L’acquisto di Chris Duhon da parte della Juvecaserta ha riacceso le luci del basket mondiale sulla nostra città. E già questo vale il prezzo della scommessa che Atripaldi e Molin hanno deciso di giocarsi ingaggiando un giocatore che non è in attività da giugno. Ma la carriera di Duhon parla fin troppo chiaro e lo consacra tra i grandissimi atleti che hanno vestito la camiseta dei bianconeri. In pochi, veramente pochi, possono vantare un simile curriculum: solo Oscar, Charles Shackleford e John Mengelt, a memoria. Altri hanno avuto tempo, prima o dopo, per assaggiare certi palcoscenici (Avent, Anderson, Thompson, Bell, Powell, Jones) ma qui stiamo parlando di un giocatore che… giocava veramente in Nba e non sventolava l’asciugamano. Duhon, poi, è diventato celebre con la canotta dei Duke Blu Devils che, piaccia o meno, è uno degli atenei con maggior fascino del college basket. Ed è anche una garanzia sulla serietà dei propri ex alunni. Giocare con quella divisa vuol dire essere uomini veri prima ancora che cestisti di grande qualità. Ecco perchè, tolte le giuste e logiche preoccupazioni, nessuno crede possibile che Chris possa ‘sporcare’ una simile carriera venendo a svernare per qualche mese all’ombra della Reggia. L’operazione, in prima istanza, è di carattere agonistico visto che, inutile negarlo, ora Caserta ha le carte in regola per agguantare un biglietto playoff (che non vuol dire prenderlo sia chiaro). Ma poi volete mettere il risalto internazionale di questa operazione? Caserta è e resterà sempre la città di Oscar (a livello mondiale) ma ora siamo tornati sulla mappa del basket internazionale. Duhon ha rimesso Caserta al centro del basket italiano e non (parafrasando Garcia).