Un 2013 assolutamente indimenticabile si chiude con la netta, giusta, meritata, insindacabile sconfitta contro Sassari. La Dinamo è stata semplicemente più forte: si sapeva in partenza della differenza di valori ed è emersa, prepotentemente, nel secondo tempo quando c’erano solo gli isolani in campo. Quale squadra può permettersi di avere 0 punti da Travis Diener e vincere in assoluta scioltezza? Forse solo Milano. L’hanno vinta quelli usciti dalla panchina: Marques Green assolutamente diabolico su Hannah, Devecchi che si conferma uno dei giocatori più preziosi della Lega A e Brian Sacchetti che, quando vede il bianconero casertano, sfodera sempre prestazioni devastanti. Bene anche Caleb Green e Thomas, ma è bastata la panchina tanto per far capire perché la Dinamo è tra le papabili allo scudetto. Caserta, dopo un buon primo tempo, si è sciolta come neve al sole nella ripresa: incapace, troppo spesso, anche solo di prendersi un tiro, si è fatta prendere dall’ansia di voler recuperare ‘tutto e subito’ smettendo di produrre la sua pallacanestro. Anche con Moore non ci sarebbe stata storia, sia chiaro e bene ha fatto Molin a non cercare per lo stop. Si chiude in buonissima posizione, dove tutti speravamo fosse la Juve, lontana dall’ultimo posto, vicina al biglietto Final Eight. Va benissimo così.
IL TERREMOTO. A 7’ circa dalla palla a due, la scossa arrivata dal Matese si è sentita anche a Pezza delle Noci. Per fortuna, tolta la paura iniziale con molta gente che è uscita dal palazzetto, non c’è stata confusione e tensione. I casertani si sono comportati da giapponesi o messicani. Io ed i colleghi abbiamo sentito tutto: ovviamente abbiamo pensato che fosse un normale movimento, ma è bastato voltarci un attimo per capire che era il terremoto. Sarà durato una decina di secondi, infiniti va detto. E’ il quinto terremoto che sento, per fortuna riesco a restare calmo. I giocatori non hanno sentito niente, neanche quelli di Sassari (coach Sacchetti l’ha saputo in conferenza stampa). L’ha sentito, e bene, il gm Atripaldi ed il dottor Barone. Non è la prima volta che c’è un terremoto ad una partita della Juve. Si ritorna al drammatico 23 novembre 1980 che ha messo in ginocchio l’Irpinia. La Juve giocava al Medaglie d’Oro contro la Rodrigo Chieti: vinse la Latte Matese di Toone e Mengelt. Quella storia mi è stata raccontata tante volte e tutti sono concordi: per fortuna la scossa è arrivata quando, ormai, la gente era fuori dal palazzetto altrimenti chissà cosa sarebbe successo. Per fortuna stavolta non ci sono vittime, ma è il pretesto per ricordare e mandare un abbraccio a tutta la popolazione irpina che fu distrutta quel giorno e che, quel giorno, non potrà mai dimenticarlo.
IL 2013 SE NE VA. Dalle magie del gruppo di Sacripanti a quelle dei ragazzi di Molin: un anno spettacolare, ricco di imprese, pieno di gioia per il popolo bianconero che non potrà mai dimenticare questi 12 mesi di pallacanestro. Un anno che ha segnato anche qualche pagina nera (vedi Galimberti) ma ci ha consegnato una società più solida, compatta e chiara nelle operazioni. Iavazzi ha fatto un lavoro pazzesco per ridare lustro a questo marchio, Barbagallo è persona seria e grande appassionato, sempre presente, e la sua mano si vede. C’è una struttura societaria che cresce sotto l’egida di Marco Atripaldi, un professionista del settore. C’è un settore giovanile finalmente degno di tale nome: Posillipo a fare da chioccia, gruppi interessanti ma soprattutto il progetto Juve Academy che vedrà i suoi frutti più avanti. Insomma grazie 2013 per quello che ci hai regalato.
IL DIABLO E’ TORNATO. A 44 anni ha deciso di deliziare ancora le platee cestistiche italiane con le sue magie. Enzino Esposito ha deciso di vestire i panni del player-coach ad Imola, si è rimesso canotta e pantaloncini contro Veroli ed ha sfornato una prestazione da 7 punti in 26 minuti. Ok ha sbagliato il possesso decisivo, ma quanti avrebbero avuto il coraggio del diablo? Immenso, grandissimo e continua a divertirci come solo tu sapevi fare.
VERITA’. Avrei messo la firma per vedere la Juve vittoriosa in una delle due partite di fine anno ed è arrivata a Siena quindi non è il caso di fasciarsi la testa dopo lo stop contro Sassari. Roberts è soci sono pienamente in corsa per un biglietto per le Final Eight: bisogna vincere a Cremona contro una squadra in crisi nera ed in casa contro Pistoia, rivelazione di questo ultimo scorcio di campionato. Possibilissimo il 2 su 2, poi bisognerà aspettare i risultati dagli altri legni, ma Caserta c’è e ci proverà. Può farcela, deve farcela.