Caserta-Roma, duello dai grandi sapori



Sergio Luise
Sergio Luise

«Abbiamo concluso la settimana con l’allenamento mattutino cosi come avevamo fatto negli ultimi tre giorni e cioè con allenamenti duri, efficaci e di grande intensità». Ha esordito cosi, Sergio Luise, nel commentare l’ultimo giorno di palestra prima della sfida faccia a faccia con i capitoli di Roma che come la Juve scenderanno in campo con il dente avvelenato dopo aver perso in casa contro Cantù dopo un tempo supplementare. Una sfida tra due animi feriti in diverso modo: bianconeri in balia di Reggio Emilia a partire dal secondo quarto per un successo mai in discussione e giallorossi che forse hanno dovuto ingoiare una pillola ancora più amare come quella della sconfitta di misura. Due animi che hanno voglia di tornare a vincere e quindi cancellare il ricordo ed il sapore amaro che li ha accompagnati per tutta la settimana. «Qualche piccolo problema fisico a Roberts e Scott, insieme a qualche piccola reminescenza nervosa post sconfitta a Reggio Emilia – ha continuato lo stesso assistente in panchina di coach Molin – ci avevano impedito di rendere al meglio nei primi tre giorni, ma poi i piedi di Roberts e la caviglia di Scott sono migliorati ed abbiamo fatto gli ultimi tre giorni in crescendo, specialmente in termini di concentrazione ed attenzione a quelli che saranno i particolari tecnici della sfida contro Roma».

Uno dei particolari con il ritorno di Hannah potrebbe essere ovviamente il ritorno alla velocità e al gioco sopra il ferro?



«Di sicuro con Hannah in campo e per le sue caratteristiche nel lanciare il contropiede e nel trovare i compagni sopra il ferro e che non sono propriamente degli altri playmaker che abbiamo, ci porterà a giocare molto di più in velocità, ma sicuramente non possiamo basarci solo ed esclusivamente su questo particolare o abusarne. Stiamo cercando di lavorare moltissimo anche nella ricerca di quell’equilibrio cestistico tra corri e tira e gioco ragionato provando ad arrivare in fondo a tutte le soluzioni per trovare quella migliore, quando le squadre ci impediscono di correre da canestro subito o palla recuperata. Altrettanto vero è che i suoi passaggi e quella sua propensione a fare felici tutti i compagni ci porterà a giocare un basket molto più familiare alle prime tre giornate».

Questo rendere felici i compagni in attacco con passaggi e quindi con la possibilità di segnare può essere considerata una delle tante cause di una difesa che in passato è stata più che arcigna e che invece a Reggio è stata un po’ sulle gambe?

«Non ne avremo mai la riprova. Certo è che eravamo già senza Hannah che è un giocatore in grado di mettere pressione sulla palla e poi Roberts in pessime condizioni fisiche. Chris è il nostro miglior difensore e senza la sua fisicità tutta la difesa forse ne ha sofferto».

Appurata l’idea che quella che si vedrà al Palamaggiò questo pomeriggio non è ne la Roma vista al torneo di Caserta o quella affrontata nella capitale, ma rispetto alle prime avversarie è quella che conoscete di più. Qualche piccolo vantaggio ve l’ha dato?

«Di sicuro ci ha avvantaggiato nel lavoro di presentazione dei singoli giocatori alla squadra. Dal punto di vista individuale bene o male tutti sanno e conoscono le loro caratteristiche. Coralmente, invece, non tanto considerando che nell’ultimo periodo Dalmonte ha cambiato tante piccole cose nel suo gioco. Sono cambiate le rotazioni e le idee di quintetti in cui Hosley svaria tra il ruolo di small forward e quello di power forward e quindi per noi vuol dire passare alla marcatura di due giocatori differenti. Abbiamo studiato a fondo la nuova Roma e abbiamo lavorato su quelle che saranno e potranno essere le chiavi tattiche».

Quindi cosa deve fare la Juve per fermare la Virtus?

«Sono una squadra di grandi tiratori. Sono una squadra che allarga il campo e trova sempre l’uomo giusto sul perimetro per un tiro da tre. La soluzione dall’arco è la loro arma principale come hanno dimostrato le rimonte sia ad Avellino che contro Cantù. Quindi dovremmo evitare di finire in rotazioni difensive e tenere principalmente l’uno contro uno o nel caso di aiuti, di trovare immediatamente il proprio uomo e non essere mai in ritardo».

 


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