Corsi e ricorsi storici. La nuova stagione dell’Aversa Normanna è iniziata nello stesso modo in cui si è chiusa la passata tremenda annata: cioè con un esonero. Questa volta a farne le spese mister Fabiano, che ha pagato, ma le cause potrebbero essere altre, i zero gol in quattro gare ufficiali, tra campionato e Coppa, e la sconfitta con un uomo in più patita a Melfi. Dicevamo che i motivi potrebbero essere altri: alla base della decisione della società infatti parrebbe non esserci la questione risultati, visto che il tecnico non ha avuto nemmeno il tempo di dimostrare quanto fatto negli allenamenti del precampionato, ma alcuni punti di vista differenti sulla questione attacco. Due posizioni diverse per la coppia Orlando-Vicentin. Il coach ormai ex Normanna non li vedeva insieme per una pura questione atletica, con l’argentino non al meglio, mentre lo stesso Cecere dopo il ko in terra lucana sottolineò proprio come “nonostante abbiamo giocatori di talento davanti non riusciamo a segnare”. Un giro di parole per dire che Fabiano non riusciva a mettere in condizione i terminali offensivi per gonfiare la rete. Tornando all’inizio bisogna comunque fare una riflessione sull’esonero e capire quanto possa giovare alla squadra e all’ambiente. In futuro i risultati potrebbero anche dare ragione a Spezzaferri e Cecere ma mandare a casa dopo appena due giornate di campionato un allenatore è un record che nemmeno Zamparini. L’unica spiegazione è che ci sia stato uno scontro tra le parti che abbia allontanato dirigenza e Fabiano. Perchè diversamente anche i tifosi non riescono a capire. Questione tecnica? No, perchè con la Torres l’Aversa Normanna ha in almeno quattro occasioni sfiorato la vittoria non riuscendoci in due occasioni solamente per una sfortuna incredibile. Per i risultati? Nemmeno, perchè almeno si sarebbe potuto attendere il match con il Castel Rigone e vedere come sarebbe andata. La preoccupazione dei supporters a questo punto è che potrebbe ripetersi ugualmente la stessa problematica dell’anno horribilis 2012/2013. La girandola di allenatori infatti non fece altro che peggiorare la situazione. Il primo ad andarsene fu Romaniello, che si dimise l’11 dicembre dopo la sconfitta con il Campobasso. Era la quindicesima giornata. L’Aversa da quel giorno, ma per la precisione già da un mese prima, l’11 novembre, non ha più vinto. Significa che i tre punti mancano da ben dieci mesi. Il coach normanno disse all’epoca che “lo sbaglio più grande è stato smontare completamente un gruppo”. In estate arrivarono infatti tutti volti nuovi. Stessa cosa che è accaduta anche questa stagione, con nemmeno un calciatore ‘superstite’. Dopo Romaniello arrivò Sergio: durò solamente due mesi fino al 14 gennaio dopo il ko di Fondi per 2-0. Collezionò sol due punti in sei gare. Fu richiamato Romaniello ancora sotto contratto: solamente tre gare e altrettante sconfitte, l’ultima con il Martina Franca (ko per 1-0). Fu chiamato Chiancone che sin dal primo giorno criticò tutti e tutti per una preparazione atletica considerata “indecente”. Anche per il “sergente” furono fatali tre gare per essere licenziato. Il bello è che ritornò Sergio che guidò un gruppo di ragazzini alla fine del campionato conclusosi con il penultimo posto e con una retrocessione annunciata già a novembre. Oggi c’è stato il quarto esonero in meno di un anno. Si dovrà cominciare di nuovo tutto dall’inizio: i calciatori dovranno cambiare modulo, il nuovo tecnico Di Costanzo dovrà conoscere i propri ragazzi e la prossima gara è lontana solo 5 giorni. Sono arrivati buonissimi giocatori ma le sconfitte non si rimediano sempre e solamente licenziando gli allenatori: bisogna anche dar fiducia a chi si è scelto a luglio. Un tecnico deve lavorare, quello che ad Aversa non si riesce a fare da circa un anno.