Riportiamo l’articolo apparso su notiziariocalcio.com in merito ad una frode sportiva risalente al 2009 che coinvolse due ex giocatori dell’allora Real Marcianise Michele Murolo e Massimo Russo. Ecco il testo integrale:
Nuovo colpo di scena in Serie D. Stamane, all’alba, c’è stata una maxi operazione anti-camorra all’alba che ha visto le forze di carabinieri, polizia e guardia di finanza, coordinate dalla Direzione Nazionale Antimafia e dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli, Roma e Firenze, effettuare un blitz anticamorra in Campania, Lazio e Toscana che ha portato all’arresto di 90 persone accusate di far parte del clan Contini e al sequestro di beni immobili e attività per 250 milioni di euro. Tra le società sequestrate anche la Mariano Keller, sequestrata poiché, secondo la Dda, acquisita con denaro riciclato. Sequestrato anche il relativo centro sportivo, ubicato a Napoli e dotato di 5 campi di calcio e calcetto, due palestre e due bar, per un valore di due milioni di euro.
Il centro sportivo viene addirittura considerato un luogo riservato agli incontri tra la famiglia Righi, in particolare Salvatore Righi, e gli esponenti del clan Contini. Le indagini dei carabinieri hanno fatto emergere anche l’attività illecita realizzata nel maggio 2009 da Salvatore Righi, e dal figlio Ivano, finalizzata alla realizzazione di una frode sportiva in favore della squadra di calcio del Gallipoli, allora in Prima Divisione di Lega Pro. La gara in cui si sarebbe perpretata la frode sarebbe Gallipoli-Real Marcianise del campionato 2008-2009, prima di questa partita Salvatore e Ivano Righi, Giuseppe Giannini e Luigi Dimitri, allenatore e diesse all’epoca del Gallipoli, si mettevano d’accordo per consegnare la somma di cinquantamila euro a calciatori del Marcianise Michele Murolo, Massimo Russo ed altri elementi non identificati. La somma sarebbe servita per addomesticare il risultato in favore d salentini che poi hanno effettivamente vinto per 3-2 conseguendo così, grazie all’illecito, la promozione in Serie B. Tutti i soggetti coinvolti nella vicenda sono indagati per il reato di frode sportiva con l’aggravante della finalità mafiosa.