Lo scandalo degli appalti Asl scuote il mondo dello sport



Lazzaro Luce patron del Savoia
Lazzaro Luce patron del Savoia

Tra gli arrestati dello scandalo Asl (appalti per i servizi di pulizie in tutte le Asl casertane) risulterebbe anche Lazzaro Luce, imprenditore originario di Santa Maria a Vico e residente a Nola. Secondo le prime indiscrezioni, sarebbe coinvolto nella vicenda per appalti presso l’Azienda ospedaliera casertana. Luce, è stato per due anni presidente del Gladiator, mentre in estate ha acquisito il Savoia. Un duro colpo per il calcio campano. Non è stato ancora reso noto il quadro accusatorio e nelle prossime ore saranno resi noti ulteriori dettagli dell’operazione. Risulta indagato anche l’ex patron del Marcianise Angelo Grillo. Restò alla guida dei gialloverdi fino all’inizio degli anni 2000 quando poi subentrò la famiglia Bizzarro. Il provvedimento di custodia cautelare è stato emesso dal Tribunale di Napoli su richiesta del pm della Dda Landolfi sulla base di alcune dichiarazioni di un pentito marcianisano. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri e dal personale della Dia.

AGGIORNAMENTO: L’inchiesta fa riferimento agli appalti per i servizi di pulizia nelle sedi Asl di Caserta, e l’accusa è la turbativa d’asta e corruzione aggravata dall’ articolo 7, concorso esterno in associazione mafiosa.



Agli arrestati sono contestati, in riferimento alle specifiche posizioni, i reati di concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso, abuso d’ufficio e turbata libertà degli incanti, “avvalendosi del metodo mafioso e, comunque, al fine di agevolare l’associazione camorristica (sodalizi ‘Belforte’ di Marcianise e ‘dei Casalesi’) nonché quello di corruzione” secondo l’accusa. Ad eseguire la misura su mandato dei pm Giovanni Conzo e Luigi Landolfi della Dda di Napoli, con il procuratore aggiunto Francesco Greco, sono stati i carabinieri del nucleo operativo di Caserta. L’attività investigativa si è svolta attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, riprese video, servizi di osservazione e pedinamenti, nonché attraverso l’acquisizione di documenti che hanno permesso – secondo l’accusa – di raccogliere a carico degli indagati un grave quadro indiziario, in relazione a vicende riguardanti un giro d’affari milionario.

 


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