In sole tre settimane di presidenza, Enzo Vito è riuscito nell’impresa di peggiorare ancor di più la situazione già nefasta del Gladiator. Stamattina è avvenuto l’ultimo atto di questa storia, con la cacciata del vicepresidente Orazio Verdino dal “Mario Piccirillo” da parte dei tifosi (per maggiori informazioni leggi qui: https://www.sportcasertano.it/28-12-2013/gladiator/89456/gladiator-allo-sbaraglio-i-tifosi-cacciano-verdini-dal-campo/). Di seguito è stata trascritta la cronaca di quanto avvenuto stamattina, partendo dall’arrivo di Verdino fino alla possibile resa dei conti. Quattro ore “di ordinaria follia”, per dirla alla Charles Bukowski.
L’allontamento. Orazio Verdino è stato mandato dal presidente Enzo Vito per mediare con lo staff tecnico e la squadra in merito all’argomento retribuzione. Giunto all’esterno dello stadio, egli ha trovato un manipolo di tifosi che gli hanno chiesto informazioni ma ha preferito entrare direttamente negli spogliatoi, dove ha raccolto staff tecnico e squadra per chiarire le intenzioni societarie. Verdino non aveva con sé alcuna somma ed ha promesso che il pagamento della mensilità sarebbe stato effettuato venerdì, prima della delicata trasferta di Torre del Greco. Ciò non è andato giù ai tifosi che si sono introdotti all’interno del cortile ed hanno letteralmente cacciato Verdino dal “Piccirillo”.
Lo sciopero. Arrabbiato per l’ostruzionismo altrui, il vicepresidente, anche lui di Capri come il suo superiore Enzo Vito, ha lasciato in fretta e furia Santa Maria Capua Vetere, mentre i tifosi, i giocatori e l’allenatore Michele Cimmino si sono raggruppati all’esterno del “Piccirillo”. I calciatori presenti hanno deciso di non allenarsi, per protestare contro l’ennesimo slittamento dei pagamenti, ed hanno aspettato l’evolversi della situazione. Non tutti erano presenti stamattina; diversi atleti hanno deciso di non presentarsi, stufi di essere presi in giro dai vertici dirigenziali e di pagare il tragitto di viaggio da casa a Santa Maria Capua Vetere. Più eclatante è il caso del centrocampista tunisino Amir Aouadi che è tornato a Brescia, città dove risiedono i suoi parenti, poiché era stanco di credere alle promesse di Enzo Vito&soci.
La telefonata. Avvisato dell’allontanamento del proprio fido collaboratore, Enzo Vito ha contattato in via telefonica Alessio Bonavolontà, capitano della squadra, per gridare tutta la propria rabbia contro il comportamento dei tifosi. Ancora una volta è stata fatta la promessa che i pagamenti sarebbero stati effettuati venerdì, ma nessuno ha creduto a questa sorta di rassicurazione. Alcuni tifosi hanno così “strappato” il cellulare dalle mani di Bonavolontà ed hanno discusso in prima persona con Vito, il quale più volte ha minacciato di voler risolvere la querelle mandando al campo le forze dell’ordine. Cosa che non è mai avvenuta.
L’arrivo di Salzillo. Alle 12 è poi passato in via Martiri del Dissenso l’ex presidente Alfonso Salzillo che, oramai fuori da ogni discorso nella dirigenza calcistica e sorpreso dalla presenza di più persone, si è fermato al “Piccirillo” da tifoso appassionato del Gladiator ed ha iniziato una fase di mediazione con tifosi e squadra. Dopo una lunga chiacchierata, è stata presa la decisione comune di aspettare lunedì, giorno in cui il presidente Enzo Vito ha promesso a Salzillo di presentarsi al “Piccirillo” e risolvere la querelle. Lunedì quindi dovrebbe avverarsi la resa dei conti, mentre ai giocatori è stato dato l’ordine di allenarsi singolarmente in questi giorni, al fine di non restare fermi per un’intera settimana e non peggiorare una condizione atletica che è già stata aggravata da sette giorni di vuoto assoluto.