Juve, Michelori pensa solo a Pistoia



Andrea Michelori in azione (Foto Giuseppe Melone)
Andrea Michelori in azione (Foto Giuseppe Melone)

Nomi, cognomi, qualità tecniche, statistiche, costi e possibilità di incastro. Sono queste le parole chiavi che generalmente sono riunite sotto il termine ‘ricerca di mercato’, che negli ultimi giorni non fanno altro che tornare e ritornare tra le mani e nelle menti degli addetti ai lavori di Pezza delle Noci. Il motivo ovviamente è sempre lo stesso, mettere una pezza alla ‘falla’ – cosi come l’ha chiamata ed identificata lo stesso Marco Atripaldi intervenuto in una trasmissione radiofonica – aperta dall’infortunio di Cameron Moore. Una tegola la cui grandezza è ancora un’incognita da definire, considerando che il lungo a stelle e strisce volerà in America per il consulto la prossima settimana. Un consulto dal quale si capirà, dunque, se il menisco mediale è l’unico problema reale o quella percentuale legata all’interessamento del legamento è superiore a quanto previsto dopo le prime due risonanze. Un cruccio che di sicuro è di interesse dello stesso Atripaldi che parlando di mercato ha cosi chiarito la situazione: «Non conosciamo ancora i tempi di recupero di Moore non vorremmo privarcene, ma non stiamo dormendo. Il primo no l’abbiamo ricevuto da Chiotti che avevano effettivamente cercato; poi, la scorsa settimana, avevamo quasi chiuso con Szewczyk che ha preferito però l’appeal di Roma. Per Linton Johnson mi pare che Sassari non abbia intenzione di privarsene, considerato che vuole competere e vincere su tre fronti. Renzi ha un contratto solido con Trapani e Pinckney uno principesco a Dubai, per cui con Pistoia saremo certamente ancora senza pivot titolare. Speriamo di poter sbloccare la situazione la prossima settimana per tappare la falla che si è aperta dopo l’infortunio di Moore, considerato che abbiamo un solo visto da spendere». Una sorta di mini 360° in quelli che sono attualmente e sono stati i temi più scottanti del post sconfitta contro la Vanoli. Temi che hanno suscitato l’amarezza dei tifosi, ma soprattutto quella del Presidente Iavazzi che forse aveva creduto più di tutti nella possibilità di mettere la sua Juve in bella mostra a Milano nelle Final Eight dando in questo modo una ulteriore spinte di immagine a quanto sta facendo per una piazza storica del basket nostrano. Di sicuro a rendere molto più viva l’amarezza del numero uno bianconero è stata l’aver perso di mano l’occasione nel momento in cui la Juve sembrava essere favorita sulla carta. Già perché vincere contro Bologna, Varese e Siena, alimentando come benzina sul fuoco la voglia di esserci a Milano, non è la stessa cosa che decidere il proprio destino contro una squadra che è assolutamente all’altezza tecnica e di valori della Juve. E questo è stato il rammarico più grande anche per Andrea Michelori che a PalaRadi ha dovuto fare gli straordinari in termini di minuti, ma anche di energie e di sportellate in assenza di Moore: «Possiamo avere qualche piccolo alibi per la settimana di allenamento e di avvicinamento che abbiamo fatto a questa partita – ha commentato lo stesso lungo milanese da poco neo papà – ma il rammarico per aver perso questa partita è grande. Di sicuro se fossimo stati un tantino più bravi avremmo avuto la nostra chance di chiudere il match e tenere ancora viva la speranza delle Final Eight, oltre che mettere in tasca due punti importanti per la classifica».

La matematica non vi condanna, ma…



«Siamo distanti solo due punti dall’ottavo posto, ma sinceramente è una corsa molto difficile e che non dipende solo ed esclusivamente dai nostri risultati. Vincendo a Cremona era tutto diverso».

Mettendo da parte la settimana di allenamenti, in campo dove la Juve è mancata ed in cosa doveva fare meglio?

«Potevamo approcciare meglio nel primo tempo e di sicuro potevamo fare meglio in termini di lotta a rimbalzo e delle percentuali».

L’assenza di Moore pare abbia inciso più sull’equilibrio che si era trovato in termini di chimica di gioco che in altro. Il tuo parere?

«Non voglio attaccarmi a queste cose. Ovviamente l’assenza di Cameron si è sentita considerando che prima dello stop era stato uno dei giocatori più prolifici della nostra squadra. Ma come ci siamo presi i suo momenti di alti avevamo anche dimostrato di poter far fronte ai suoi bassi. Con questo voglio dire che siamo dei professionisti e che non possiamo limitarci a dire ci mancava un giocatore, ma dobbiamo dare anche oltre per sopperirne l’assenza. Tra l’altro ci avviciniamo ad una partita fondamentale come quella con Pistoia e che con ogni probabilità sarà senza un altro nuovo giocatore».

Quale la chiave con Pistoia?

«I nostri successi nascono e muoiono da tre elementi: palle perse, difesa e padronanza del ritmo. Dobbiamo riuscire prima di tutto a ridurre gli errori e le palle perse, in difesa fare quello che abbiamo dimostrato di saper fare non solo individualmente ma anche di squadra, ma soprattutto gestire noi il ritmo, sapere quando accelerare e quando frenare senza mai perdere il bandolo della matassa». 


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