L’amarezza di Molin: “Potevamo fare di più”



Coach Lele Molin (Foto Carozza)
Coach Lele Molin (Foto Carozza)

Quattro giorni per rimettere le cose a posto, quattro giorno per cancellare prima di tutto la brutta partita giocata al Forum, ma soprattutto per cancellare le fatiche mentali e fisiche di una prima parte di stagione in cui i bianconeri, tutto sommato, hanno fatto quello che dovevano – tra alti e bassi – e raggiungendo nella tabella di marcia stabilita ad inizio stagione, il punto stabilito. Un punto che la truppa di coach Molin, infatti, aveva raggiunto già domenica scorsa, quando tra le mura e l’incitamento della folla desiderosa prima e festante poi di Pezza delle Noci, aveva messo ko la Vuelle Pesaro chiudendo e sigillando buona parte del discorso salvezza. Un discorso, però, che il timoniere bianconero, ha voluto riaprire proprio nella conferenza stampa del venerdì e proprio per evitare quello che poi si è visto nella sfida del Forum. Lo stesso discorso che il coach casertano non ritiene ancora chiuso, non ritiene ancora raggiunto, ma al quale mancano almeno tre successi. Ed allora concentrazione e approccio mentale alto fino a questo traguardo era stato l’imperativo suggerito dall’ex canturino, ma il calendario non proponeva certo la gara migliore ed il momento migliore, per tutto quello che Molin voleva. Trasferta a Milano contro quella che a conti fatti sta diventando la schiacciasassi del campionato, contro la squadra mai battuta in casa, che non perdeva da sei partite consecutive, ma soprattutto che anticipava una sosta per le Final Eight che questa volta per la Juve sarà una sosta lunga. Una debacle tutto sommato normale, dunque, considerando le diversità di obiettivi e budget speso ad inizio anno per arrivare a questa sfida e definirla impossibile per i casertani. Non è proprio così. Già perché gli ‘Dei del basket’ hanno voluto saggiare la capacità di cogliere le occasioni ed il cinismo di una squadra che invece ha saputo solo sbattere il muso contro il muro innalzato da Milano (non la prima e con ogni probabilità nemmeno l’ultima) che in attacco è stata al limite del riconoscibile. Il punteggio da serie amatoriali alla fine del terzo periodo, poi, ne è stata la più nitida dimostrazione con l’Olimpia a referto con soli 30 punti o poco più. La Juve però ha fatto anche peggio tornando a casa o andando in vacanza con uno zero tondo tondo nelle conclusioni da tre punti (0/16 da tre, 15/38 da due, 13/20 ai liberi e 14 palle perse per un 21 di valutazione finale complessivo) e con un conclusivo 43 punti segnati che rappresentano il nuovo record negativo per i casertani e non per la Lega, visto che nel 2005 Avellino riuscì a fare peggio contro Siena e segnarne 42. Bastava quel pizzico di energia in più cosi come ha avuto modo di dire lo stesso Molin in sala stampa al suono della sirena finale: «La prima considerazione è che ovviamente questa partita non ci dice niente di nuovo nel senso che quello che Milano riesce a fare nella propria metà campo e quindi dal punto di vista difensivo, è sufficiente ed abbastanza per portare a casa il successo anche in giornate poco felici al tiro come quella di questa sera (domenica ndr). Nello specifico, poi, lo è ancor di più per quanto ci riguarda, che non possiamo pensare di competere senza scendere in campo e pensare di fare la partita perfetta. L’unico rammarico di questa sconfitta – ha continuato lo stesso Molin – è legato ai primi due quarti, quando con qualche energia in più invece di tentare di giocare una partita diversa, abbiamo pensato e giocato da squadra che doveva limitare i danni del più forte. Purtroppo nel secondo tempo, invece, non siamo riusciti a costruire nulla di accettabile dal punto di vista del gioco e abbiamo pagato il dazio di una partita che in questo momento non fa parte del nostro cammino».




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