Il ritorno a Pezza delle Noci di Marco Atripaldi, ha già sciolto il primo nodo fondamentale legato allo scacchiere bianconero della prossima stagione. Un nodo di grande importanza che ora potrà dare il via libera all’entourage di prendere le redini in mano della situazione legata ad Andrea Michelori. Ma meglio andare avanti con ordine. Dopo essere stati tentati e conquistati dalle prove e dal talento oltre che dalle mani da pianista di Chris Roberts all’ultima Summer League, l’ex dirigente dell’Angelico Biella può ritenersi soddisfatto e tornare a casa con un altro colpo in canna che è stato sparato nella parte finale del viaggio a stelle e strisce. Il colpo è quello che porta il nome di colui che è divenuto già di dominio pubblico ed oggetto dio valutazione dal punto di vista di video ed indicazioni derivanti dal web e rispondenti al nome di Cameron Moore. Un nome che è arrivato in seconda battuta, che è arrivato dopo il no di Jajuan Johnson che più che rifiutare Caserta al momento pare sia intenzionato a rifiutare l’Europa e l’idea di accettare un’offerta overseas e lasciare almeno per il momento il sogno di giocare tra i professionisti della Nba. Un sogno che ad onor del vero per il lungo ex Purdue era già stato per un attimo accantonato quando dopo la scelta al primo giro da parte dei Nets nel 2010 era stato accantonato alla D-League anche dai Celtics che non sono certo rimasti soddisfattissimi dell’operato dello stesso giocatore. La lega di sviluppo americano, però, rappresenta pur sempre una valvola di sfogo per talenti americani in cerca anche e soltanto di un contratto di 10 giorni e dal quale potrebbe anche arrivare l’occasione della vita. Non certo lo status con il quale si era presentata l’idea di un corteggiamento per Moore che l’America l’aveva già lasciato due anni or sono abbracciando dopo i suoi anni di università (UAB la stessa che vedeva come allenatore Mike Davis, lo stesso che negli anni ottanta vestiva la maglia dell’Indesit Caserta con Tanjevic e Marcelletti in panchina e che nessuno dimentica oltre che per il talento anche per la mitica e storica scazzottata in campo con Sylvester in un playoff contro la Scavolini Pesaro ndr), l’Ucraina ed il palcoscenico europeo accantonando la velleità di entrare nei pro dalla porta principale e quindi riprovarci in futuro passando da quella di servizio. Una porta di servizio che lo ha lanciato sul palcoscenico della Superleague, sul palcoscenico dell’Est Europa dove ha avuto modo di sciorinare tutti i suoi punti di forza partendo dal jumper fronte canestro fino alle ottime qualità di rimbalzista, grandissima apertura alare, presenza di granito sui blocchi per le uscite dei tiratori e che ora è solo ed esclusivamente una parte del passato. Nel pomeriggio di ieri, infatti, non solo la notizia è divenuta ufficiosa, ma addirittura ufficiale con il crisma dettato dal comunicato stampa della stessa società di Pezza delle Noci che in un colpo solo ha messo a posto due diverse situazioni. Si va delineando, dunque, il roster voluto da Molin e realizzato da Atripaldi e Iavazzi. Allo stato attuale tre gli spot messi a posto con la firma dei due americani nello spot di guardia, Chris Roberts, il primo ed in quello di lungo, con appunto Moore il secondo. Ai due appena indicati si è aggiunto in modo altrettanto ufficiale anche Marco Mordente. Arrivato pochi minuti prima di quello di Moore, infatti, il comunicato dio un accordo biennale che legherà, dunque, per due stagioni l’ex Milano a Caserta che quindi dalla prossima stagione diventerà non solo il leader emotivo della squadra, ma anche il capitano dentro e fuori dal campo della nuova truppa bianconera. Un colpo che era stato messo in archivio già più di qualche settimana fa, ma per il quale mancava l’ufficializzazione, arrivata puntuale, dunque, al ritorno di Atrpaldi in Italia. All’appello sul taccuino dell’entourage di Terra di Lavoro, dunque, mancherebbero ancora tre posizioni a partire da quella legata al playmaker passando per l’ala piccola e passando per l’altro lungo che con Moore formerà la front line casertana nel prossimo campionato. Una front line che fino a qualche settimana fa prevedeva anche il nome di Andrea Michelori e che a breve anche non comprendere più il lungo milanese, considerando la corte spietata che la Vanoli Cremona sta effettuando nei confronti dell’ex Siena. Alla base del contendere una richiesta da parte della società del presidente Iavazzi di riduzione dell’ingaggio e di allungamento del tutto in più anni per evitare il monte ingaggio complessivo della prossima stagione non venga eccessivamente appesantito da contratti esorbitanti. Dall’altra parte il team diretto in panchina da Gigio Gresta non molla di un centimetro ed il tutto dovrebbe girare intorno ad un biennale sicuramente di una spanna superiore a quello casertano. Una scelta non certo facile per Michelori che si ritrova a vivere una sorta di dejavu quando dopo la sensazionale stagione che culminò con la semifinale scudetto con Milano, lasciò Pezza delle Noci per abbracciare l’opportunità di vincere uno scudetto con la Montepaschi di Pianigiani. Questa volta nessuna squadra schiaccia sassi, ma una diretta contendente alla salvezza e formazione che di sicuro rientra all’interno della fascia della Juve al momento di presentarsi ai nastri di partenza. Una parità di situazione di fronte alla quale i dettagli del contratto potrebbero fare la differenza, cosi come la differenza la potrebbe fare la conoscenza di un ambiente e di una città che anche quando era un po’ scettica non ha mai dimenticato il suo apporto una volta vestite le canotte ed i pantaloncini colorati di bianco e di nero. Ripartire da dove si era lasciato, infatti, potrebbe rappresentare un enorme passo in avanti, anche se andare a Cremona lo riporterebbe vicino casa. Andare o non andare, questo è il problema. Una modifica al celebre e famoso dubbio amletico, che meglio potrebbe rendere l’idea di una decisione che ormai ha le ore contate.