Vitali e la Juve, feeling a primo impatto



Vitali della Juvecaserta
Vitali della Juvecaserta

La vittoria contro l’Enel Brindisi nell’ultima giornata della manifestazione cittadina dedicata alla Juve ed alla palla a spicchi di Terra di Lavoro, non sembra assolutamente e l’unico elemento di tranquillità e di serenità nel guardare avanti, all’interno della truppa bianconera. Alla base di tutto, infatti, ci sarebbero i passi in avanti comunque dimostrati dalla squadra sia al termine dei quaranta minuti del sabato, ancor di più in quelli della domenica e quindi ovviamente all’interno dei quattro periodi che hanno sancito il successo casertano. Ad onor del vero c’è un quarto in particolare in cui la Juve ha dimostrato qualcosa in più rispetto alle prime uscite in Puglia e a quella della domenica contro Roma: il terzo. Un terzo periodo in cui la Pasta Reggia ha per un attimo stretto le maglie difensive, ha regolato la propria difesa costringendo Brindisi ad un paio di canestri e preso quel coraggio di approfittare della situazione in attacco e accumulare possesso dopo possesso un vantaggio niente male sul quale poi giocare negli ultimi dieci minuti in cui Brindisi puntava sulla frenesia di rimettere in piedi la sfida, mentre dal canto suo Caserta ha provato ad accelerare ancor di più in difesa anche se con qualche sbavatura di troppo dovuto principalmente alla stanchezza e ad un serbatoi che quasi improvvisamente si era ritrovato in riserva dopo gli sforzi di cui si parlava in precedenza. E’ stato il quarto che ha lasciato qualche certezza in più allo staff tecnico, ai tifosi e con ogni probabilità anche agli stessi giocatori. Certezze che al momento parlano di un quintetto che ha fatto la differenza rispetto a tutti gli altri ammirati durante la kermesse casertana ed è quello con Mordente, Michelori, Vitali, Brooks e Scott, con Roberts fuori dai giochi solo perché nel secondo tempo contro Brindisi non è quasi mai entrato in campo per un problema al ginocchio coperto da una vistosa borsa del ghiaccio. Un quintetto che ha dato leadership, quella di Mordente, energia quella di Michelori, spensieratezza di andare fino in fondo quella di Vitali e l’estro a stelle e strisce di Scott (che ha dato ampia dimostrazione di tutto il repertorio che si ritrova e quindi dal tiro alla penetrazione al gioco spalle a canestro contro i più piccoli ndr) e dell’ex Cantù e Jesi Brooks. Ma se da un lato il passato fa parte dei ricordi, le indicazioni tecniche sui ventotto metri di campo, invece, restano all’interno del taccuino dello staff tecnico che ora ha avuto dimostrazione di alcune certezza. Ma come normale che sia la vittoria ed il break è un qualcosa di positivo per tutti e non solo per chi era in campo cosi come ha avuto modo di affermare Michele Vitali, tra i migliori della vittoria contro Brindisi: «Chi genera i break o determina una buona difesa non importa, quello che importa è che tutti in qualsiasi momento della partita si faccia trovare pronto per dare il proprio contributo ed eseguire ciò che il coach gli chiede. Con questo voglio dire che se ero in campo in quel frangente non è perché sono meglio degli altri o si è trattata di una bocciatura degli altri, ma mi sono fatto trovare pronto. Le scelte le fa il coach, poteva, magari, capitare che al mio posto c’era qualcun altro. Quindi quello che importa non è tanto chi era in campo in quel momento, ma quello che siamo riusciti a mettere assieme e cioè una difesa di buona fattura che ci ha permesso di prendere un vantaggio considerevole e giocare in maniera diversa in attacco».

Cosa ti ha colpito della due giorni casertana?



«La capacità di passare da un giorno all’altro con dei cambiamenti positivi. Siamo cresciuti da un giorno all’altro riconoscendo i nostri errori ed impegnandoci a non commetterli più nel giorno successivo. Dopo la sconfitta con Roma ci eravamo prefissati degli obiettivi, c’eravamo chiesti di evitare determinati errori e alla fine credo che ci siamo riusciti».

Come la squadra anche tu sei migliorato e sei stato parte integrante di quel terzo periodo difensivo di cui si parlava in precedenza…

«Il discorso fatto per la squadra in termini di spiegazioni tra il sabato e la domenica vale ovviamente anche per me. Dopo il sabato mi ero ripromesso di fare meglio evitando alcuni errori e sono contento che sia andata meglio del sabato».

Il pre-campionato prevede ancora tanta LegaA prima di arrivare al 13 di ottobre e quindi a Venezia. In quali aspetti del gioco ti aspetti dei passi in avanti?

«E’ ovvio che se in difesa, magari abbiamo dimostrato di poter essere un tantino già affiatati, in attacco dobbiamo ancora trovare la giusta chimica e la giusta conoscenza dei compagni in termini di comportamenti tecnici. E’ una cosa normale, considerando che solo Morente e Michelori si conoscono dalla scorsa stagione. Ma anche in questo il tempo è dalla nostra parte e ogni giorno che passa conosciamo i nostri pregi, difetti e preferenze sempre di più per cosi capirci a dovere quando si tratterà di competere per il campionato».

Hai parlato di maggiore intesa in difesa, quindi secondo te sarà una Juve più dedita a concedere un canestro in meno agli avversari o farne uno in più?

«In questo momento e forse fino a che non troveremo la conoscenza perfetta di tutti, credo che il nostro credo principale sarà recitato in difesa, poi però penso che potremmo far bene anche dall’altra parte».

Quasi un mese un mese di allenamenti e di indicazioni anche tattiche, che idea di pallacanestro e di coach Molin ti sei fatto?

«Una pallacanestro non fatta a caso, ma sempre con degli scopi ben precisi in ogni singola azione. Una pallacanestro che mi stuzzica e piace molto. Anche in questo caso ci vuole del tempo per conoscere a pieno tutte le sue idee e metabolizzarle, ma siamo sulla buona strada».


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