Tutto sta prendendo una piega molto più veloce, tutto intorno alla Juve, sta iniziando muovere passi importanti non solo in uscita ma anche in entrata. Qualche straniero qua e la, ma soprattutto i giocatori tricolori (Brindisi si accaparra Bulleri, Roma conferma D’Ercole, Cremona ad un passo da Daniele Cinciarini). Soprattutto gli italiani con chi ce li ha in casa che è pronto a tenerseli stretti o provare a ‘rubarne’ qualcuno qua e la. La categoria di giocatori nostrani, infatti, dopo essere stata messa ai margini del basket in più di qualche società e di qualche piazza, nell’ultimo campionato ha dimostrato di poter essere parte fondamentale di un torneo che forse qualche gradino e qualche centimetro dell’asticella della competitività l’ha pure perso. Quanto accaduto nella scorsa stagione ai piedi della Reggia vanvitelliana, poi, ne è stata la più nitida dimostrazione. La dimostrazione che con il gruppo e le motivazioni giuste, si può anche tenere botta e compiere imprese contro formazioni molto più accreditate, molto più lunghe, ma soprattutto con più di qualche straniero di troppo che sulla carta avrebbe dovuto e potuto fare la differenza; ecco avrebbe. Il condizionale è stato ed è d’obbligo, dal momento che i vari Gentile, i vari Maresca, i vari Mordente, Michelori e via dicendo, hanno consegnato al movimento cestistico del BelPaese, un segnale chiaro e tondo che per lo più è stato recepito dai piani bassi e da quelle due leghe che a partire da questa stagione saranno il nuovo volto della Legadue. Una Gold ed una Silver. Una imperniata sulle formazioni della vecchia Legadue, l’altra con neofite della targhetta in questione e provenienti per la maggior parte dalla Vecchia e non più esistente DNA. Due leghe diverse solo nel nome e probabilmente dal valore complessivo dei tre stranieri (ricordiamo che il numero di extra previsti è due cosi come i visti per gli stessi, mentre il terzo straniero sarà il classico ‘comunitario’ ndr) ed accumunate da un filo conduttore che è visibilmente ed equamente diviso tra i tre colori della bandiera italiana. Poco importa che siano giovani rientranti all’interno del novero Under23, specialisti di categoria della DNA o giocatori di Legadue o addirittura di categoria superiore, quello che importa è che alla base ed alle spalle dei ‘foreigns players’ ci sia un gruppo che cosi come a Caserta lo scorso anno, faccia la differenza quando le cose potrebbero mettersi sotto una cattiva luce. Quale il modo migliore per compiere tutto questo, allora, se non provare a passare da chi lo ha già fatto ed anche con ottimi risultati? E’ quello che ha fatto Cantù assicurandosi Gentile, ma soprattutto quello che Barcellona Pozzo di Gotto e Napoli stanno provando a fare con Giuliano Maresca. Un pezzo da novanta se vogliamo vederla sotto questo punto dio vista, specialmente per la professionalità che l’esterno romano ha dimostrato nei momenti di difficoltà casertani, mettendo sempre in primo piano il campo e poi tutto il resto. Un esempio da seguire e da mettersi in casa oltre che un giocatore duttile e pronto a ricoprire con sacrificio ed efficacia tre ruoli e tutti sugli esterni. Fattore che in Sicilia sembrano essere stati determinanti per la nuova contromossa nei confronti dell’ex capitano della Juve: lato economico a parte a cambiare sono il numero di anni da apporre alla base del contratto. Un rilanciare che sicuramente è giunto alle orecchie di Atripaldi e Molin in quel di Orlando (finita la kermesse di Orlando Atripaldi si sposterà all’altra in quel di Las Vegas, molto interessante e con meno prospetti Nba e con molta più presenza di giocatori pronti ad accettare l’avventura ‘oversea’) che dalla Florida continuano a pensare al come trovare un’idea molto più stuzzicante di quella siciliana o addirittura napoletana che potrebbe rilanciare sugli anni per affiancare a Brkic un altro giocatore di peso italiano ed un leader a Ceron, considerata al sua giovane età. I rumors di basket mercato, però, sembrano parlare di altro, sembrano parlare di una Juve pronta a lasciare la presa, prendere atto di un altro addio o arrivederci che sia e guardarsi intorno. Se quello al suono della sirena contro Reggio Emilia nell’ultima uscita stagionale di Stevan Jelovac sia stato un saluto dal sapore dell’arrivederci o dell’addio, ancora non si è dato sapere. Nel corso della scorsa settimana e all’inizio di questa che sta per terminare, dove è intervenuto anche il suo procuratore ma via twitter, le voci di mercato sembravano essere propensi verso l’ultima ipotesi. Voci che in certo senso – ed anche inspiegabile – potrebbero anche essersi frenate quel tanto che basta per provare a rendere tutto vano. L’inizio della prossima settimana sarà il momento decisivo per il lungo serbo, il momento decisivo dell’ex Antalya di prendere la propria decisione definitiva dopo essersi guardato intorno abbastanza da capire il posto e l’offerta migliore per il suo prosieguo della carriera. Intorno, intanto, si è guardato Iavazzi che in contumacia dei suoi due uomini di fiducia negli States per sondare il terreno, ha messo mano al portafoglio ed eliminato altre voci negative dai bilanci della Juve. Un segno inequivocabile che il lavoro del nuovo patron bianconero potrà pur essere di sacrificio in questa stagione, ma che mira assolutamente ad un futuro senza pesi passati, senza passività passate, ma una base limpida e pulita sulla quale lavorare e far lavorare attirando in futuro nuovi soci e nuovi partner.