Juve, caccia aperta al sostituto di Moore



Moore sarà sssente per almeno due mesi (Foto Giuseppe Melone)
Moore sarà sssente per almeno due mesi (Foto Giuseppe Melone)

Di nuovo in campo per ritrovare il bandolo della matassa. Di nuovo in campo per ritrovare quella serenità e quella tranquillità che i bianconeri erano riusciti a mettere in saccoccia dopo le cinque sconfitte consecutive. Certo quella minata dalle ultime due sconfitte non è minimamente paragonabile a quella che la vittoria contro la Sutor Montegranaro, in trasferta, ma quanto fatto registrare immediatamente dopo la sconfitta a Cremona è un qualcosa di molto simile. Questa volta non per il periodo nero di sconfitte, non per la mancanza di gioco o di una qualsiasi tipo di organizzazione in campo, ma per una debacle contro una squadra nettamente alla portata della Juve anche senza Cameron Moore, la cui assenza, però, ha fatto la differenza più che mai. E la mancanza del lungo statunitense può essere considerato come il primo tassello di una squadra che ha mostrato di aver bisogno, nel bene e nel male, di un giocatore dalle caratteristiche di colui che è stato il miglior giocatore prima del doppio stop nelle ultime due giornate. Quella che si è registrata in campo contro Sassari e successivamente contro Cremona, infatti, è una situazione allo stesso tempo paradossale ed opposta a quella che, invece, si era registrata prima del cambiamento tecnico arrivato nella giornata proprio della vittoria a Montegranaro e culminato con le due vittorie con Bologna e Varese. Al tempo del primo vero cambiamento con Michelori a dare più sostanza e Mordente catapultato nel quintetto, il gioco spettacolare, quello che per intenderci è caratterizzato dai palloni alzati verso il ferro e che tanto piacevano ed esaltavano Moore, non poteva essere l’unico e solo modo di interpretare il basket bianconero. Ed allora si era passati dallo show time alla concretezza, ma pur sempre con intermezzi di giocate ad altezze siderali che volenti o nolenti tenevano occupate le menti degli avversari ogni qual volta il lungo americano era in campo. Poi il ritorno di fiamma, il ritorno dell’ascesa e del nuovo ribaltone di gioco. Più palloni in contropiede, più palloni alzati in aria, più palloni giocabili e giocati secondo la corretta ‘pizzicata’ delle sue corde cestistiche e magicamente arriva anche un qualcosa che dall’altra parte del campo, quella difensiva, non era arrivata puntuale nelle altre partite e che necessitava, infatti, dell’ingresso di Andrea Michelori: l’intimidazione. Per ulteriori informazioni chiedere a Jordan ed Hassell che hanno dovuto fare i conti con il Moore a 360° pre-infortunio. Poi quella scivolata, il ginocchio che ha una rotazione anomala e la vittoria a Siena – in cui lo stesso lungo era stato fermato precauzionalmente – a dare l’impressione che Caserta aveva trovato la quadratura del cerchio anche senza le sue giocate, ed invece. Ed invece la storia di questa squadra costruita intorno anche se non soprattutto, all’atletismo non mente mai. Atletismo che intanto non può ancora mettere in campo Moore il cui ginocchio continua a gonfiarsi e che è assolutamente mancato contro la Dinamo Sassari, anche se poi la maggiore esperienza e l’infinito talento dei giocatori isolani avrebbe comunque fatto la differenza, ma di sicuro avrebbe dato una dimensione diversa ai bianconeri in alcune occasioni per provare a girare le inerzie di alcuni possessi sardi. Il velo sull’importanza di un giocatore con quelle caratteristiche, invece, è stato letteralmente spazzato via dall’ennesima risonanza che mette in evidenza le noie con il menisco e forse anche con il crociato, ma altrettanto letteralmente dalla prestazione in campo con Cremona. Insomma è come se si fosse passato da un eccesso all’altro, come se si fosse passato dal troppo correre e saltare al troppo essere piantati per terra. Ed allora l’importante è trovare l’equilibrio giusto, è trovare il modo di alternare le due facce della stessa medaglia, in modo tale di dare a Molin la possibilità di vincere a prescindere di quella gli atterra tra le mani al momento del lancio durate la partita in termini di scelte di quintetti dettati anche dagli avversari. Un equilibrio che al momento di scrivere non può che essere nelle mani della dirigenza e del giemme Atripaldi impegnati niella ricerca spasmodica di un sostituto che possa garantire quel tipo di equilibrio. Sembra calzare a pennello la figura di Linton Jo0hnson sul quale, però, lo stesso Atripaldi nella settimana pre Cremona aveva definito come non trattato dalla Juve. I rumors, invece, parlano di un pressing sul giocatore che parrebbe essere scivolato ai margini delle rotazioni del campionato, ma forse non dell’Eurocup, con l’arrivo a Sassari di Drew Gordon. Senza contare che la sua situazione familiare renderebbe ‘ideale’ un trasferimento all’ombra della Reggia. Tante però gli angoli da smussare. Il primo quello dei tempi di rilascio da parte della Dinamo in modo da consentire un tesseramento entro la fine della settimana, immediatamente attaccato a quest’’ultimo il lato economico e dulcis in fundo la possibilità di arrivare a qualcuno di molto simile dal mercato dei free agent e metterlo immediatamente a disposizione di Molin. Negli ultimi giorni si è fatto avanti anche il nome di un giocatore conosciuto in Italia come Szewczyk, ma che forse non ricostituirebbe quell’equilibrio tra il correre e saltare e la consistenza in post basso, che invece Linton Johnson potrebbe ricreare. 




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