«Resto dell’idea di non dover e di non aver niente da dimostrare a nessuno, ma poi quando sei li in un palazzetto che comunque produce un’atmosfera speciale, tutto cambia. Ed allora mi sentivo eccitato, non vedevo l’ora di iniziare anche perché so cosa vuol dire giocare a Cantù, so cosa vuol dire avere quel pubblico cosi vicino e quindi mi sentivo pronto a guidare, questa volta, la mia nuova squadra, Caserta. Questo perché so anche che al Pianella non è facile vincere e non molte squadre ci sono riuscite e volevo tanto essere uno di quei giocatori in grado di poter dire di esserci riuscito». Questo il commento a fine partita di Jeff Brooks sorridente a metà in borghese a salutare ex compagni ed amici lasciati lo scorso anno in brianza. Un Brooks che anche se aveva dichiarato di non dover dimostrare niente a nessuno, sprigionava elettricità da tutti i pori ad ogni pallone toccato non solo in partita, ma anche nel primissimo riscaldamento. Non teso, ma concentrato a far bene. Non emozionatissimo, ma sicuramente toccato dai tanti saluti ed applausi che ha ricevuto prima della palla a due, cosi come lui stesso ha dichiarato a riguardo: «E’ stato molto bello è innegabile. Vedere quando entri in campo per il riscaldamento e ci sono tante persone che ti chiamano per salutarti o gli applausi ricevuti con coach Molin quando siamo stati presentati sono cose che non possono lasciarti indifferenti. Però ho cercato di restare concentrato il più possibile e prepararmi ad una bella partita come alla fine poi stata».
Poi si è alzata la palla a due ed ovviamente ognuno ha pensato per i propri colori. Per i tuoi e per la Juve un finale come quello del Pianella brucia, forse anche tanto…
«E’ stato un peccato perché abbiamo messo in campo tanta energia sia fisica che mentale. Certo abbiamo avuto un momento di calo, ma a differenza delle altre sconfitte non siamo mai usciti mentalmente dalla partita. Siamo sempre stati in grado di riprenderci il nostro ritmo sia in attacco che in difesa e a rimontare per due volte di seguito svantaggi anche molto importanti, complici anche qualche errore di troppo da parte nostra. Poi nel finale è successo quello che è successo e questo ci lascia tanto amaro in bocca».
Hai parlato di errori, pensi che siano stati figli principalmente di un blackout mentale, o semplicemente in un determinato momento della partita, Cantù ha giocato ed interpretato meglio di Caserta?
«In una partita possono capitare entrambe le cose. Possono arrivare degli errori banali come ne abbiamo commessi noi, cosi come bisogna ogni volta fare i conti anche con gli avversari. Sono stati bravi a punire ogni tipo di nostro errore, ma credo che sia normale per una squadra che è nelle posizioni alte della classifica e che lotta in Europa nelle primissime posizioni. Nonostante tutto siamo riusciti a trovare il modo giusto per riprenderci il comando del gioco».
Per quanto ti riguarda, di errori dal campo ne hai fatti pochi…
«Personalmente mi sentivo bene. Come ho detto in precedenza conoscevo i canestri ed il campo e quindi mi sentivo in fiducia nel tirare e alla fine cosi è stato. Ma quello che importava non era che io facessi tanti punti o fossi protagonista, ma che la squadra tornasse a casa con l’intera posta in palio ed ecco perché è stato un peccato».
Quindi si può dire che nonostante i momenti di alti e bassi nel secondo tempo, nonostante la sconfitta arrivata sul filo di lana, la Juve può uscire assolutamente a testa alta da questa giornata di campionato?
«Assolutamente si. Ovviamente nello spogliatoio le facce non erano delle più sorridenti di questo mondo visto il finale di partita e quello che siamo riusciti a fare, ma come non ci siamo abbattuti durante un periodo nerissimo come quello delle cinque sconfitte consecutive, cosi non ci abbattiamo ora. Siamo andati via a testa alta, anzi altissima da Cantù, consapevoli di aver giocato una partita di un certo livello contro una squadra che lotta ed ha giocatori per obiettivi diversi dai nostri».
Quale lo spirito che vi ha consegnato questa partita?
«Ora abbiamo tre partite sui quattro in casa per chiudere il mese di dicembre, ma soprattutto l’idea che da questo pomeriggio la gran parte dell’amaro in bocca per la sconfitta sarà passato e quel poco che ci resterà ci servirà senza dubbio per caricarci ancora di più per provare a vincere tutte e tre le partite in casa».