Negli ultimi due anni lo si era visto sempre in disparte, lo si era visto sedere nel parterre di fronte alle panchine, lo si era visto gioire e disperarsi a seguito di una vittoria o di una sconfitta. La stessa gioia e la stessa disperazione che Lello Iavazzi ha messo, di volta in volta, quando si è trattato di fare passi in avanti all’interno di un progetto che ha colpito il punto dolente di ogni tifoso o sportivo: la passione. Una passione per una palla a spicchi che lo ha portato a gioire quando un altro imprenditore decideva di dare una mano consistente o meno alla causa bianconera negli anni oscuri dei problemi finanziari o disperarsi quando magari si vedeva sbattere in faccia la porta alla richiesta di aiuto economico per un qualcosa che rappresenta una delle eccellenze del territorio casertano almeno quanto la Reggia. Un’eccellenza che stava però perdendo la possibilità di brillare di luce propria, la possibilità di splendere all’interno del firmamento del basket tricolore cosi come aveva fatto in passato. Un percorso in discesa – e non nel senso buon del termine – che i tifosi casertani avevano già assaporato dopo gli stessi anni d’oro e di splendore fatti di triple di Oscar Schmidt o dello scudetto degli scugnizzi Gentile ed Esposito. Il ritorno nella massima serie anni or sono sembrava aver riavviato il ciclo storico bianconero paragonando quelli passati ai primi anni di basket di alto livello in attesa che arrivasse il nuovo Oscar o magari i nuovi Gentile ed Esposito, ed invece. Ed invece la situazione economica della Juve dopo aver toccato il suo massimo nella stagione della semifinale scudetto, è andata scemando anno dopo anno fino ad arrivare ai proclami di aiuto, di chiusura e di falli moneto o vendita del titolo delle ultime due stagioni. Un percorso che stava per toccare il fondo fino a quando un uomo ha deciso che ne aveva avuta e viste abbastanza, compreso un falso salvatore della patria che invece stava per accelerare il processo di finire a fondo. Ed allora fatti i dovuti proclami per scrupoli di coscienza è arrivato il momento del ‘via tutti’. Via le false promesse o quelle appese un filo. Le parole d’ordine sono state certezza, concretezza e progettualità e alle quali hanno risposto solo ed esclusivamente Raffaele Iavazzi e Carlo Barbagallo. Due uomini intorno ai quali è nata poi tutto il resto, è nato quello che questo pomeriggio scriverà la sua prima pagina di storia, la sua prima pagina di vita: un progetto a lunga scadenza e diretto a recuperare il terreno perso nel riportare la Juve ed il basket a Caserta nel posto e nella considerazione che merita, che sicuro non era di una squadra e di una città sull’orlo del burrone. Insomma da questo pomeriggio si fa sul serio, da questo pomeriggio i giochi estivi sono dimenticati, ora è tempo di cogliere i frutti di quello che si è seminato e volente o nolente, nel bene o nel male, che si vinca o che si perda, non si può dire che il merito principe è del presidente Iavazzi che alla sua prima ufficiale da numero uno bianconero ha cosi dichiarato: «Ad essere sincero al momento nessuna emozione particolare, probabile quando attraversò il tunnel mi renderò conto che questa nuova avventura è effettivamente iniziata. Sulla decisione di fare ciò che ho fatto, ormai è un qualcosa che ho da tempo metabolizzato. Cosi come ho detto alla squadra a cui ho avuto modo di parlare prima di questo esordio, io il mio dovere l’ho fatto ora tocca a loro; tocca a loro dimostrare di fare sul serio e tutto il loro talento».
Effettivamente ed in termini concreti, quanta fiducia ha nei mezzi di questa squadra relativamente al colpo di poter battere, oggi, una squadra candidata, sulla carta, almeno alle semifinali scudetto?
«Giochiamo in casa e quindi giochiamo per vincere. Non conta contro chi, contro quale blasone o quali nomi altisonanti giochiamo. Il nostro motto è scendere in campo per portare a casa i due punti. Poi logico che nel corso della stagione si vincerà e si perderà, ma lo spirito combattivo e l’idea di vincere non ci deve mai abbandonare. Sono convinto che questa squadra può giocarsela con tutti, quindi non siamo i soli a preoccuparci».
Sei settimane di lavoro e di contatto con questa squadra. Cosa l’ha colpito di più e che vorrebbe vedere questo pomeriggio in campo?
«Lo stesso spirito di squadra e di sacrificio che nell’ultimo periodo ha fatto da padrone all’interno del gruppo. Un gruppo che è cresciuto tantissimo sia in campo che fuori. Insieme possiamo farcela e quindi questa unione mi piacerebbe vederla in campo sin da domani (oggi ndr)».
Coach Molin alla richiesta di un appello ai casertani per la partita ha voluto usare il modello nazionale come esempio ovvero ha promesso che i tifosi saranno orgogliosi a prescindere dal risultato degli interpreti della maglia bianconera. Questo orgoglio però per la nazionale è arrivato dopo le vittorie o comunque prestazioni al limite del commovente. Lei si aspetta quindi che tutto questo calore avvenga immediatamente prima o secondo lei i risultati saranno traino per tutto questo?
«premesso che come ho avuto modo di dire in passato ed in questo periodo di costruzione della squadra e di sacrifici economici fatti per rimettere le cose a posto, mi sarei aspettato un amore ed una vicinanza incondizionata maggiore di quella che invece si è avuta. Ma come si suol dire in gergo ‘conosco i miei polli’, conosco l’amore che questa città ha per la Juve e sono sicuro che la presenza sarà forte e che anche i risultati faranno da traino anche nei confronti dei più scettici».