Christopher Roy Roberts, questo è il nome completo della nuova guardia a stelle e strisce della JuveCaserta. Nativo di Fort Worth, la città “dove inizia il West” o, se amate i classici della filmografia americana, il landscape del celebre L'ultima Sfida (1951), Chris è un giocatore che rispecchia appieno le caratteristiche del bravo ragazzo, con talento e grande voglia di lavorare, il tutto ben supportato da un'immancabile fede religiosa. Spulciando il suo sito, si definisce “blessed” (Benedetto) per tutto quello che ha avuto e per quello che ancora ha da venire. Un ragazzo tranquillo che ha fatto parecchia gavetta tra la NCAA (dove ha chiuso con ottime cifre due anni partendo sempre in quintetto) e la D-League (lega di sviluppo della Nba) dove è stato tra i migliori nelle due franchigie affiliate a Dallas e San Antonio (2 delle squadre texane del massimo campionato americano) per punti, schiacciate ed intensità sul campo. Fisico da ala, mano educata al tiro (rilascio atipico alla Kevin Durant con parabola che parte da molto in alto) ha dei mezzi atletici davvero notevoli, che gli sono valsi anche una convocazione per la gara delle schiacciate nell'All Star Game della NCAA. Un giocatore duttile e polivalente che si è messo in evidenza con la maglia degli Utah Jazz nella summer league di Orlando e che si appresta con grande voglia a fare il primo salto oltreoceano e ad affrontare la nuova avventura che lo vedrà al fianco della JuveCaserta, sul campo. La sincerità è una dote che spesso difetta in atleti che hanno mezzi e talento, ma Chris Roberts, al contrario, mostra tutto e stesso con poche semplici ma molto incisive parole che ha pubblicato recentemente sul suo sito personale nonchè sul suo profilo twitter, già da stamane tempestato di messaggi dei suoi nuovi tifosi. Conosciamolo meglio attraverso le parole che definisco la sua “History”.
“Spesso mi preoccupo di cose che non posso controllare, facendomi di continuo la stessa domanda su cosa ne sarà di me, se sto facendo qualcosa di sbagliato, se posso o meno avere un'opportunità di successo”. Un incipit niente male che dimostra prima di tutto la grande umiltà di un ragazzo classe 88' che non ha voglia di arrendersi di fronte a qualsiasi limite. Quello che però sorprende, è la grande etica del lavoro tipica dei ragazzi del Sud degli Stati Uniti, fatta di “hard working”, Zelo, dedizione e tanto sudore in palestra. Chris continua a raccontarsi, ripercorrendo anche il suo passato: “Ho sempre dato tutto me stesso, sono migliorato tremendamente ogni anno, ho sacrificato tutto quel che avevo sempre cercando il meglio per me stesso, e anche se sembrava non avessi uno sbocco sul campo o fuori, ho continuato a lottare, partendo dal fondo, contro tutte le difficoltà della mia vita (o se preferite una traduzione più letterale “against so called best” , i cosiddetti migliori). Spesso ho anche dubitato delle mie capacità, ma questo mi ha portato a essere pienamente pronto e preparato per il mio futuro. Ma non sarò il giudice di me stesso”. Una capacità di mettersi in discussione di sicuro fuori dal comune, una dote che gli si può vedere sul campo, dove senza paura si prende responsabilità al tiro quando chiamato in causa, oppure quando legge bene il gioco (ottimo trattatore della palla e all'occorrenza buon assistman) o intensifica il suo livello di energia in difesa con piedi veloci e salti pazzeschi per inchiodare gli avversari. Il finale di quella che possiamo chiamare la sua presentazione è un chiaro messaggio che manda a se stesso ma anche e soprattutto ai suoi supporter o per meglio definirli, le persone che hanno fiducia in lui e nei suoi mezzi: la sua avventura in Italia sta per cominciare e l'obiettivo che Chris si prefigge è quello di fare bene e regalarsi un'opportunità di successo. “Apprezzo tutti quelli che hanno fiducia in me e sto lavorando ancor più duramente del solito affinchè anche quelli che non hanno avuto fede nelle mie possibilità possano avere l'occasione di ricredersi“. Ecco poi, come nel teatro greco di Euripide, il Deus ex machina, l'uomo venuto da lontano, nel qual caso Atripaldi, regalare a un ragazzo che ha sempre messo il cuore e la voglia sul campo quella possibilità da lui tanto cercata. Ed è forse da questo ultimo stralcio che si può capire ancor di più che tipo di persona possa essere Chris Roberts e perchè i suoi parametri, non solo di talento, ma anche e soprattutto personali, si sposano alla perfezione con la JuveCaserta e quel che Molin ha anticipato essere il piano partita dei bianconeri: uomini, personalità, abnegazione e sacrificio. “Dopo un numero infinito di ore trascorse in palestra, dopo i sacrifici e l'immane duro lavoro che ho fatto, ecco però arrivare qualcuno da un altro paese, che vede qualcosa di speciale in me e nel mio gioco. Viene qui per darmi un'opportunità, quell'opportunità che attendevo. Ho preso dunque l'impegno di venire a giocare in Italia, sono oltremodo entusiasta e ansioso per l'inizio di questa nuova avventura: non vedo l'ora di avere la possibilità di poter mette in evidenza il mio talento“.
Carisma, abnegazione, sacrificio e fede: ecco chi è Chris Roberts
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