con cui condividere l’amore per la Juve. Certo anche se provi in settimana a fare sempre le stesse cose un pizzico di elettricità in più l’ho sentita, proprio per le ragioni di cui parlavo in precedenza». Racconta cosi Sergio Luise un lato particolare del derby per lui che è casertano d’hoc.
Hai parlato di elettricità e di match dal sapore particolare. Ma durante la settimana di avvicinamento, tutta questa elettricità è stata una spinta in più negli allenamenti?
«Sicuramente nell’iniziare la settimana che ci stava portando al derby, abbiamo spiegato e ricordato la duplice valenza di questa partita. Un qualcosa di speciale si sentiva, si avvertiva e credo che la dimostrazione sia arrivata nel primo quarto. In quei dieci minuti siamo riusciti a scatenare e buttare fuori tutto quello che avevamo accumulato in settimana dal punto di vista dell’aggressività su ambo i lati del campo. Era l’approccio giusto che ci serviva e a conti fatti credo che la squadra abbia recepito bene il messaggio».
Di sicuro l’ha recepito forte e chiaro Jeff Brooks che si è preso la propria rivincita nel derby con tutti gli interessi…
«Di sicuro in una partita cosi importante per il pubblico, la sua esperienza in Italia, ma soprattutto il suo capire più degli altri l’italiano, l’ha portato a sentire molto di più l’importanza del match. Senza contare che aveva forse voglia di prendersi una piccola rivincita per il derby di andata e dimostrare effettivamente tutto il suo valore».
Secondo te un Brooks di questa fattura che cambia il volto della squadra, anche con qualche canestro in meno?
«Sono assolutamente d’accordo. Quello che fa la differenza per la squadra è il suo imporsi in campo, il suo essere presente e mettere agonismo puro in ogni cosa che fa. Contro Avellino ha attaccato il ferro, ma ha anche tirato dalla lunga distanza e quindi aperto l’area in un fondamentale nel quale deve prendere ancora più fiducia. Ha messo il corpo ed energia in difesa anticipando anche le linee di passaggio e le due recuperate con schiacciata in contropiede ne sono state la più nitida dimostrazione. Questa sua padronanza in campo non solo dà più fiducia a se stesso, ma anche a tutta la squadra».
L’Oscar per il miglior attore protagonista ormai è già nella vetrinetta di Brooks. Quello per l’attore non protagonista a chi lo diamo?
«Io direi diviso tra Scott e Moore. Il primo per aver apportato nel quarto periodo quell’energia e quei punti e giocate fondamentali a rispezzare il match a nostro favore e l’altro per aver gestito con assist ed aver avuto impatto sin dal primo possesso con una tripla».
E Tommasini per il lavoro svolto in difesa che ruolo ha avuto?
«Un ruolo importantissimo. Sta crescendo e lavorando giorno dopo giorno sempre di più. La sua importanza la si è vista anche nel primo quarto quando era in campo nella nostra prima onda d’urto».
La classifica dice settimi. Si può dire che ora tra la Juve e la definitiva considerazione di squadra da playoff, ci sono solo le prestazioni in trasferta, considerando che in casa Caserta raramente ha toppato…
«E’ ovvio che in una ipotetica tabella di marcia la maggior parte dell’attenzione è rivolta non solo agli scontri diretti casalinghi, ma anche al porre qualche sigillo in trasferta. Il tutto dipenderà dalle nostre prestazioni, dall’apporto che lo stesso Moore potrà darci nel migliorarle, ma sicuramente dalla costanza che i nostri esterni sapranno darci in termini di percentuali. Ora siamo tornati ad avere un gruppo al completo e l’inserimento di Moore, il miglioramento di una coppia come Brooks e Scott e la crescita delle percentuali dei nostri esterni, saranno sicuramente oggetto del nostro lavoro quotidiano, settimana dopo settimana».