Si attende ormai solo la firma ufficiale ed il crisma societario, per il rinnovo di Andrea Michelori per la prossima stagione in bianconero. Ad onor del vero il legame del combattente milanese con il club di Pezza delle Noci diretto in cima alla piramide societaria dal presidente Lello Iavazzi, continuerà anche nella stagione immediatamente successiva, quando in maniera naturale scadranno i due anni di contratti con i quali Caserta ha per il momento chiuso il mercato degli italiani. Un mercato riposto, ma non abbandonato, considerando che ci sarebbe sempre quella piccola eventualità legata alla chance – se buona sia a livello contrattuale che a livello di qualità tecniche – di arrivare ad un sesto giocatore nostrano riducendo a quattro totali gli spot degli stranieri dove nel calderone ‘foreign player’ bisogna inserire non solo quello a stelle e strisce, ma anche quello europeo. Una chance che però è più una ipotesi secondaria, una sorta di ‘piano B’, considerando le idee chiare del giemme Atripaldi sulla questione della formula della formazione del prossimo roster. Non si dovrebbe andare lontano dal classico 5+5. Non si dovrebbe andare lontano da una formula che allo stato attuale vedrebbe già perfettamente completata la seconda parte ovvero, cosi si diceva in precedenza quella legata al numero degli italiani. Al fianco di capitan Mordente, infatti, ci saranno Andrea Michelori (due pietre miliari in termini di esperienza e di leadership volute fortemente non solo dal nuovo dirigente bianconero, ma anche dallo stesso coach Lele Molin per avere nella propria faretra quelle frecce importanti da scagliare quando l’esperienza e la conoscenza di questo campionato dovranno fare la differenza ndr), il neo arrivato in maglia Juve dopo qualche tira e molla e trattative lontano dalla Reggia, Michele Vitali ed infine i due gioielli di casa: Marzaioli e Cefarelli. Il primo dovrebbe far parte di quella schiera di esterni che passeranno di volta in volta ed in base alle situazioni tattiche, dallo spot di guardia a quello di playmaker tattico con il compito di portare la palla avanti e gestire le situazioni per le bocche da fuoco a stelle e strisce. Il secondo, invece, fresco dell’oro Europeo con Pino Sacripanti in Estonia, entrerà a far parte d’ufficio della prossima front line casertana con minuti importanti da sfruttare per mettere in mostra cosi come ha fatto nella competizione continentale, il proprio talento. Un poverissimo che al momento lascia soddisfatto il timoniere mestrino che i suoi pezzi se li sta incastrando a sua immagine e somiglianza con idee di quintetti già definiti,l dove però mancano dei nomi. Già perché nonostante le firme di Chris Roberts e Cameron Moore, all’appello mancano ancora tre giocatori. Tre pedine di cui due americane ed una proveniente dal vecchio continente. Due americani ancora per ruoli che dovrebbero oscillare dal playmaker alla power forward, passando per l’ala piccola. Una scelta non facile e che nelle ultime settimane sembrava essere ben definita: playmaker ed ala grande. Un binomio che avrebbe, dunque completato quattro quinti dello starting five con giocatori a stelle e strisce, prima che il mercato, ovviamente ponesse in essere situazioni che volenti o nolenti portano comunque a delle valutazioni differenti. Valutazioni differenti che infatti radio mercato affiancano al nome di Nikos Liakopoulos (quasi sfumata del tutto la possibilità di arrivare a Siva specialmente dopo la trade effettuata dai Pistons che l’anno scelto al Draft e che ha portato Jennings a Detroit per una serie di giocatori in uscita proprio nel suo ruolo ndr). Playmaker di professione, non certo un ragazzino come dice la sua carta di identità (classe 1983)ed esperienza in Grecia dove ha tenuto la cabina di regia del Panelefsiniakos AOK. Un regista attaccante, dal momento che in territorio ellenico i suoi numeri parlano di 15 punti abbondanti di media in quasi 30’ di impiego e percentuali dal campo del tipo 51% da due e 27% dalla lunga distanza (l’80% dalla lunetta con quasi 5,4 di media a partita è anche sintomo di un giocatore che arriva fino al ferro subendo falli ndr). Insomma tutto sommato un esperto giocatore che vede il canestro, ma cosa più importante i compagni cosi come dimostrano i 4,7 assist ad allacciata di scarpa. Un valore, quest’ultimo, molto più importante e significativo per una squadra che ha tante ‘bocche’ da sfamare in mezzo al campo e tanti da accontentare nei momenti decisivi. Il sondaggio effettuato ne confronti di Liakopoulos, dunque, ha spostato l’interesse verso l’europeo dall’ala piccola al playmaker, facendo cadere di nuovo le quotazioni di Jonusas che dopo le dichiarazioni in conferenza stampa di Atripaldi erano tornate a salire (), ma soprattutto porta verso una triade tutta americana avvicinandosi al canestro. Ala piccola ed ala grande al fianco di Moore. Un trittico che di sicuro dovrà tenere conto delle qualità interne dell’ex UAB lo scorso anno in Ucraina e quelle di attaccante di 1vs1 di Roberts. Insomma servirebbe un ‘4’ che sappia fronteggiare il canestro e con buon tiro dalla media o lunga distanza ed un alla round nello spot di ala piccola che sappia fare sia l’una che l’altra cosa con fisico da potersi spostare in situazioni tattiche anche nel ruolo di ala grande con quintetti mini e veloci. Ruolo ed indicazioni sommarie di power forward che corrispondono sia alle caratteri ostiche di Jumaine Jones, che a quelle di Hummel che sono i due al momento sondati e più volte indicati dalle frequenze di radio mercato.