Inaspettato, ma tutto sommato non la fine del mondo; cosi possono essere considerati gli ultimi avvenimenti in casa Juve e relativi ad una sorta di fuggi fuggi generale da pezza delle Noci per accasarsi altrove. Alla fine dei conti è solo la legge del mercato che fa il proprio corso. Una legge che può regalarti la serenità di avere una parte del gruppo della scorsa stagione compatto e pronto per una nuova battaglia o girarti le spalle quanto meno te lo aspetti per fare i propri interessi portando chiunque abbia una possibilità di guardarsi intorno. Ovvio che al momento della conferenza stampa di Marco Atripaldi prima e Lele Molin dopo, la speranza era quella di non vedere, appunto, la stessa legge voltare le spalle alla formazione casertana e lasciare intatto una parte di un gruppo che avrebbe reso meno in salita il cammino della Juve tra le strade del basket mercato. Ma contratti e numeri e cifre sugli stessi a parte, la speranza era legata a quella minima sicurezza di avere in casa dei giocatori che conoscevano la piazza, che già erano ambientati in un posto dove il basket è una sorta di religione alternativa a quella cristiana e che in comune hanno solo ed esclusivamente la domenica come giorno di esercizio del proprio culto. La speranza di avere in casa giocatori che avevano già provato sulla loro pelle cosa significa sacrificarsi per una causa a presci9ndere da quello che è il reale valore del team rispetto agli avversari e a quanto pronosticato dagli addetti ai lavori (giusto per non dimenticare lo scorso anno più e più volte tanti media hanno dato per spacciata la Juve non solo ad inizio stagione quando ancora non si era giocata nemmeno una partita ed ancor di più dopo le prime vicende societarie ed addii di giocatori, per poi essere smentiti dal campo ndr). Insomma una speranza di ripartire da dove ci si era lasciati al suono dell’ultima sirena contro Reggio Emilia. Ripartire dagli applausi e dalla determinazione, grinta e carattere che ha messo ko Cantù o Venezia o vinto il derby ad Avellino. Ma prima la partenza di chi non aveva il contratto, poi quelle di chi l’aveva, Jonusas, ma per decisione della società non convinta dalla stagione del lituano, poi quelle di chi aveva il contratto ma per propria scelta come per esempio Gentile che giustamente sulla base delle richieste e delle leggi di mercato ha sfruttato al possibilità di guardare avanti nel proprio futuro professionale ed accettare la sfida lanciatagli da Sacripanti e dal team brianzolo per la prossima stagione. Ed infine chi non ha ancora lasciato la Juve, ma è sulla buona strada. La stagione ed i numeri racimolati in un campionato che funge sempre da palcoscenico per l’Europa, ha fatto di Stevan Jelovac uno dei grandi desideri del basket europeo. Dalla Spagna la maggior parte delle sirene che hanno spinto il procuratore del lungo serbo a chiudere il proprio rapporto con la Juve e guardare altrove lanciando verso Caserta non un addio, ma un semplice arrivederci ad un futuro prossimo. Una scelta che con ogni probabilità non ha destabilizzato più di tanto l’entourage di Terra di Lavoro, considerando che il nome dell’ex Antalya era già dalla fine dello scorso campionato, inserito nella lista dei ‘forse’ nonostante un legame contrattuale. Quello che forse ha lasciato probabilmente più perplessi l’intero staff tecnico e dirigenziale bianconero è l’insicurezza che sta aleggiando intorno al nome di Giuliano Maresca. Il capitano della scorsa stagione sembrava essere uno dei tre punti fermi insieme a Michelori ed il progetto di voler tenere all’ombra della Reggia Marco Mordente. Invece nemmeno il tempo di dichiararsi fiducioso nel suo giorno di presentazione ai media casertani, che Lele Molin e Atripaldi, hanno dovuto fare i conti con il mercato e la legge di cui si è parlato in precedenza. Le dinamiche della nuova Legadue Gold (l’altra faccia della seconda serie nazionale è la Silver ndr) e il lato non professionistico della stessa potrebbero spingere tante formazioni ad alzare il livello di richieste di giocatori, vista la differenza di trattamento fiscale tra professionismo e dilettantismo. Ecco perché formazioni come Napoli – che tra l’altro si è già portata a casa Brkic e un giovane super interessante come Ceron – o Barcellona Pozzo di Gotto possano essere quanto meno competitive ed appetitose sul mercato rispetto ad una formazione del piano superiore. Una corsa a due per assicurarsi un giocatore che ha dimostrato di essere parte fondamentale di un gruppo in LegaA, figurarsi al piano immediatamente inferiore dove il ruolo salirebbe di livello. I contatti continuano ad essere roventi in un triangolo in cui la Juve avrebbe per le mani un contratto con lo stesso esterno romano e che sta provando fortemente a distogliere lo stesso Maresca dalle sirene esterne. La decisione, però, dovrebbe arrivare nei prossimi giorni e se proprio deve essere negativa anche in maniera molto celere. Non si possono sprecare giorni, considerando che in caso di mancanza di Maresca, il taccuino del coach e di Atripaldi dovrà comprendere una nuova casella da ricercare sia per qualità umane che tecniche. Soprattutto nel caso la decisione fosse negative, la Juve non solo dovrà fare passi da giganti per provare a blindare Andrea Michelori che a quel punto diverrebbe il capitano della Juve (ma anche il termine di paragone per la ricerca da parte di Atripaldi di un lungo complementare e da far partire in quintetto, spostando, magari lo stesso Michelori dalla panchina per risparmiare energie ed essere decisivo come ha fatto quando ne ha avuto la possibilità ndr), ma anche in riferimento a marco Mordente alzando magari di un tantino la posta ed archiviare un accordo dove mancano delle intese, ma non la volontà da ambo le parti di continuare il rapporto iniziato un anno fa.