«Siamo partiti con la considerazione di essere degli ‘underdog’, di essere gli sfavoriti della situazione e questo ci ha favorito e ci ha aiutato a prendere tutti di sorpresa, compresa la squadra campione d’Italia». Ormai a Pezza delle Noci tutti lo conoscono, tutti sanno della schiettezza e della sincerità di Lele Molin che nel bene e nel male, nella vittoria e nella sconfitta, non si nasconde mai dietro scuse banali o dietro scontate dichiarazioni di celebrazione. Il timoniere mestrino, infatti, va dritto per la sua strada, va dritto verso quella che è la sua verità bella o brutta che sia e cosi è stato anche a Siena. Solo i più temerari – una categoria che poteva essere riposta solo ed esclusivamente all’interno dell’amore smisurato dei supporters bianconeri nei confronti di questi colori – non hanno mai pensato per un secondo che quella giocata al Pala Sclavo di Siena, potesse essere una partita scontata per il risultato finale dopo il successo della Montepaschi nei confronti di Sassari prima del pomeriggio di Santo Stefano. Con ogni probabilità al pari dei fans che nel post Natale si sono messi in moto per non perdersi lo spettacolo, prendendo possesso dello spicchio di palazzetto riservatogli dai padroni di casa e che è stato colorato di bianco e di nero per tutti i quaranta minuti di gioco, solo i giocatori, solo gli assaltatori del comandante Molin ci credevano di più. Un crederci che ha trovato forza proprio da quella dichiarazione precedentemente indicata dello stesso timoniere mestrino: essere ‘underdog’, essere sottovalutati, essere considerati in alcune occasioni come la vittima sacrificale della giornata domenicale, ed invece. Ed invece hanno pagato a caro prezzo questa considerazione sia Venezia alla prima giornata che Bologna o forse anche Varese che dopo le cinque sconfitte consecutive terminate con il periodo buio della venuta a Caserta di brindisi, pensavano di avere a che fare con una squadra materasso ed ormai allo sbando. Uno sbaglio? Forse. Che non piace? Se ne può discutere. Già perché nella sua schiettezza post partita, Molin ha addirittura affrontato anche questo punto cosi commentando: «L’essere gli sfavoriti non ci sta stretto, anzi forse se ci toglierebbero questa maschera le cose potrebbero anche cambiare e quindi va bene cosi». Va bene cosi alla spalla di Ettore Messina per tanti anni di carriera, va bene che la sua Juve cammini con i piedi ben piantati per terra, soprattutto considerando quello che è successo quando il doppio successo contro Venezia e Pesaro nelle prime due giornate di campionato ed il quasi colpo contro Milano dove si è mostrato più di uno sprazzo di show time e di gioco spumeggiante, hanno avuto come contraccolpo cinque sconfitte consecutive. Cinque batoste in ognuna delle quali il coach casertano ha dovuto catechizzare i suoi ragazzi convincendoli che quelli che loro stessi hanno mostrato in tre partite non sono la normalità, ma che c’era bisogno di lavorare perché le difficoltà erano dietro l’angolo. D’altronde Molin di esperienza ne ha tanta ed allora se il bilancio della Juve in questo momento parla di tre vittorie nelle ultime quattro partite, il merito è soprattutto suo. Merito di aver avuto la calma serafica di non farsi travolgere dall’ira funesta delle sconfitte, la calma serafica nel continuare a catechizzare la propria squadra, la calma serafica di mettere a segno le giuste contromosse in campo e fuori che hanno poi determinato il cambio di rotta, la calma serafica di non esaltarsi alla consapevolezza che tutto questo funzionava, funziona e che a prescindere dal prossimo risultato sicuramente funzionerà nel futuro prossimo. Insomma un qualcosa da applausi, ma non parlategli di meriti, perché lui parlerà della squadra: «Dopo quanto ho visto in campo contro Siena, non posso non fare i complimenti ai miei ragazzi per come sono scesi in campo e per come hanno interpretato la gara sorprendendo una squadra che aveva vinto prima di Natale a Sassari, una grande squadra ma non più quella del passato e che sta cercando come noi di trovare la giusta maturità in campo. Non posso non fare i complimenti ad una squadra che nell’ultimo periodo sta dimostrando che con la conoscenza reciproca, con il lavoro e che una concentrazione estesa per tutti i quaranta minuti, si può togliere delle soddisfazioni. Ovvio che non abbiamo fatto nulla, dobbiamo continuare cosi». L’unico pronto a scalfire la calma serafica di Molin potrebbe essere il presidente Iavazzi che immediatamente dopo la vittoria a Siena è divenuto un fiume in piena con queste dichiarazione rilasciate tramite il canale dei social network della stessa società di Pezza delle Noci: «Sono contento e faccio un enorme applauso alla squadra ed a tutto staff. È stata una partita praticamente perfetta, con una difesa attenta e superba. Grazie anche ai tanti tifosi che sono saliti a Siena. I casertani ora non hanno alibi per non riempire domenica il Palamaggiò. Abbiamo da conquistare un sogno che si chiama Final Eight».