Iavazzi alza la voce: “La Juve resta questa”



Il presidente Iavazzi con Baioni
Il presidente Iavazzi con Baioni

Quasi a sorpresa nella conferenza stampa dedicata a Baioni a fare da braccio destro c’era il presidente Raffaele Iavazzi. Una presenza che aveva un motivo ben preciso, sviscerato con la solita schiettezza e franchezza che lo contraddistingue immediatamente dopo l’analisi del momento che sta attraversando la truppa di Pezza delle Noci dopo le ultime quattro sconfitte ad opera dello stesso Baioni. Il motivo? Ovviamente mettere i classici puntini sulle ‘i’. Chiarire una volta e per sempre il punto di vista della presidenza, della proprietà e della società in generale nei confronti della squadra, dello staff tecnico ed in generale dell’andamento della squadra nelle ultime settimane. Ad onor del vero un tentativo che dai piani alti del Palamaggiò si pensava fosse bastato il comunicato stampa fatto diramare nella giornata di domenica a seguito della sconfitta nel derby con Avellino, ma al quale l’onda di malumore, di mugugni del popolo bianconero non si era placata. Ed allora ecco l’intervento di persona e senza peli sulla lingua a rimarcare quanto appena detto esordendo in questo modo: «Onestamente sono profondamente dispiaciuto di tutto quello che ho avuto modo di leggere e sentire in giro durante queste settimane e quindi ecco spiegata la mia presenza qui questo pomeriggio in conferenza stampa. Io non vorrei essere sempre ripetitivo o noioso nel sottolineare le solite cose da quando abbiamo iniziato questa avventura, ma a questo punto mi sembra doveroso doverlo sottolineare ancora una volta. Quest’estate siamo partiti da una situazione disastrosa, una situazione dalla quale siamo partiti io ed il solo Barbagallo per provare a dare un seguito al basket a Caserta. Senza contare che il 90% di questo sforzo appartiene a me direttamente e quindi mi piacerebbe mettere in evidenza ancora una volta che quello che abbiamo costruito è il meglio che potevamo fare. Abbiamo cercato sin dall’inizio di recuperare alcune figure importanti come il giemme, affidarci ad uno staff solido e mettere insieme una squadra che rispondesse prima di tutto alle nostre esigenze economiche – continua Iavazzi -. Tutto questo perché sono qui a ripeterlo, perché non vorrei che qualcuno se ne fosse dimenticato di quando all’inizio dell’anno abbiamo sottolineato tutti questi punti come per noi importanti e cruciali per dare il via questo nostro progetto. Sapevamo di aver puntato sui giovani, sapevamo di aver bisogno di tempo per poter crescere e non certo abbiamo venduto fumo dicendo di voler arrivare chissà dove. Certo il potenziale mostrato nelle prime tre partite ci ha dimostrato che se riusciamo a crescere possiamo toglierci delle soddisfazioni, ma non certo possiamo farci forviare da quanto abbiamo fatto. Il nostro obiettivo resta lo stesso». Da questo momento in poi le parole di Iavazzi diventano una sorta di fiume in piena: «Forse se qualcuno in estate ci avesse dato una mano economicamente avremmo preso dei giocatori più forti, ma visto che nessuno si è fatto avanti e continua a non farsi avanti, si avanti cosi. Quindi voglio che sia chiaro che questo progetto è nato cosi ed andrà avanti cosi fino alla fine. Qualcuno mi chiede se sono contento dei risultati? Ovviamente sono dispiaciuto per alcune sconfitte e credo che questa squadra meritava qualche punto in più, ma allo stesso tempo è doveroso sottolineare che abbiamo gli stessi punti della scorsa stagione. Chiaro che se alla fine del girone di ritorno la situazione resta la stessa e siamo ultimi, allora un campanello inizierà a suonare, ma per il momento tutto questo allarmismo mi sembra ingiustificato oltre che dovuto alle prima tre partite che hanno un po’ forviato i nostri reali obiettivi».

Quale il suo appello ai tifosi?



«Non serve certo dire mandiamo via questo e prendiamo quest’altro, quello che serve è far sentire il calore del pubblico a partire dalla prossima partita contro Brindisi, dove dobbiamo tornare a vincere». 

Tornando al discorso degli aiuti ‘latitanti’, c’è qualcosa in particolare a cui si riferisce?

«Siamo stati completamente ignorati da tanti punti di riferimento sul territorio. Ci sono imprenditori che hanno poca fiducia o voglia di investire sul territorio scegliendo altro. Tra i tanti che ci hanno ignorato anche le istituzioni come la camera di commercio che negli anni addietro ci ha sempre dato una mano e che questa volta non ci ha degnato nemmeno di una risposta al progetto che gli abbiamo mandato. L’unico aiuto è arrivato dalla Provincia in merito alla questione Pasta Reggia, per il resto c’è stato il vuoto più totale. Noi vogliamo che il nome della Juve cammini al fianco delle eccellenze del territorio perché rappresenta il territorio di Caserta, ma se questo non avviene o non avverrà allora sicuramente ci sposteremo fuori per delle risorse che sono necessarie. Se qualcuno da dietro fa dispetti? Vuol dire che non vuole il bene di questo territorio». 

Ma da questa estate la reputazione della Juve è andata migliorando, quale il suo giudizio?

«Siamo partiti da un anno zero. Forse dalla prossima stagione coglieremo i frutti di quanto stiamo facendo in quest’anno fatto di sforzi economici non indifferenti per colmare il passato ed essere puntuali con il presente. Anche per questo al momento della costruzione della squadra ho preferito prendere giocatori che costassero di meno ma con la certezza che a fine anno nessuno potrà lamentare niente, a differenza del passato con il quale ci stiamo ancora confrontando e non ultima la notizia del lodo di Maresca, che mi riporta ancora una volta alla situazione di essere dispiaciuto di non aver ricevuto aiuti da chi mi ha preceduto».


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