Quando la categoria conta, eccome. La Casertana rimette piede nel professionismo e torna ad essere viziata da quegli episodi che sono in grado di far sobbalzare la pressione dei tifosi, già innalzata a gradi inverosimili dalla corrente di emozioni estesasi da un mese a questa parte nel cuore della Terra di Lavoro. L’arrivo in notturna di Alain Pierre Baclet, punta di diamante della campagna di rafforzamento targata Lombardi–Pannone, rievoca momenti del passato che il falchetto rossoblù stentava a rivivere, trattenuta con le cinghie della malasorte, all’interno del girone infernale (per dirla alla Dante Alighieri) del dilettantismo da oltre 17 anni. I detrattori del caso tenderebbero a smitizzare l’avvenimento, riducendolo ad un semplice approdo dell’atleta francese in un orario che i più anziani etichettano nostalgicamente “da coprifuoco”. Ma per una volta, dopo un’interminabile vacanza dal calcio che conta, è lecito godersi sprazzi di calcio vero, episodi a cui possono ambire piazze che desiderano tornare sui palcoscenici che le competono. Senza essere crudeli, scene che non potranno mai appartenere al mondo dei dilettanti. Invece, nello stesso giorno in cui la Casertana legittima l’ingresso nella prossima Seconda Divisione della Lega Pro (che brutta denominazione; ridateci la tanto amata Serie C), un francese di carnagione chiaroscura si siede nel treno e, tagliando il Meridione, da Lecce giunge nel ritiro di Cava de’ Tirreni. Gesti che riportano al passato, quando l’aeroplano era un lusso per le compagini calcistiche e il percorso ferroviario era il tragitto prescelto per arrivare in ogni meta.
Baclet sulle orme di Ravanelli. Entusiasmati dell’acquisto di un calciatore di caratura internazionale, i componenti dello staff societario sono stati ad aspettarlo fuori la stazione di Salerno e si sono trasferiti all’Hotel Holiday Inn della città metelliana, quartier generale della Casertana in questa prima fase del ritiro. Lì la società, lo staff tecnico e la squadra lo hanno accolto a braccia aperte insieme a qualche tifoso presente in terra salernitana, nonostante il sole fosse già calato da un pezzo. L’immagine riporta alla mente ciò che accade più specificamente nei club di Serie A. Al pari dell’ultimo in ordine cronologico, Gonzalo Higuain giunto in notturna nel ritiro estivo del Napoli a Dimaro, Alain Pierre Baclet è chiamato a vestirsi del mantello magico ed a guidare l’armata rossoblù nella stagione della rinascita. Ma anche nella storia della Casertana esiste un precedente di arrivo by night. Di certo, i fedelissimi non avranno dimenticato la venuta di Fabrizio Ravanelli, allora bomber prolifico di Serie C che solo più tardi sarebbe divenuto l’attaccante di razza che molti ricordano con la maglia della Juventus. Erano gli ultimi giorni della vecchia finestra mercato di ottobre del 1989, e la Casertana mise a segno un colpo di prospettiva, prelevando un promettente ventenne dall’Avellino. Ravanelli fu la spalla di Sasà Campilongo in quell’annata in cui i rossoblù finirono sfortunatamente al terzo posto in Serie C1 e tentarono l’assalto positivo alla Serie B l’anno dopo. Paragonare Baclet a Ravanelli è un’esagerazione, però i due sono accumunati da un approdo notturno che piace tanto ai più scaramantici. Quelli che rivangano i postumi di un’epopea mai dimenticata e che farebbero carte false per rivivere tali emozioni. Diciassette anni dopo.