Ventiquattro ore ancora e poi sarà il secondo momento, della pre-season di questa stagione, ma in generale di ogni anno, per la tifoseria bianconera. Il momento che in termini di emozione dovrebbe essere il seguito naturale della di quello che fu il primo giorno di scuola, del raduno ed il primo impatto con la fola. Insomma un qualcosa che dovrebbero viaggiare insieme a braccetto, ma che giustamente vengono tenute distinte l’una dall’atra per una questione anche di pathos, per una questione di quel senso di suspense che solo un giorno come la presentazione ufficiale può regalare e completare quanto fatto vedere il 28 di agosto scorso. Un distacco temporale di quasi un mese all’interno del quale oltre l’attesa e quindi l’appetito di vivere la festa che ogni hanno lancia il countdown ufficiale verso la nuova stagione, c’è anche altro: l’attesa di vedere dal vivo la squadra in quaranta minuti veri e non semplicemente di allenamento o dalla tv o lontano dalle proprie mura, per chi freneticamente ha deciso di non perdersi la prima assoluta della nuova Juve in campo e fuori, in quel di Brindisi dopo le due amichevoli casalinghe contro Veroli e Napoli dei primi giorni di settembre. Un’attesa di vedere entrare per la prima volta tutti assieme sul parquet che sarà come in passato la sabbia dei gladiatori e gli spalti il luogo di persone che vogliono vedere un solo vincitore: la Juve. Poco importa se sul corpo al suono della sirena finale ci potranno essere delle ferite, qualche colpo subito di troppo o qualche canestro che riportato all’epoca dell’antica Roma poteva suona come un fendente dritto al corpo o quello di lama contro lama per fermare un colpo che poteva essere decisivo, quello che importa è che alla fine il colore predominante, quello che resterà in piedi a braccia spalancate e la testa rivolta verso il cielo con tanto di urlo atavico a prendersi l’energia e gli abbracci virtuali e non di tutti coloro che riempiranno l’arena del Palamaggiò, sarà quello bianconero della Pasta Reggia. Ed allora tutti pronti ed ancora una volta col fiato sospeso per questa prima grande prova generale di affiatamento dei nuovi ‘gladiatori’ ed il suo pubblico in delirio. Tutti pronti alla prova generale del primo sesto uomo in campo dell’anno, anche se il tutto varrà per la gloria di uscire ancor più braccia alzate dal Palamaggiò e con il trofeo massimo del Città di Caserta. La prova televisiva della due giorni di Brindisi, poi, ha lasciato un po’ di amaro in bocca ma solo per il semplice fatto di non essere riusciti a trovare il modo giusto di tornare a casa con una bilancia perfettamente in parità. Un torneo che ha potuto dare poche indicazioni se non che il percorso di questa Juve è ancora alle prime fermate. Un percorse che necessità assolutamente di trovare continuità di rendimento, ma soprattutto di chimica ed amalgama naturale tra i vari componenti della squadra, ma anche degli stessi nei confronti di uno staff tecnico che ha l’arduo compito di impartire quante più nozioni possibili in poco tempo per presentarsi al 13 di ottobre in grado di affrontare nella maniera tattica più corretta possibile. Il lavoro in palestra è stato uno dei fattori che ha giocato un ruolo importante nella doppia sconfitta brindisina. Un fattore che è stato più volte sottolineato dai vari protagonisti che dopo quella due giorni hanno avuto modo di analizzare le partite e quindi quanto accaduto in terra pugliese. Non ultimo il general manager della Pasta Reggia, Marco Atripaldi e quindi l’uomo che questa squadra, insieme a Molin l’ha costruita da cima a fondo. Un Atripaldi che non ha potuto fare a meno di sottolineare alcuni aspetti fondamentali e che sono stati alla base del doppio ko contro l’Enel e contro Milano: forma fisica in formazione con carichi di lavoro che stanno anche continuando in questo periodo, ed amalgama che di certo non può arrivare dal nulla o spuntare come un fungo. Due fattori che uniti al cambio di avversari passando da due formazioni di Legadue a due di LegaA e quindi ad un grado di fisicità nettamente superiore, hanno inceppato un meccanismo che forse meritava o aspettava dio essere inceppato per non creare false aspettative. Un volere dimostrato anche dalla scelta delle avversarie di tutto il precampionato della Pasta Reggia, tutte formazioni di media alta classifica, tutte formazione di una certa conformazione fisica, in modo tale da porre sotto il naso dei nuovi arrivati immediatamente il livello del nostro campionato e quindi di prendere le distanze e le misure dagli avversari, di capire il metro arbitrale e tante altre cose. Tutti punti che sicuramente saranno stati sottolineati all’indomani della kermesse pugliese dal timoniere mestrino e mostrati ai diretti interessati affinché potessero prendere visione degli errori, ma anche dei lati positivi come le due rimonte che ci sono state sia nella prima che nella seconda sfida,. Due momenti di reazione che saranno custoditi a lungo ed a lungo mostrati come esempio di quando le cose in campo andranno male. Di sicuro indicazioni che lo staff tecnico e tutti i tifosi, vorrebbero vedere in parte recepite ed eliminate proprio nella due giorni di festa bianconera, in modo tale da aumentare ancor di più l’entusiasmo verso quel 13 di ottobre che sarà il vero momento primo banco di prova con una posta in palio della stagione.