«Brucia e ha bruciato tanto per tutta la settimana, ma fa parte del gioco. Abbiamo analizzato, metabolizzato e abbiamo cercato e stiamo cercando di utilizzare tutto questo come carica per la prossima partita e la prossima sfida». Non si perde d’animo Michele Vitali a pochi giorni dalla partita con una parte del suo passato sportivo e cestistico, ma con un occhio prima alla battuta d’arresto in terra brianzola contro la formazione dell’ex di turno Pino Sacripanti. Una sfida in cui la Juve era riuscita a fare e disfare le valigie praticamente da sola. Spingendo a mille nel primo tempo dove hanno letteralmente messo sotto gli avversari, per poi fare lo stesso a parti inverse non appena usciti fuori dagli spogliatoi per giocare la seconda parte di gare. Un qualcosa che non si era visto, per esempio, nella sfida contro la Sutor e dove Caserta, invece, aveva tenuto una linea di atteggiamento quanto più in equilibrio possibile senza passare tra picchi da urlo e bassi spaventosi così come capitava in passato e così come è capitato al Pianella domenica scorsa. L’unica differenza, però, tra il periodo buio delle cinque sconfitte in cui un terzo quarto come quello lombardo era se non la normalità ma quasi, è stata la lucidità finale. Nelle sconfitte di cui si parla, infatti, tante volte si è sentito anche lo stesso coach Molin parlare di poca lucidità e di decisioni prese senza pensare perché magari presi dalla situazione. Contro Cantù, invece, la gestione delle scelte e delle idee offensive e di quello che si doveva fare ha fatto un passo in avanti. Mordente è stato glaciale dalla lunetta nello sfruttare i liberi a disposizione ed i compagni a provare a cercare a forzare quella situazione che avrebbe potuto dare la possibilità, come è stato, di arrivare all’ultimo possesso. Poi su quella rimessa tanti fotogrammi sono stati passati e ripassati, tante idee sono state sviscerate e non, con tutte alla base l’idea che il canestro di Cusin fosse viziato da un fallo che poteva capovolgere non solo l’esito dell’azione, ma dell’intera partita. Di fallo, situazione al limite ed o di cosa si poteva fare o non fare nelle ultime due azioni, non ne vuole sentire parlare lo stesso Michele Vitali che ha cosi commentato: «Sinceramente a quell’ultima azione ci penso poco soprattutto dal punto di vista del peso di considerarla come l’azione decisiva. In un finale del genere e contro una squadra come quella canturina, non puoi permetterti di arrivare all’ultima azione. Con questo voglio dire che si tratta di episodi e che non possiamo usare come alibi, ma dobbiamo cercare piuttosto dentro di noi la risposta giusta ai piccoli errori che abbiamo commesso in precedenza del quarto periodo e che potevano anche portarci ad un finale diverso da quello che abbiamo assistito. Insomma dovevamo provare a vincerla prima».
Il tuo ruolo in campo e nello starting five, è stato uno dei cambiamenti di coach Molin. Come l’hai vissuta?
«Assolutamente bene. Il fatto di essere passato dal quintetto al partire dalla panchina non deve assolutamente essere un problema per me. Il mio unico pensiero è quello di scattare in piedi quando il coach pronuncia il mio nome e farmi sempre trovare pronto. Per quanto riguarda il ruolo in campo, invece, sto cercando di migliorare tutti i singoli aspetti del mio gioco per non essere solo ed esclusivamente un tiratore e quindi questo mi fa piacere».
In cosa secondo te prima di quel quarto periodo, la Juve è venuta meno?
«Non in molto ad onor del vero, perché la reazione rabbiosa che siamo riusciti a mettere in campo nel momento in cui Cantù ha accelerato sotto la spinta di un pubblico e di un campo non facilissimo, non è certo da sottovalutare. Però dobbiamo ripartire da quella grinta e da quella rabbia e rimetterla in campo sia dall’inizio, ma soprattutto quando si tratta di ritornare in campo dopo l’intervallo. Quando giochi contro squadre del genere non puoi permetterti di sbagliare quasi nulla. Bisogna sempre scendere in campo pensando di dover fare la partita perfetta o quasi, visto che il momento in cui ti spingono a commettere e forzare degli errori arriva sempre e puntuale».
Sconfitta a parte questa squadra ha dimostrato ancora una volta che nonostante le cinque sconfitte in fila, il periodo buio in cui si parlava di mercato e di null’altro, ha saputo reagire vincendo a Montegranaro e mettendo in difficoltà una squadra che lotta per obiettivi diversi dai suoi…
«Su questo tipo di cose non avevo il minimo dubbio. La consapevolezza che possiamo scendere in campo dando il 110% delle nostre possibilità, non mi ha mai abbandonato. Come ho sempre detto siamo una squadra giovane, abbiamo sbagliato, sbagliamo e magari proveremo a sbagliare sempre meno con il passare dei mesi, ma non ci tireremo mai indietro mollando tutto in campo senza nemmeno dare a noi stessi la possibilità di giocarci l’ultima chance».
Ora alle porte c’è il periodo delle partite ravvicinate di cui tre in casa. Insomma il momento di provare a spingere anche se il calendario non è totalmente favorevole…
«Giocare in casa nostra è sempre un vantaggio. Per la fine di questo mese saranno tre le sfide davanti ai nostri tifosi, ma le prossime due consecutive mante saranno importantissime. Dobbiamo cercare di sfruttare al massimo questo vantaggio e il fatto che con il sostegno del Palamaggiò abbiamo sempre una spinta in più e un giocatore in più. Quindi ci crediamo e sicuramente ci proveremo».
La prima è la Virtus Bologna. Un match dal sapore particolare?
«Sono cresciuto cestisticamente li a Bologna, ma è una partita come le altre, dove penserò solo a concentrarmi sul campo».