Di calciatori casertani in giro per l’Italia ce ne sono parecchi e anche bravi. Si contano invece sulla punta delle dita dirigenti e tecnici che oltre i confini di Terra di Lavoro riescono a raccogliere successi e consensi. Della lista fa parte senza dubbio Vincenzo Sollitto, referente Anderlecht in Italia e collaboratore dell’ufficio stampa della Juventus. Grande appassionato di calcio, da oltre trent’anni assiste a gare internazionali visionando centinaia di giovani in tutta Europa. Vincenzo nasce a Maddaloni nel 1975 e si appassiona subito al mondo del pallone. Decide di trasformare la sua passione in un lavoro ed entra in contatto con le alte sfere di questo sport. Direttore internazionale di una squadra congolese in Europa, lo Sporting Winner di Kinshasa, attualmente sta organizzando la partecipazione dell’Anderlecht al torneo di Viareggio e contestualmente continua a scovare talenti da proporre ai club. “Il mio è un lavoro a 360° – esordisce – e per fortuna mi sto togliendo le mie soddisfazioni. Da tre anni curo gli interessi in Italia del club belga, organizzo eventi, corsi di aggiornamento con filosofia Anderlecht. Ho sangue del sud, ma mi sono formato con mentalità del nord Italia ed Europea. Un po’ come Massimo Morales, con tanto spirito di adattamento, voglia di conoscere, imparare con la passione e il calore del meridione. Acquisendo l’ideologia lavorativa del nord. Unendo le due cose tiriamo fuori un connubio che pochi possono avere. I ragazzi del nord possono essere molto preparati, pur non avendo quella passione che contraddistingue noi del sud”. Il team biancoviola è detentore dell’ultima ‘Coppa Carnevale’ e lui era in panchina nella finale contro il Milan: “Una sensazione molto strana – ammette Sollitto – poiché durante gli inni nazionali mi sono emozionato ascoltando quello italiano pur essendo su una panchina straniera. Vincere contro gli italiani, da italiano, è un qualcosa di veramente particolare”. Ha una visione del calcio che va ben oltre il terreno di gioco. Una filosofia che nel corso degli anni dalle nostre parti sembra svanita: “Secondo me occorrerebbe avere una visione manageriale di questa disciplina. Il calcio è in continua evoluzione. Anche in Campania per me è un enorme bacino d’utenza, solo che i calciatori non vengono gestisti bene come formazione e poi come gestione umana. I giovani campioni del futuro vanno educati anche al di fuori del campo. Ho visto tantissimi talenti perdersi perché lasciati completamente soli una volta usciti dallo spogliatoio”. Tifoso della Casertana, ha avuto, in un recente passato, approcci con le nostre rappresentanti in Lega Pro. “Essendo referente in Europa di un procuratore uruguaiano – continua Vincenzo – ho avuto modo di intavolare diverse trattative con Casertana e Aversa. Il calcio non deve solo essere visto come business, ma come veicolo di sport per far crescere meglio i ragazzi. A tal proposito devo fare i complimenti a Lello Di Pasquale, selezionatore della juniores campana che sta facendo un lavoro eccezionale con una ‘democrazia’, mi si passi il termine, che non potrà creare mai alcun tipo di problema o sospetto. Sono loro l’esempio, sono loro i selezionatori, gli educatori che fanno il bene della Campania riuscendo a tirare fuori il meglio ai nostri ragazzi”.