Sorriso ed umorismo; si è presentato cosi il nuovo centro della Juvecaserta, Tony Easley, che nella conferenza stampa di presentazione a lui dedicata, ha fatto subito capire che tipo di persona è, che tipo di giocatore, ma soprattutto ha dato e regalato una sferzata di aria fresca in un ambiente che negli ultimi giorni ha mostrato qualche piccolo picco di nervosismo di troppo rispetto a quanto la classifica e l’ultimo successo potessero far pensare. Ma il passato ormai è andato ed è alle spalle, cosi come ha dimostrato la prima frase che lo stesso Easley ha pronunciato dopo la precisazione di Atripaldi in merito a quanto successo successivamente alla conferenza stampa di domenica sera nel post gara con Pistoia: «Il motivo per cui sono venuto qui? Ovviamente il tempo, anche se credo che purtroppo le nuvole e la pioggia mi stiano seguendo da Venezia». Momento di pausa e sorriso contagioso sulle labbra per colui che da ieri ha preso ufficialmente il posto di Cameron Moore all’interno dello scacchiere di coach Molin. Uno scacchiere che almeno sulla carta e fino a quando la conoscenza reciproca del nuovo arrivato con i compagni di squadra e viceversa, ritorna ad essere quello di tre settimane fa dopo la vittoria contro Varese. Uno scacchiere che ritrova un lungo dinamico, un lungo che possa attaccare il ferro in senso verticale e che può correre il campo, almeno nel modo in cui faceva il suo predecessore. Caratteristiche tecniche che erano mancate soprattutto nelle due sfide di Sassari e Cremona e che invece la vittoria schiacciate e strabordante in quel di Siena aveva lasciato pensare fossero almeno in parte indispensabili. Lo stesso dicasi della sfida contro Pistoia, che ovviamente Caserta ha vinto, ma dove la dimensione che aveva messo in ginocchio la stessa Venezia e poi anche Bologna e Varese, è mancata ma sopperita da una prova di consistenza mentale e fisica non indifferente. Ora però tutto tornerà normale, tutto tornerà ad essere come prima o se vogliamo come ad inizio stagione quando la sfida con Venezia vedeva in campo due formazioni diverse per obiettivi e budget speso. Quella sfida dell’opening day disse ovviamente tutto il contrario di tutto, cosi come al contrario lo stesso Tony Easley giocherà la sfida di ritorno. «Non mi era mai capitato prima in carriera – ha continuato l’ex di turno – di giocare l’ultima partita con la maglia della squadra con cui avevo iniziato il campionato e la settimana successiva ritrovarmi in campo, lo stesso dove ho concluso la prima esperienza, da avversario. Ma nella vita c’è sempre una prima volta e credo che sarà molto divertente provare questa nuova esperienza».
Secondo te come mai Venezia ha deciso di privarsi di un giocatore come Tony Easley?
«E’ stata una decisione comune e che alla fine è andata bene ad ambo le parti. Venezia è una squadra che è stata costruita per vincere e puntare a dei risultati importanti e con giocatori di primissima fascia. Questo però a volte porta l’insieme a non essere sulla stessa lunghezza d’onda e quindi c’è bisogno di cambiare ed ecco quindi la mia decisione di trovare un posto in cui potessi esprimermi al meglio e Venezia di fare i cambiamenti che voleva».
Quindi hai scelto Caserta anche per migliorare le tue statistiche e di dimostrare in numeri il tuo valore?
«A volte quando si giudica un giocatore si guardano, appunto, solo i numeri, ma spesso la differenza la fa quello che nelle statistiche non va e mi piace pensare di essere un giocatore capace di dare un apporto anche in quel senso».
Che Caserta ti aspetti?
«La stessa che abbiamo affrontato alla prima giornata. Una squadra giovane, che corre il campo e che si diverte. Quest’ultimo punto per me è molto importante. Sono un giocatore che ha sempre il sorriso sulle labbra. Il basket per noi è un lavoro, ma dobbiamo anche essere grati per quello che facciamo e quindi portare quel pizzico di allegria in quello che facciamo».
Soddisfatto anche coach Molin che ha cosi commentato il nuovo arrivo: «L’arrivo di Tony ci permette di ricostituire il roster, ma soprattutto di riprendere quelle caratteristiche che Moore ci dava e che ci sono mancate in campo. E’ il giocatore che gli somiglia di più e questo ci permette di non cambiare la nostra idea di gioco. Certo è che ci servirà del tempo affinché tutti conoscano tutti e che il suo inserimento sia completo. Il futuro? Dipende dalle nostre mani. Nel girone di andata abbiamo dimostrato di poter giocare un certo tipo di pallacanestro e di portare a casa dei risultati, ma anche di portare a casa sconfitte pesanti. Abbiamo sfiorato già per un pelo le Final Eight e questo ci permette di guardare avanti senza dimenticare di voltarci indietro. Entrare a fine stagione nei playoff non è facile, ma ci proveremo a giocare il miglior basket che abbiamo senza mai dimenticare chi siamo e da dove siamo partiti in termini di obiettivi».