La Juvecaserta ha battuto Pistoia, ha chiuso il girone d’andata con un record di 7 vinte e 8 perse, ha 10 punti di vantaggio (ed uno scontro diretto vinto in trasferta) sul fanalino di coda Pesaro, è a 2 punti dal settimo posto. Qualcuno si è accorto di tutto questo? No, perché inevitabilmente l’attenzione generale si è spostata tutta sulla querelle Atripaldi. Ormai tutti hanno visto l’intervento, hanno letto gli articoli, si sono fatti un’idea. Prima di parlare dell’argomento, giusto ricordare il successo su una Pistoia non bellissima ma decisamente dura a morire. Dopo un primo tempo non brillante, i bianconeri hanno sfoderato una prestazione di qualità mentale invidiabile nella ripresa. Venti minuti fatti bene dove sono stati utili tutti: da Hannah più concentrato e preciso, a Brooks solito punto di riferimento, senza dimenticare la solidità di Michelori ed il fuoco d’artificio sparato da Vitali nel quarto periodo. Bene, bisognava vincere e si è fatto con autorità mentale prima ancora che tecnica. Ora, però, tocca parlare di extrabasket.
L’ATRIPALDI FURIOSO. Si era presentato col solito sorriso in conferenza salvo poi perderlo col passare dei minuti. Ormai le sue parole sono note a tutti e quindi non ripropongo quanto già scritto da giorni. Sono sincero, non mi aspettavo questa uscita ma, durante una stagione, ci sta dover precisare, con livore anche, il proprio pensiero. Nessuno può sopportare insulti gratis e su questo Atripaldi ha tutte le ragioni del mondo. Poi, ieri, ha chiarito meglio alcuni passaggi: ok, abbiamo frainteso, ma onestamente non c’è della malizia nell’interpretazione che, praticamente tutti, abbiamo fatto su alcuni suoi passaggi. Ok, chiarito pure questo, resta la ferita. Sì, perché Atripaldi ha aperto una discussione. Il problema, e questo non dipende da lui, è che questa città vive troppo di ricordi. L’errore più grande che tutti possiamo fare è il paragone: purtroppo le fazioni ci sono, purtroppo molti fanno il paragone (personalmente mai scritto A quest’anno pensando al passato perché non è giusto verso Molin ed il giemme), purtroppo non si esce dal passato. Il passato deve essere un dolce ricordo, bisogna vivere il presente.
LA DIALETTICA. Molti si sono ‘scandalizzati’ per il linguaggio colorito utilizzato da Atripaldi nel post partita. Il giemme ha, poi, chiesto scusa. Necessarie? Per me, e solo per me sia chiaro, no. Ci sta, in un momento di foga emotiva, sparare qualche parola pepata ma non mi sembra proprio che abbia mancato di rispetto a qualcuno. E, poi, per piacere, tutti utilizziamo queste parole quindi di cosa ci scandalizziamo? C’è anche chi ci governa, o governato, che parla peggio, insulta e via dicendo eppure prende milioni di voti. Il classico italiano che si stizzisce per una parola di troppo ma non va ai contenuti. Pretende la forma e poi fa peggio. Ok secondo me non erano scuse necessarie, ma bene ha fatto il giemme a chiudere pure questa porta a chi lo denigra.
ATTACCO E DIFESA. Atripaldi, volendo o no (non lo so ne mi riguarda), ha dato l’assist ai soliti denigratori della stampa. Di contro, ha servito sul piatto d’argento il pretesto ai suoi contestatori per tirare benzina sul fuoco. Il tifoso pagante ha il sacrosanto diritto di esprimere il suo parere (e sarà la 231212 volte che lo scrivo), però deve restare civile sia al Palamaggiò che suoi social network (leggi ultima puntata della rubrica). La stampa ha il sacrosanto diritto di scrivere quel che pensa, tanto io ed i colleghi abbiamo ben chiaro il confine entro quale non superare la riga. Purtoppo, però, mi tocca una difesa della categoria: a Caserta, e siamo sinceri, la maggioranza della gente reputa noi cronisti come una massa di incompetenti, nella migliore delle ipotesi. Altre volte ci siamo beccati dei prezzolati di Caputo o del presidente o coach di turno. Insomma, la maggioranza pensa che siamo tutti manipolati. Spiace saperlo. Spiace perché basta fare un giro per i palazzetti d’Italia per vedere quanta stima nutrono i colleghi di altri posti nei nostri riguardi. Peccato, ma come dice sempre il grande Franco Marcelletti: “nessuno è profeta in patria”.
WELCOME EASLEY. Si è presentato con un sorriso smagliante, la faccia allegra, una battuta sul tempo (diluviava) e due scarpe diverse in allenamento. Come biglietto da visita non c’è proprio male. Tony Easley ha l’ingrato compito di non far rimpiangere Moore che, prima dell’infortunio, aveva zittito tutti (me compreso) sfoderando delle prestazioni sontuose. Certo, sono due giocatori diversi e non possiamo chiedere ad Easley di fare lo stesso, ma sicuramente già il fatto che Caserta abbia messo un altro pivot americano nel roster è un bel segnale. E se continua a sorridere, siamo tutti più felici.
VERITA’. Atripaldi ha parlato duro, poi chiesto scusa per il linguaggio colorito, ma ha rafforzato alcuni concetti. La piazza ha detto la sua. La stampa pure. Adesso possiamo chiuderla qui e pensare solo al girone di ritorno perché Caserta ha la possibilità di fare il grande upset e centrare un posto playoff. E’ possibile per quanto visto nel girone d’andata. Certo, bisogna avere anche un aiuto dagli altri, ma sognare non costa nulla. Carica, 15 partite per arrivare dove in pochi credevano.