E’ giunta l’ora di agire a Pezza delle Noci. E’ giunta l’ora di mettere nero su bianco e di puntare a trovare le soluzioni giuste per la nuova avventura. Soluzioni che devono nella maniera più assoluta far fronte alle tante partenze e alle tante defaillance che il duo in cabina di regia delle operazioni di mercato, Atripaldi-Molin, hanno dovuto registrare da quando è stato ufficialmente aperto il cancelletto della corsa verso al costruzione del nuovo roster. Addii, partenze e saluti che pare non sembrino essere finiti, dal momento che nonostante il tour de force che l’entourage bianconero sta provando a fare e continuando a fare nei confronti di Michelori, il lungo milanese sembra essere ben oltre incamminato verso altri lidi. Il tutto girebbe intorno al rinnovo, intorno ad una situazione contrattuale, la vecchia, che legava l’ex Siena alla Juve e che al momento è oggetto di revisione della società che vorrebbe ritoccare alcune parti dello stesso accordo. Insomma stando ai rumors di mercato se fino a qualche settimana fa il nome di Michelori non era ancora uscito allo scoperto era dovuto soprattutto alla mancanza di un tavolo delle trattative imbastito come si deve con le richieste da una parte e dall’altra. Un tavolo dove sono state scoperte tutte le carte con il giocatore che vorrebbe restare, ma senza cambiare troppo e tanto la situazione della scorsa stagione, la società che invece vorrebbe abbassare il tetto ingaggio anche sotto forma di allungamento del contratto per non rendere particolarmente gravoso quello della prossima stagione. Tutto si sarebbe risolto, forse, con una stretta di mano, qualche settimana per pensarci ed ancora forse con una nuova firma, se a rompere gli equilibri non fosse arrivata l’offerta della Vanoli Cremona. Non certo un’offerta faraonica o se vogliamo come quella arrivata da Siena due tre anni or sono e che portò il lungo lombardo a salutare il bianco ed il nero di Caserta per trasferirsi in Toscana. A fare la differenza stando ai decibel delle frequenze di radiomercato che sono aumentati a dismisura nei giorni scorsi, non è tanto la durata, ma la cifra economica in questione che potrebbe essere di una tacca più alta di quella casertana. Un dilemma non da sciogliere e non da poco, dunque, sia per il giocatore che per la società che con ogni probabilità non potrà tirare avanti ancora per molto nel tentare di convincere lo stesso giocatore che la Juve in questo momento è la situazione migliore soldi e contratto a parte. Non troppo tempo a diposizione anche perché il livello della sabbia nella clessidra del basket mercato continua inesorabilmente a scendere senza sosta e con un solo giocatore all’attivo in via ufficiale, due se contiamo l’ufficiosità della’accordo di Marco Mordente. Al fianco di colui che a questo punto e nella eventualità di un addio di Michelori, sarà il nuovo capitano non solo morale, ma anche in campo, della Juve ci sarà Chris Roberts. Guarda a stelle e strisce che dopo lo show messo in mostra alla Summer League di Orlando con la maglia degli Utah Jazz e che ha conquistato il cuore di Atripaldi, ma non quello degli addetti ai lavori Nba, ha subito deciso di attraversare lì’oceano e mettersi in mostra nell’altra parte del basket mondiale, quello europeo. E quale occasione migliore dell’Italia, di una piazza che vive di basket 365 giorni l’anno e che non ha pressioni di altissima classifica per iniziare a tastare il terreno e costruire numeri sui quali poi basare una carriera economicamente anche di un certi tipo? Un discorso che non fa una piega e che pare non sia stato tanto gradito da Jajuan Johnson. L’ex Nets e Celtics, infatti, dopo essere stato al top della lista dei desideri dei lunghi americani indicati da Molin è sceso di posizione, probabilmente perché ancora legato con un piede al basket professionistico americano. Un pizzico di incertezza che ha fatto pensare lo staff dirigenziale bianconero, che è corsa ai ripari allargando la gamma di papabili arrivando sino all’Ucraina. Sotto i riflettori questa volta c’è finito Cameron Moore. Ventiduenne appena (classe 1990) e già un passato da giocatore ‘overseas’ con la maglia del Ferro-ZNTU o al secolo Budivelnik di Kiev. Una stagione in cui ha chiuso con 13 punti abbandonati e 9 rimbalzi di media. Numeri che stanno facendo suonare più di un campanello di allarme in casa Juve, pronta a mettere sul piatto della bilancia la stessa occasione che è stata offerta a Roberts e cioè quello di dimostrare in Italia ed in una piazza importante quanto è riuscito a fare altrove e provare a conquistare la ribalta del Vecchio Continente.