Risoluto e con le idee chiare; si è presentato così coach Lele Molin alla consueta conferenza stampa del venerdì. Risoluto sul da farsi e con le idee chiare sulle chiave della partita che vedrà domenica la sua Juve faccia a faccia con una delle squadre del momento, la Virtus Bologna. Controllo del ritmo, attenzione ai lunghi e difesa nel pitturato le chiavi tattiche della partita, vincere e non accontentarsi del semplice bravo e la pacca sulla spalla per aver perso di un solo possesso e giocato bene contro una squadra con obiettivi diversi da quelli bianconeri di Pezza delle Noci. «Indubbiamente dalla sconfitta di Brindisi abbiamo fatto dei passi in avanti nel nostro personale processo di crescita – ha commentato il timoniere mestrino -. Abbiamo dimostrato di poter giocare un certo tipo di basket e di poter variare il nostro equilibrio tattico, ma ormai non ci può più bastare la magra consolazione di aver giocato e messo paura a tratti i nostri avversari. Ora quello che ci serve è vincere. Poi in campo può succedere di tutto, ma non possiamo certo non partire e scendere in campo con questa convinzione. Fa poca differenza che il nostro prossimo avversario si chiami Bologna come nel caso di specie o se si chiamasse Sassari, non possiamo non pensare di scendere in campo e portare a casa la vittoria. Fino ad ora il nostro motto era andare in campo, fare il meglio migliorare, ora dobbiamo aggiungerci l’idea di vincere. Dobbiamo concretizzare il nostro lavoro, non possiamo certo adagiarci sulla classifica che se da un lato non mette con le spalle al muro, dall’altro non può certo farci stare completamente tranquilli».
Prima di andare avanti nell’analizzare la sfida contro la Virtus Bologna, un passo indietro alla sconfitta con Cantù è d’obbligo. La prima considerazione riguarda Moore. Come ha vissuto la settimana post brianza dove ancora una volta è stato tanto tempo in panchina?
«In termini generali posso dire che abbiamo avuto una settimana più che buona. E’ altrettanto indubbio che in questo momento Michelori e le diverse accoppiate con Brooks e Scott ci da una consistenza in campo diversa. Cameron è un giocatore molto giovane che come tante volte abbiamo detto in questa stagione, non è pienamente cosciente di quelle che sono le sue potenzialità. Sta facendo dei passi in avanti e credo che quando raggiungerà quella sua dimensione ci potrà dare una mano enorme. In questo momento alla sua età è normale che viaggi tra alti e bassi».
Il rovescio della medaglia, come ha anticipato, è un Brooks che settimana dopo settimana sta prendendo coscienza di essere il leader di questa squadra…
«E’ un giocatore per noi importantissimo. Quest’anno lui qui a Caserta ha un ruolo diverso da quello che aveva a Cantù nella scorsa stagione. Ad onor del vero sin dalla prima giornata sapeva di questa sua posizione all’interno del nostro roster e ora sta emergendo affrontando questa responsabilità di essere il nostro leader in campo e questo per noi è fondamentale».
Nella sua giornata da ex, però, nemmeno lui che era tanto ispirato, è riuscito a far girare l’inerzia di un terzo quarto che ancora una volta è un punto dolente delle sfide della Juve. Come si spiega quello che succede alla sua squadra appena rientrati dagli spogliatoi?
«La risposta precisa, ovviamente, è difficile da dare e da trovare altrimenti avremmo già adottato la soluzione. Quello che posso dire è che sicuramente la tolleranza agli errori e la nostra coesione di fronti a quest’ultimi, è molto elevata nei primi venti minuti per poi avere un break quando ci fermiamo all’intervallo o anche per un break in allenamento. Questo ci toglie quel periodo di tempo per rimetterci in moto in cui commettiamo degli errori per poi riprendere in mano la situazione e tornare a fare quello che avevamo fatto nei primi venti minuti. Un punto, quest’ultimo, su cui stiamo lavorando per provare ad allungare il periodo di alta intensità della tolleranza e della coesione di cui parlavo in precedenza».
Guardando avanti, l’arrivo delle ‘Vu Nere’ apre la prima delle due settimane casalinghe e di un periodo di partite ristrette che chiuderanno questo 2013. Non certo un ruolino facile al Palamaggiò contando chi è arrivato e chi la Juve ha dovuto affrontare in trasferta…
«Di sicuro il calendario interno non ci ha aiutato, considerando che abbiamo incontrato tante squadre forti e con obiettivi di playoff. Questo significa che abbiamo dovuto affrontare le nostre ‘pari’ in trasferta dove ogni squadra aumenta il proprio potenziale per il fatto di giocare in casa. Siamo contenti di aver vinto con Pesaro e la Sutor, ma ora dobbiamo spezzare questa sorta di maledizione interna. Ecco perché a partire da domenica dobbiamo scendere in campo con l’idea di avere un solo risultato a disposizione, dobbiamo innalzare il nostro livello e mantenere il vantaggio del fattore campo».
Che partita si aspetta?
«Bologna è una squadra che in genere tende ad alzare i ritmi del proprio gioco e forse questo potrebbe anche avvantaggiarci. Detto questo bisogna sempre vedere se verranno a Caserta con questa idea. Di sicuro sono una squadra che hanno dei lunghi di ottima fattura e con caratteristiche differenti tra di loro e guidati da Walsh che in questo momento è il loro leader in campo e fuori. La nostra difesa nell’area sarà determinante oltre ad essere una delle chiavi del match».