Tutto scorre, tutto segue un flusso ben definito, ben individuate sia sul taccuino di Atripaldi che di quello del nuovo timoniere Lele Molin. Un flusso che ancora per questa settimana mette da parte per un attimo la questione legata al rinnovo e quindi al ritorno in maglia bianconera di Andrea Michelori. Una questione che negli ultimi giorni aveva attirato l’attenzione dei media e di tutti gli aficionados di Terra di Lavoro. Una sorta di specchietto per le allodole soprattutto per il basket mercato a cui, però, scappa poco e niente. Già perché mentre le stesse parole di Atripaldi ai microfoni di Goldwebtv e riferite proprio a Michelori («Ci sono buone possibilità che resti, dobbiamo trovare solo il giusto compromesso tra le nostre richieste e le sue necessità» ndr), facevano smorzare il numero di decibel a riguardo, sono iniziate ad aumentare quelle sul fronte americani e quindi strategie della nuova Juve del presidente Iavazzi. Il ritorno dagli States per l’ex dirigente di Biella, infatti, sembra aver trovato altri due obiettivi verso cui mirare e provare a fare centro. Un playmaker ed un numero quattro. Un giocatore a cui affidare le chiavi della cabina di regia e che abbia all’interno del suo pedigree le caratteristiche di un metronomo puro e che pensi prima a gli altri e poi a se stesso. Tanti assist, velocità nel cambiare campo e quindi amante della transizione per poi sfruttare gli spazi ed i centimetri che i compagni gli costruiranno dall’arco per colpire da fuori. Insomma meno attaccante e più regista. Non le stesse caratteristiche che, invece, si possono intravedere nella power forward che ormai è un sogno proibito per Atripaldi. Bianco tiratore con tanta energia ed un passato ad alto livello in Europa. Due profili per due nomi che radio mercato ha letteralmente sputato fuori. Peyton Siva e Tony Gaffney. Questi i due osservati speciale in casa Juve, questi i due nomi con i quali l’entourage casertano vorrebbe assicurarsi quella base di americani arrivando, quindi a 4 per poi gestire la questione delle scelte di roster e facilmente passare dal 5+5 con un altro giocatore straniero ma europeo, al 4+6 con un italiano al posto di un giocatore proveniente dal Vecchio Continente. Due nomi che innalzerebbero non solo il livello tecnico della squadra, ma anche quello dell’entusiasmo di Terra di Lavoro, dal momento che chi mastica e bene di basket non può riconoscere il talento ed un pedigree non indifferente sia da un alto che dall’altro. Uno fresco campione Ncaa con i Cardinals di Louisville, uscito dal College dopo i duri anni di cura Pitino e scelto alla numero 56 dello scorso Draft dai Detroit Pistons (secondo giro e quindi diritti garantiti e non contratto che invece è garantito solo ed esclusivamente ai giocatori scelti entro la 30esima chiamata ndr). Una sorta di soldatino che predilige l’assist (7,1) e che non disdegna di prendersi le dovute responsabilità in penetrazioni e tiri da lontano, ma sempre al servizio dei compagni. Una sorta di garanzia dal punto di vista tecnico, considerando che sulle sue piste ci sono anche squadre come la Virtus Bologna e soprattutto l’Enel di Brindisi. Una concorrenza non certo facile da superare, ma ormai la Juve ed Atripaldi sanno come usare il fascino della Reggia e di una città che vive interamente intorno al basket e come far diventare la stessa Caserta la vetrina giusta epr il salto di qualità in Europa. Metodi ed argomentazioni che di sicuro saranno state utilizzate per colui che più di Siva è dato come ad un passo dal firmare un accordo con la Juve. Per Tony Gaffney, le cui caratteristiche tecniche sono quelle indicate in precedenza ovvero lungo con più che discrete proprietà offensive in termini di tiro, grande atleta e tanta energie. Le stesse caratteristiche che Marco Atripaldi avrà riscontrato dal vivo nel ragazzo del Massachusetts durante la scorsa kermesse estiva a stelle e strisce. Già perché se orlando è stata fatale per l’arrivo di Chris Roberts in Italia e quindi alla Juve, la stessa città della Florida potrebbe essere determinante per la firma di Gaffney che alla Summer League di Orlando, tra le altre cose, vestiva la stessa maglia del neo bianconero, Roberts, quella degli Utah Jazz. Un doppio amore a prima vista che aveva fatto piombare lo stesso Atripaldi su ambo i giocatori in modo tale da tornare in maniera trionfale in quel di Caserta con il doppio colpo tra le mani. Doppio colpo, che gli era quasi riuscito se non fosse stato per le interferenze delle ultime settimane da parte di formazioni tedesche che Gaffney lo conoscono molto bene per il suo trascorso a Bonn. Quella più forte al momento, sembra essere l’Alba di Berlino, anche se il pressing della Juve non cessa nella maniera più assoluta. Caserta, però, non resterà certo a guardare o con le mani in mano ricominciando tutto da capo, nel caso che Gaffney decida di accettare ancora la Germania preferendola all’Italia, dal momento che la coppia Atripaldi-Molin hanno già tre le mani l’alternativa: Jumaine Jones. L’unico elemento discriminatorio tra i due in termini di pole position è la carta di identità. I 34 anni di Jones non sono certo un qualcosa da dimenticare, ma nel caso il poco più giovane Gaffney (classe 1984) decidesse di dare il classico due di picche alla Juve, i bianconeri si consolerebbero con un nome che certamente non susciterà meno entusiasmo del connazionale a stelle e strisce. Dulcis in fundo capitolo ala piccola. LO stesso Atripaldi nei giorni scorsi ha aperto di nuovo le porte a Zigy Jonusas in virtù anche del contratto che il lituano ha con la Juve. Una porta aperta e ritorno all’ombra della Reggia, però, che resta condizionato alle condizione fisiche del giocatore che stando ai rumors, però, si allena regolarmente tutti i giorni. Guarigione di cui Caserta vorrebbe toccare e verificare con mano, prima di intraprendere una nuova strada che in ogni caso dipenderà dalla scelta tra Gaffney o Jumaine Jones