Sono trascorsi cinque giorni dal comunicato del patron Di Tommaso, nel quale l’imprenditore caranese si dichiarava disponibile a regalare il titolo sportivo per il prossimo campionato di Promozione a qualche compaesano disposto a prendere in mano le sorti calcistiche del paese, ma a quanto pare nessuna offerta concreta è pervenuta. Si comincia a delineare quindi la cessione del titolo di Promozione, come già avvenuto per quello di Eccellenza finito nelle mani del San Marco Trotti. Le ipotesi più probabili al momento vedono un ballottaggio a due per acquisire il titolo di Promozione, tra il Cellole Calcio e la Vis Capua. La società che ha mostrato più interesse sembra essere il Cellole Calcio che potrebbe essere avvantaggiato dal possibile appoggio dell’ex presidente della Virtus Carano, Achille Sauchella, pronto a far ritorno in quel di Cellole per entrare a far parte della dirigenza rossoblu e costruire, in tempi utili, la squadra che andrebbe a disputare il prossimo campionato regionale di Promozione. L’altra probabile pretendente sembra essere la Vis Capua del presidente Guarino che ambisce a tornare su ben altri palcoscenici rispetto a quelli della Prima Categoria.
Dove è destinato il titolo di Promozione della Virtus Carano? Se le indiscrezioni fossero confermate, la società cellolese sarebbe la favorita numero uno per via degli ottimi rapporti personali tra Achille Sauchella ed Emilio Di Tommaso, accresciuti notevolmente nei due anni di collaborazione e sinergia durante i quali il patron caranese ha, spesso e volentieri, delegato al suo fidato dirigente ogni potere e responsabilità. Bisogna però valutare le intenzioni degli addetti ai lavori e dell’amministrazione comunale cellolese, sempre pronta a sostenere le attività sportive del proprio comune. La Vis Capua, dal canto suo, parte in sordina ma potrebbe cogliere tutti in contropiede presentando alla dirigenza caranese un’offerta irrinunciabile. Nonostante ciò l’intenzione di Di Tommaso sembra essere quella di favorire qualche compaesano, nel tentativo estremo di non far scomparire del tutto l’attività calcistica da Carano. Il problema principale in questo caso, è da rintracciare nel lato economico (non è nemmeno da mettere in dubbio l’amore e la passione dei caranesi per i propri colori): nel piccolo centro caranese non sembra esserci nessuno che possa sostenere da solo i costi di una società di Promozione, inoltre il marasma e la confusione generati dalla cessione di un titolo ed una matricola storica come quella caranese non giocano certo a favore. Chi potrebbe esporsi e fare dei sacrifici per una squadra che per quest’annata non porterà con sé nemmeno il nome del proprio paese?