L’appello di Malafronte: “La città abbracci la squadra, si faccia di tutto per scongiurare la scomparsa del Marcianise”



Alessandro Malafronte
Alessandro Malafronte

E’ arrivato al Progreditur Marcianise da un mese e mezzo circa. Trattative, riunioni, colloqui, scelte tecniche, organizzazione e implementazione societaria, scelta della sede del ritiro e dei campi di allenamento. Ma ora si vive un momento in cui le trattative sono congelate. E questo per Alessandro Malafronte non è certamente un bel momento, anche perché “lo stallo dipende da vicende extra calcistiche”.
Direttore che momento vive il Progreditur Marcianise?
“Un momento non bello, perché ci sono situazioni esterne che non ci permettono di lavorare con la massima serenità, eppure la società sta facendo tutto quello che può fare per disputare un dignitoso campionato di serie D, ma le vicende extracalcistiche non aiutano certamente. Quando mi sono buttato in questa esperienza ero consapevole delle problematiche che poteva presentare la piazza, ma ora mi rendo conto che sono anche maggiori del previsto, questo, però, non ci vede abbattere, piuttosto ci deve fornire la forza per superarle”.
Il riferimento è allo stadio immagino, ancora una volta la Commissione ha ritenuto opportuno non dare l’ok per giocare il campionato a porte aperte.
“E’ una situazione kafkiana, paradossale, che comporta amarezza, anche perché rappresenta a perfezione in che situazione devono convivere, nel rapporto con le infrastrutture sportive, i presidenti che si prestano a volere fare calcio nella propria città. Il Progreditur è un impianto che fino a qualche anno fa permetteva di fare l’allora serie C1, l’anno scorso ha permesso la disputa dell’intero campionato a porte aperte, conservando il numero di 900 locali e 250 ospiti, il che per chi conosce lo stadio di Marcianise, credo rappresenti il minimo indispensabile. Quest’anno tarda ad arrivare anche questo tipo di autorizzazione, mi chiedo cosa sia cambiato dall’anno scorso a quest’anno. Ma c’è ancora qualcos’altro che fa più male”.
A cosa di riferisce?
“Al silenzio delle Istituzioni, al poco dinamismo di cittadini ed appassionati di calcio. Il Progreditur Marcianise è un patrimonio non della famiglia D’Anna, o di chicchessia, ma dell’intera città. Auspico un intervento del sindaco e del consiglio comunale, serio e concreto, spero che i tifosi insieme agli amici della Stirpe, che hanno sempre dimostrato vicinanza ai colori gialloverdi, organizzinoi una mobilitazione a favore della squadra cittadina, mi piacerebbe che anche l’ente provinciale, alla cui guida c’è, tra l’altro un marcianisano, possa intervenire per scongiurare il fallimento dell’Asd Progreditur Marcianise. Insomma mi immagino una mobilitazione dell’intera città, che abbracci la propria squadra del cuore”.
La scomparsa dell’Asd Progreditur Marcianise è una ipotesi concreta o è una provocazione?
“Il rischio c’è, inutile girarci attorno. E capisco che a volte ci si faccia prendere anche da un atteggiamento di sfiducia, di amarezza, dalla voglia di mollare tutto. Il calcio comporta l’avere avversari al di fuori della propria città, che devi sfidare la domenica sul rettangolo di gioco, ma poi quando ti accorgi di avere anche avversari in casa tua diventa tutto più complicato. Al contempo però sono a conoscenza della tenacia della famiglia D’Anna e il loro attaccamento alla città di Marcianise e, proprio perché li conosco, sono sicuro che faranno di tutto per scongiurare questo pericolo. Ecco perchè c’è da augurarsi che tutti i protagonisti di questa vicenda facciano prevalere il buon senso, perché torno a ripetere quanto detto in precedenza, il Progreditur Marcianise è un patrimonio di tutta la città di Marcianise”.

Paolo Rusciano




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