Tristissima trasferta veneziana per la Juvecaserta ed i suoi encomiabili tifosi. Una sconfitta che ci poteva stare alla vigilia ma che è arrivata al termine di una gara giocata veramente male da Mordente e soci. Mai in partita, è proprio il caso di dirlo. Partita compromessa sin dal primo periodo chiuso con un imbarazzante 6 nella casella dei punti realizzati: decisamente pochi per sperare di non prenderle. Alla fine il passivo è stato anche generoso e non fotografa al meglio quanto visto in campo. Male praticamente tutti, brutta prova che non ammette tanti commenti di giustificazione. Dopo Cremona, dunque, suona il secondo campanello in trasferta: ancora una volta è stato sbagliata la mentalità e bisogna ritrovare la Juve battagliera e coraggiosa vista sia nelle vittorie che nelle sconfitte (vedi Cantù).
QUANTO CONTA BROOKS. Ha steccato la prima partita dopo tempo immemore ed ha ulteriormente fatto capire quanto è importante in questo scacchiere. Jeff Brooks è affondato in Laguna come tanti suoi compagni, sia chiaro, ma il suo tonfo ha fatto più rumore degli altri appunto perché, ormai, non c’eravamo abituati a serate così abuliche. Non che Andre Smith l’abbia massacrato, anzi… ma la prova offensiva di Brooks è stata scadente ed ha trascinato, con sé, tutta la squadra nel baratro di una sconfitta mai in discussione. Ci sta una frenata dopo tantissime partite di eccelsa qualità ma questo fa capire quanto Brooks sia il leader emotivo della Juve. Senza di lui, non si cantano messe.
UN BUON EASLEY. Tra le poche note liete della scoppola del Taliercio (eccezion fatta per Tommasini) c’è il debutto di Tony Easley. Già una rotazione in più fa bene alla salute di Michelori e di coach Molin, ma poi il ragazzo di Columbus si è immediatamente calato nella parte. Nessun paragone con Moore, ma Slim può dare una mano concreta alla squadra in questa lunga volata del girone di ritorno. Può migliorare, lo farà, e sicuramente ci saranno giocate di qualità come viste prima con Cameron. Il sorriso c’è, la voglia di lottare anche, adesso va solo oliato il meccanismo.
VERITA’. Assodato che in trasferta, almeno nelle ultime due, manca quella intensità mentale che si vede, praticamente sempre, al Palamaggiò, adesso c’è la sfida ‘finale’ per archiviare il discorso salvezza. Arriva Pesaro ed una vittoria mette la parola fine al traguardo minimo stagionale e ci si potrà concentrare solo a guardare la classifica delle prime otto. Pesaro che ha battuto una Scandone Avellino che… meglio non parlare. Pesaro che ha vinto tre partite, due contro Avellino, e non rappresenta questo ostacolo tremendo. Ha tanto cuore, come il grande Sandro Dell’Agnello, ma non deve far paura. Anzi. Una vittoria e poi si guarda solo avanti.