Dopo tanti anni passati ad affermarsi nelle categorie professionistiche e dilettantistiche, Pasquale Bovienzo ha preso la coraggiosa idea di appendere le scarpette al chiodo ed, ad appena 29 anni, ha iniziato a studiare per diventare un allenatore. Il primo passo verso la sua nuova carriera è stato l’ottenimento del patentino di tecnico Uefa B, a cui ha fatto seguito l’esperienza da debuttante con gli Allievi Nazionali del Benevento e da qualche settimana il nuovo incarico con l’Aversa Normanna di Giovanni Spezzaferri, alla guida degli Allievi Nazionali. E’ nei primi mesi della sua nuova avventura che fa la conoscenza di un personaggio che gli innalza il sipario su un modo differente di decifrare il calcio. I responsabili del settore giovanile sannita mettono al suo fianco il preparatore atletico Armando Fucci, conosciuto per il suo passato nella dirigenza della Juventus, e di lì a poco la carriera calcistica di Bovienzo intraprende un percorso totalmente innovativo. Grazie a Fucci, da un mese e mezzo entrato nello staff tecnico di Vincenzo Feola nel Savoia di Lazzaro Luce ma con cui persiste un confronto giornaliero, il giovane tecnico di San Tammaro apprende una metodologia che si sta sviluppando pian piano nel mondo del calcio: allenare la potenza metabolica con GPS. In poco tempo Bovienzo diventa uno dei seguaci numero uno di Armando Fucci, tallonandolo in tanti convegni tenuti in tutt’Italia e che lo porta ad assistere da protagonista a diverse sedute di allenamento della Fiorentina di Vincenzo Montella, tecnico che ha mostrato in più di qualche occasione pieno appoggio a tale innovazione.
In poco tempo si è aperto un mondo mai esplorato prima per Pasquale Bovienzo che spiega in parole povere i miglioramenti dovuti a tale applicazione: “È una metodologia che ti permette di allenare fisicamente il giocatore con l’aiuto del pallone e di misurare il lavoro attraverso l’utilizzo del GPS. Considerato che è stato scientificamente provato che il calcio è composto per il 75% da decelerazione, accelerazione e cambi di direzione, si punta ad esercitazioni mirate proprio su questo aspetto e si abbandonano le corse lunghe, le corse a velocità costante che in campo si vedono pochissimo. La svolta di questa innovazione sta nell’unione del lavoro tra allenatore e preparatore atletico, tra i quali non c’è più distacco”.
Un insegnamento che egli espone in concreto, come di seguito: “E’ stato provato che la frequenza cardiaca è molto alterabile in base a quello che ogni atleta ha fatto nei giorni precedenti (litigi, cibo, altre attività), quindi il valore non è reale al termine di una serie di ripetute o di altri metodi. Invece, attraverso il GPS e la misurazione della potenza metabolica, che consiste nel prodotto del costo energetico per la velocità, quando vai a scaricare il valore dal GPS risali ai dati veritieri di ogni ragazzo”.
Il sistema GPS, però, è per il momento utilizzabile solo in allenamento visto che il regolamento non consente ai calciatori di indossare gli orologi in gare ufficiali: “Per il momento la situazione è questa, ma in serie A hanno già ovviato al problema piazzando delle telecamere in ogni zona del campo in modo da tenere d’occhio la situazione generale. I filmati poi vengono scaricati su un software e i dati estrapolati. E’ una pratica che ha un costo medio di 3.000 euro a partita ma in massima serie è come linfa, perché consente di monitorare anche il dispendio dei giocatori avversari in modo da tenersi aggiornati per la sfida di ritorno e trarne vantaggio”.
L’ex calciatore, salito agli onori delle cronache per il settore giovanile disputato con la Roma ed il Napoli e i picchi della vita calcistica raggiunti con le maglie del Giugliano, Paternò, Potenza e Gladiator, crede ciecamente in questa nuova metodologia: “Per venti anni c’è stato un buco negli studi, nei quali ogni staff tecnico si è affidato e continua ad affidarsi sui soliti esercizi atletici caratterizzati dalle serie di ripetute, corse di lunga e media distanza ed ancora effettuata senza l’uso del pallone. E’ ovvio che far capire il concetto agli allenatori più esperti non è facile, poiché ognuno crede nella propria metodologia, ma l’allenamento della potenza metabolica è più specifico per il calcio. Io non rinnego l’altro metodo, perché l’ho sempre seguita da calciatore e per di più ci ha portato a questa nuova applicazione, però sono convinto che essa sarà il futuro del calcio”.